AMADIO, Andrea
Miniatore, attivo a Venezia nella prima metà del sec. XV. Di lui non si hanno notizie biografiche. Illustrò, come risulta dal prologo, il Libro dei semplici,opera del medico Niccolò Roccabonella di Conegliano (1386-1459), più noto come Codice Rinio,da Benedetto Rinio (1485-1565), supposto autore, ma soltanto proprietario del codice (Venezia, Bibl. Naz. Marciana, Ms. lat.,cl. V, 59[=2548]). Per erronea interpretazione del testo, si è sempre ripetuto che le illustrazioni risalgono al 1415; tale data si riferisce invece al trasferimento del Roccabonella da Padova a Venezia. La decorazione fu forse compiuta fra il 1415 eil 1449 quando il Roccabonella passò a Zara.
Il codice, ammiratissimo già dall'umanista Collenuccio e da U. Aldrovandi, fu più volte ricordato come opera di eccezionale pregio; il Ruskin ne fece copiare alcune pagine dal pittore Caldara e le propose allo studio della sua scuola, poiché "ogni pianta, qualunque sia la natura, è ridotta in questo libro ad una simmetria ponderata ed ornamentale", riconoscendo nello stesso tempo che "questi sono i primi disegni botanici di approssimativa accuratezza".Ma se è vero che l'A. non ripete gli schemi convenzionali ai quali si era ridotta la vetusta tradizione dell'iconografia botanica nel corso del Medioevo, è pur vero che la sua opera non manca di precedenti. Circa trenta delle sue illustrazioni derivano da un erbario padovano, El libro agregà de Serapion (Londra, British Museum, Egerton Ms.2020), scritto e miniato per Francesco Novella da Carrara, tra il 1390 e il 1403.
Per quanto numerose illustrazioni del Libro dei semplici siano indubbiamente tratte dal vero, l'A. rientra in una tradizione che si dovette affermare a Padova sul finire del sec. XIV, dove lo spregiudicato naturalismo empirico proprio di quell'ambiente artistico offriva alla ricerca scientifica i presupposti necessari per una libera rappresentazione del mondo naturale.
Bibl.: J. Ruskin, Works, Library Edit., XXI, London 1906, pp. 142 s.;E. De Toni, Il libro dei semplici di B. Rinio,in Mem. d. Pontificia Accad. Romana dei Nuovi Lincei,s. 2, V (1919), pp. 171-279; X (1924), pp. 275-398; XI (1925), pp. 123-264; O. Pächt, Early Nature Studies and the early Calendar Landscape,in Journal of the Warburg and Courtauld Institutes,XIII (1950), pp. 30-32; M. Minio, Il quattrocentesco codice "Rinio" integralmente rivendicato al medico N. Roccabonella, in Atti d. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti,Classe di scienze morali e lettere, CXI (1952-53), pp. 49-64; L. Behling, DiePflanze in der mittelalterlichen Tafelmalerei,Weimar 1957,pp. 56 s.;U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lexikon der bildenden Künstler, I, p. 371 (con ulteriore bibl.).