Andrea Adamo
Il creatore di Small Pharma
Il ricercatore italiano del MIT ha inventato una fabbrica per produrre medicine non più grande di un frigo domestico, da usare in zone di crisi e situazioni di emergenza.
Altro che Big Pharma. La ‘fabbrica’ che Andrea Adamo ha inventato per produrre medicine è poco più grande del nostro frigo di casa. Il ricercatore nato a Palermo e trasferitosi al MIT di Boston è un esperto di dinamica dei fluidi. Sa cioè mescolare ingredienti e generare reazioni chimiche all’interno di piccoli tubicini. Il suo ‘frigo’ – descritto in un articolo pubblicato su Science il 1° aprile 2016 – è la copia in miniatura, poco costosa, leggera e trasportabile di una fabbrica di medicine in piena regola. A ben guardare, la vita stessa di questo 40enne originario di Palermo è un mix perfetto dei pregi dell’Italia e degli Stati Uniti. Una laurea in ingegneria idraulica nel capoluogo siciliano («il nostro sistema universitario dà ottime basi ai futuri ricercatori», commenta), poi l’approdo al Massachusetts Institute of technology, a Boston: «Il modo di pensare di qui mi ha subito conquistato. Quando scopri un nuovo metodo o una nuova molecola, immagini subito come tradurlo in prodotto. Impari a pensare come un imprenditore». Negli USA Adamo diventa ricercatore del MIT e si sposa. Ma per aprire la sua azienda (la Zaiput flow technologies) sceglie Jennifer, la moglie del fratello, come socia. «Questo modello familiare è assai poco americano», scherza. A tornare in Italia non pensa proprio.
«Ma aprire una filiale della Zaiput a Palermo è il mio sogno nel cassetto».
Produrre farmaci con un apparecchio grande come un frigo ha indubbi vantaggi pratici. L’invenzione di Adamo e del suo team può essere trasportata facilmente in zone di crisi o in ospedali da campo. La DARPA (Defence advanced research projects agency, legata all’esercito americano) non poteva non notarlo. È stata lei infatti a finanziare una parte del progetto. Nell’ambito di questo progetto è stato sviluppato un ‘separatore microfluidico liquido-liquido’ e poi, messo a punto e commercializzato dalla Zaiput, il dispositivo è stato selezionato per essere lanciato nello spazio. Volerà sulla Stazione spaziale internazionale, dove sarà usato dagli astronauti per capire come la mancanza di gravità influisce sul processo in cui Adamo è specializzato: separare 2 liquidi che erano mescolati fra loro.
«È un po’ come prendere il condimento dell’insalata e riuscire a separare l’olio dall’aceto».
Nell’articolo pubblicato su Science insieme ad altri 13 colleghi del MIT, Adamo racconta come il suo ‘frigo’ sia riuscito a produrre fiale di 4 tipi diversi di medicine: un ansiolitico famoso come il Valium, un antidepressivo altrettanto noto come il Prozac, un antiallergico e un anestetico. È bastato cambiare gli ingredienti di partenza. Al resto ha pensato la macchina. «Certo, i reagenti iniziali non sono prodotti che si trovano al supermercato», ammette Adamo, «ma è sempre più facile usare gli ingredienti di base che non il prodotto finito, soprattutto se pensiamo all’uso del nostro apparecchio in aree remote o colpite da qualche disastro. Uova, zucchero e farina sono uguali per tutti. Ma quanti dolci diversi si possono ottenere con questi ingredienti».
Anche in situazioni normali, senza pensare a guerre o terremoti, la ‘Small Pharma’ promette di «ottenere medicine dove e quando c’è bisogno, scavalcando le inefficienze del nostro sistema produttivo». Solo negli USA, oggi i prodotti farmaceutici difficili da reperire sono circa 200, secondo la Food and drug administration. Le grandi case farmaceutiche di norma lavorano quantità enormi di prodotti in grandi stabilimenti.
Ogni fase della reazione chimica che porta alla pillola finale deve essere rigidamente pianificata nel calendario. «Noi abbiamo preso Henry Ford e la sua catena di montaggio come modello», spiega Adamo.
Nei tubicini del suo ‘frigo’, spiega il ricercatore, «i reagenti scorrono e a ogni stazione viene aggiunto qualcosa. Controllare la qualità e l’omogeneità del prodotto è molto più facile così». E a proposito di costi? Secondo il suo inventore, produrre una dose di medicinale con la fabbrica da viaggio è sicuramente più economico. «Ma nel caso dei farmaci non è tanto il costo di produzione a dettare il prezzo.
Le fasi più onerose sono quelle che vengono prima: lo sviluppo e i trial clinici».
Zaiput in orbita
Lo scorso anno la Zaiput flow technologies è stata scelta insieme a un’altra startup del MIT, la Nanobiosym, per sperimentare le loro innovative tecnologie sulla Stazione spaziale internazionale. Le due giovani aziende si sono aggiudicate la prima Galactic grant competition consistente in un premio di 500.000 dollari oltre al finanziamento delle spese (circa 15 milioni di dollari), per la messa in orbita della loro strumentazione.