ADOLFATI, Andrea
Nato a Venezia nel 1711, allievo di Baldassare Galuppi, dopo aver compiuti gli studi musicali venne nominato maestro di cappella della chiesa di Santa Maria della Salute in Venezia, ove rimase sino al 1745, per trasferirsi poi al servizio della corte di Modena. Quindi, nel 1748, passò alla cappella musicale della chiesa dell'Annunziata in Genova, la cui direzione egli tenne ininterrottamente sino alla morte, avvenuta nel 1760.
Il carattere chiesastico dei suoi impegni ufficiali a Venezia e a Genova non gli impedì di dedicarsi in prevalenza all'opera lirica, e appunto in veste di autore teatrale, l'A. compì frequenti viaggi in quelle città italiane, dove le sue opere erano accolte.
Si ha notizia di un Artaserse, rappresentato con successo a Roma nel 1742, quindi di una Didone abbandonata, su libretto del Metastasio, andata in scena al Teatro Nuovo di S. Girolamo in Venezia nel 1747 e nel 1748 al teatro Falcone di Genova. Al periodo genovese appartengono le opere Arianna, data nel teatro S. Agostino nell'inverno 1750, e in cui suscitò grande entusiasmo l'aria Se la sorte mi condanna; Adriano in Siria (teatro Falcone, carnevale 1751); La gloria e il piacere (ibid., nell'autunno); il Vologeso (teatro Falcone, carnevale 1752); La Clemenza di Tito (1753); Sesostri Re d'Egitto (1755). La produzione profana dell'A. si completa con La pace fra la virtù e la bellezza, azione drammatica a quattro voci e coro con istrumenti, su testo del Metastasio, rielaborato dall'abate Liborati, eseguita alla corte di Modena il 1 genn. 1746; il manoscritto è conservato all'Estense di Modena. Alla National Bibliothek di Vienna è invece conservato il manoscritto de La Clemenza di Tito, mentre il Sesostri Re d'Egitto è stato pubblicato nel 1948.
Ci sono pure pervenuti alcuni saggi della produzione sacra dell'A.: a Dresda, nell'Archiv der katholischen Kirche, è conservato il manoscritto di un Miserere a quattro voci con strumenti; alla Bibliothèque Nationale di Parigi il manoscritto di un Nisi dominus, ad una voce e basso continuo, e Laudate pueri, a quattro voci. Altre sue composizioni minori, tra le quali il mottetto In Exitu, per cinque voci e strumenti, una Cantata a due voci e due Ariette si trovano nella Bibliothèque du Conservatoire di Parigi. Nella raccolta F. Santini (Bischöfl. Santini-Bibliothek, Münster in Westf.) figura il salmo Domine, ne in furore, a quattro voci con violini, viola e corni. L'A. operò anche nel settore della musica strumentale: ad Amsterdam vennero di lui pubblicate sei Sonate, a tre, cinque e sei, opera I. a. (Parigi, Bibliothèque Nationale).
La tradizione attribuisce all'A. il merito di un'innovazione: quello di avere per primo usato il ritmo di 5/4,apparso in un'aria dell'opera Arianna. Ma, se tale ritmo già era di frequente uso nella musica popolare spagnola e tedesca, l'A. fu, con tutta probabilità, il primo ad introdurlo nella musica cosiddetta dotta, per quanto alcuni studiosi ne facciano risalire il merito a B. Marcello, senza tuttavia fornire prove concrete.
Bibl.: F. Caffi, Storia della musica sacra nella già cappella ducale di S. Marco in Venezia dal 1318 al 1797, I, Venezia 1854, p. 403; R. Giazotto, La musica a Genova nella vita pubblica e privata dal XIII al XVIII secolo, Genova 1951, pp.337-340; F. J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, I, Paris 1860, p. 21; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p. 44; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, I, p. 14, Supplemento, p. 7; L. Caetani, Saggio di un Diz. biobibliogr. ital., n. 2386; Encicl. Ital., I, p. 515; Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 60.