ARRIGHETTI, Andrea
Nacque a Firenze il 24 ag. 1592 dall'avvocato Giulio e da Maria Semigi. Discepolo di B. Castelli nello studio delle matematiche, l'8 luglio 1613 fu eletto membro dell'Accademia della Crusca. Entrato poi al servizio del granduca Ferdinando II, divenne soprintendente di tutte le fortezze e fabbriche dello stato. Nel 1648 fu eletto provveditore del magistrato della Parte e l'anno successivo senatore. Con diploma del 14 febbr. 1668 il duca Ranuccio Farnese gli conferì il titolo di conte.
Seguace e amico di G. Galilei, intermediario nella corrispondenza tra lo scienziato e la figlia suor Maria Celeste, l'A. fu una delle figure più autorevoli dell'ambiente galileiano di Firenze, lodato da E. Torricelli e da V. Viviani non soltanto per la dottrina, ma anche per l'integrità morale. Queste sue qualità erano talmente note che Timauro Antiate (pseudonimo di Carlo Dati) nel 1663 lo chiamò a testimone della priorità di Galileo sui matematici francesi nella scoperta della cicloide. Merito dell'A. è anche, di avere, alla morte di Galileo, consigliato il granduca di chiamare E. Torricelli a succedergli nella carica di matematico primario.
L'A. non pubblicò alcuna opera; ma dai suoi scritti pervenuti a noi (una relazione sulla bonifica della val di Chiana; sei lettere a B. Castelli; otto a Galileo; due al cugino Niccolò A.; una ad anonimo) risulta che i suoi maggiori interessi tecnici e scientifici si rivolgevano ai problemi idraulici, studiati per via sperimentale e teorica sulla base dei nuovi principî dinamici gaweiani, autonomamente elaborati.
Nel 1630, in tre lettere a Galileo e nelle due lettere al cugino Niccolò, l'A. criticò il progetto, appoggiato invece da Niccolò, dell'ingegnere A. Bartolotti di sistemazione del fiume Bisenzio, sostenendo che esso non avrebbe sortito l'effetto desiderato. Per dirimere la controversia, il granduca nominò arbitri G. Galilei e G. Parigi, i quali riconobbero fondate le critiche dell'Arrighetti. Nel 1634, in quattro lettere a B. Castelli, a proposito di una conduttura che si stava costruendo per portare l'acqua da Montereggio a Boboli, l'A. discute sul moto dell'acqua nei tubi. Particolare importanza ha la seconda lettera, nella quale l'A. fa l'ipotesi che la velocità d'efflusso di un liquido da un foro praticato sul fondo del recipiente sia quella acquistata dalle particelle cadute liberamente dal pelo liquido al foro: questo concetto sarà sviluppato da E. Torricelli nella legge d'efflusso dei liquidi dai fori, che porta il suo nome e fu da lui formulata nel 1641.
Va, infine, anche ricordata la lettera a Galileo del 25 sett. 1633: vi è enunciato e dimostrato un teorema sulla resistenza dei solidi ad essere spezzati, che Galileo, ammiratolo "per la sottigliezza dell'invenzione", si proponeva di utilizzare nella Seconda giornata del Dialogo delle nuove scienze.
L'A. morì a Firenze il 13 febbr. 1672.
Gli scritti dell'A. pervenuti a noi sono: Relazione del sig. A.A. soprintendente dello scrittoio delle possessioni (redatta nel 1645), in Raccolta d'autori che trattano del moto dell'acque..., IV, Firenze 1768, pp. 119-121; Lettera prima [seconda... sesta] originale inedita d'A.A. al P. Ab. Castelli, in Nuova raccolta d'autori che trattano del moto dell'acque, IV, Parma 1766, pp. 4360; le lettere a Galileo si trovano in G. Galilei, Le opere, Ediz. naz., XIV, Firenze 1904, pp. 189-192, 196-98, 199-202; XV, ibid. 1904, pp. 52, 64 s., 279-81; XVII, ibid. 1906, p. 258; nelle stesse Opere le lettere ad anonimo: XIV, pp. 204-206, e Niccolò A.: ibid., pp. 179-81, 185-89.
Fonti e Bibl.: G. Galilei, Le Opere,ediz. naz. Firenze 1890-1909, ad indicem; Lettera a Filaleti di Timauro Antiate, Firenze 1663, in Opere di Evangelista Torricelli,I,2, Faenza 1919, pp. 447 s.; G. Manni, Serie de' senatori fiorentini, Firenze 1722, pp. 10, e 19 dell'Indice;G. Targioni Tozzetti, Atti e memorie inedite dell'Accademia dei Cimento e notizie aneddote dei progressi delle scienze in Toscana, I,Firenze 1780, pp. 170, 186 s., 364; G. B. Clemente de' Nelli, Vita e commercio letterario di Galileo Galilei, II, Losanna 1793, pp. 770, 802; R. Cavemi, Storia del metodo sperimentale in Italia, I, Firenze 1891, pp. 50, 168 s.; J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch zur Geschichte der exacten Wissenschaften,I, col. 66; P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, I, Modena 1893, coll. 52 s.