PREVIN, Andre
Previn, André (propr. André George)
Nome d'arte di Andreas Ludwig Priwin, compositore, pianista e direttore d'orchestra tedesco, naturalizzato statunitense nel 1943, nato a Berlino il 6 aprile 1929. Musicista di vasta esperienza, ha messo a servizio del cinema le proprie competenze, dalla composizione all'arrangiamento e alla direzione d'orchestra. È noto soprattutto per gli adattamenti di opere teatrali di grande successo, ma ha anche composto canzoni e colonne sonore originali per musical, commedie e film drammatici; ha collaborato più volte con i registi George Sidney, Vincente Minnelli, Billy Wilder, Richard Thorpe, Richard Brooks. Ha ottenuto quattro Oscar e nove nominations.
Figlio di genitori ebrei di origine russa, nel 1935 si iscrisse alla Hochschule für Musik di Berlino, da cui fu escluso nel 1938 per motivi razziali. Emigrò con la famiglia a Parigi e nel 1939 a Los Angeles, dove frequentò la Beverly Hills High School e continuò privatamente gli studi musicali. Fu attivo negli anni Cinquanta e Sessanta come pianista classico e jazz, ma dalla fine degli anni Sessanta fu impegnato essenzialmente come direttore d'orchestra, con una particolare predilezione per il repertorio russo dell'Ottocento e quello inglese del Novecento. Come compositore ha privilegiato il teatro, ma ha scritto anche brani strumentali.
Grazie a Charles Previn, un cugino del padre che era compositore per il cinema, poté iniziare giovanissimo a lavorare per la Metro Goldwyn Mayer: dal 1946, con Holiday in Mexico (Vacanze al Messico) di Sidney, cominciò a scrivere arrangiamenti, e dal 1949, con The sun comes up (Primavera di sole) di Thorpe, anche colonne sonore; nello stesso anno ottenne un contratto a tempo pieno e nel 1950 fu nominato direttore musicale, il più giovane nella storia di Hollywood.
Fu per gli adattamenti di partiture preesistenti che vinse tutti i suoi Oscar, con Gigi (1958) di Minnelli, Porgy and Bess (1959) di Otto Preminger, Irma la douce (1963; Irma la dolce) di Wilder e My fair lady (1964) di George Cukor, e ottenne sette delle sue nominations, con Three little words (1950; Tre piccole parole) di Thorpe, Kiss me Kate (1953; Baciami, Kate!) di Sidney, It's always fair weather (1955; è sempre bel tempo) di Gene Kelly e Stanley Donen, Bells are ringing (Susanna agenzia squillo) di Minnelli, Elmer Gantry (Il figlio di Giuda) di Brooks entrambi del 1960, Thoroughly modern Millie (1967; Millie) di George Roy Hill e Jesus Christ, superstar (1973) di Norman Jewison. Ebbe le altre nominations per le musiche originali di due canzoni in Pepe (1960) di Sidney e Two for the seesaw (1962; La ragazza del quartiere) di Robert Wise. Tra le molte colonne sonore da lui scritte, quelle dei musical e delle commedie evidenziano il suo gusto per il pastiche e le contaminazioni, e una propensione all'ironia che arriva spesso all'aperta parodia di celebri pezzi della musica classica: tra i musical vanno ricordati Kis-met (1955; Uno straniero tra gli angeli) di Minnelli e Invitation to the dance (1956; Trittico d'amore) di Kelly, e tra le commedie (oltre a Two for the seesaw) Designing woman (1957; La donna del destino) e Goodbye Charlie (1964; Ciao Charlie) di Minnelli, Who was that lady? (1960; Chi era quella signora?) di Sidney, One, two, three (1961; Uno, due, tre!), Kiss me, stupid (1964; Baciami, stupido) e The fortune cookie (1966; Non per soldi… ma per denaro) di Wilder, Inside Daisy Clover (1965; Lo strano mondo di Daisy Clover) di Robert Mulligan. Nei film drammatici sono frequenti i richiami al jazz (in particolare al bebop), con ritmi veloci, timbri secchi e suoni metallici, in cui non mancano talvolta audaci dissonanze: Cause for alarm (1951; La lettera accusatrice) di Tay Garnett, Bad day at Black Rock (1955; Giorno maledetto) di John Sturges, The catered affair (1956; Pranzo di nozze) di Brooks, The four horsemen of the Apocalypse (1962; I quattro cavalieri dell'Apocalisse) di Minnelli, Long day's journey into night (1962; Il lungo viaggio verso la notte) di Sidney Lumet. Dai primi anni Ottanta ha abbandonato l'attività cinematografica.
Ha pubblicato due opere autobiografiche, un libro-intervista dal titolo Music face to face (1971) e un saggio dedicato al suo lavoro per il cinema, No minor chords: my days in Hollywood (1991).
E. Greenfield, André Previn, New York 1973.
M. Bookspan, R. Yockey, André Previn: a biography, Garden City (NY) 1981.
H.D. Ruttencutter, Previn, New York 1985.
M. Freedland, André Previn, London 1991.