CACCIATORE, Andrea
Si ignorano la data e il luogo di nascita: probabilmente la prima è da collocare negli ultimi anni del secolo XVIII. Entrato nell'amministrazione statale del Regno di Napoli, nel 1831 chiese la nomina a deputato di Salute in Napoli, ma questa carica venne attribuita a Raffaele Caracciolo e il C. fu nominato commissario di polizia in uno dei quartieri della città. Nel 1836 ottenne quindi la promozione a ispettore di secondo rango.
Egli coltivava, però, anche degli interessi letterari che cercava di accordare con una mentalità di poliziotto borbonico, rigido fautore dell'ordine. Letta "fin dai primi anni della sua pubblicazione" la Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825 (Capolago 1834) di Pietro Colletta, il C. - come si legge in un'istanza da lui presentata a Ferdinando II nel gennaio 1850 - ne era rimasto "talmente irritato, da concepire l'idea di confutarla". Egli iniziò il suo lavoro nel 1845 e lo portò a termine alla fine del 1847, pubblicandolo parzialmente anonimo e senza la parte documentaria alla vigilia degli avvenimenti rivoluzionari (Storia del Regno di Napoli dal 1794 al 1808, Napoli 1848). L'opera, però, in quelle circostanze, fu poco conosciuta ed "un penoso lavoro di molti anni che lode doveva fargli meritare dagli onesti, per poco non lo rese vittima dei rivoltosi". Il C. nel 1849 la ampliò considerevolmente e la presentò manoscritta al re Ferdinando II con una raccomandazione di Leopoldo di Borbone principe di Salerno. Sottoposta alla censura, che "consigliò" modifiche in alcune parti che presentavano uno spirito di "transazione coi nemici dell'ordine" (critiche che il C. accolse, introducendo le opportune modifiche), infine, nell'ottobre 1850, l'opera fu approvata dal ministro Troia, che la trovò "meritevole d'incoraggiamento" e propose fosse diffusa nei collegi e nei licei del Regno e acquistata dai comuni e dagli uffici ministeriali.
Finalmente stampata in due volumi, l'Esame della Storia del Reame di Napoli di P. Colletta dal 1794 al 1825 (Napoli 1850)risulta la più banale e superficiale delle confutazioni della Storia collettiana, inferiore anche a quella del reazionario principe di Canosa; e poté trovare credito negli ambienti governativi soltanto per l'apologetica esaltazione dei Borboni (fatta in verità sulla base di una documentazione piuttosto debole e con una certa dose di ingenuità), che sono scagionati sistematicamente da ogni colpa attribuita loro dal Colletta, ritenuto privo di "due qualità indispensabili ad ogni storico, imparzialità e verità" (II, p. 331).
L'Esame del C. non ebbe comunque molta fortuna, tanto che la spesa di 3.400 ducati sostenuta dall'autore per la pubblicazione fu da lui recuperata soltanto per metà, in quanto i comuni e gli uffici ministeriali non ebbero alcun ordine dal governo di acquistare i due volumi anticollettiani.
Il C., che dal 4 ott. 1848 era stato promosso ispettore di primo rango, chiese anche invano, nel 1850, la nomina a commissario di primo rango.
Morì a Napoli l'11 luglio 1852.
Fonti e Bibl.:Per conoscere la fortuna dell'opera del C. è fondamentale la Memoria dell'ecc.mo ministro degli Affari Ecclesiastici e dell'Istruzione Pubblica, in Arch. di Stato di Napoli, Min. P. I., fasc. 455. Sulla sua carriera di pubblico funzionario cfr. ancora in Arch. di Stato di Napoli, Assienti 983, f. 177; 1274, f. 143; 1275, f. 257; P. Calà Ulloa, Pensées et souvenirs sur la littérature du Royaume de Naples, Genève 1859, II, p. 310; G. Oxilia, La moralità di P. Colletta, Firenze 1902, passim; R. M. Jolmston, The Napoleonic empire in Southern Italy and the rise of the secret societies, London 1904, II, p.186; B. Croce, La rivoluzione napoletana del 1799, Bari 1926, p. 159; A. Zazo, Un "confutatore" della "Storia del Reame di Napoli" di P. Colletta, in Samnium, XIV (1941), pp. 176-181.