Camilleri, Andrea
Scrittore, nato a Porto Empedocle (Agrigento) il 6 settembre 1925. Pur avendo cominciato giovanissimo a pubblicare poesie e racconti, per molti anni si è dedicato soprattutto al lavoro di regista e soltanto in età matura ha ripreso a scrivere, diventando un caso letterario grazie allo straordinario successo ottenuto dai suoi libri. Trasferitosi a Roma nel 1948 per seguire il corso di regia all'Accademia nazionale di arte drammatica, dal 1953 cominciò a lavorare come regista teatrale, preferibilmente su testi di A. Adamov, S. Beckett, L. Pirandello, e dal 1958 al 1988 lavorò soprattutto all'interno della RAI curando innumerevoli regie e sceneggiature radiofoniche e televisive. Fu anche chiamato a insegnare all'Accademia nazionale di arte drammatica e al Centro sperimentale di cinematografia. L'esperienza accumulata nell'esercizio di tali attività non sarebbe stata priva di riflessi sulla sua opera di scrittore, se si pensa all'intrinseca teatralità di certi dialoghi e situazioni narrative, o alla straordinaria perizia nel trattamento e nell'assemblaggio di diversi materiali letterari. Queste doti di alto artigianato, unite all'invenzione di una tessitura linguistica cordialmente affabulatoria, mista di italiano e siciliano, costituiscono in effetti il segreto su cui si fonda il successo della sua scrittura, la quale, nei suoi risultati più felici, è tutt'altro che evasiva, e anzi illumina con divertita ironia aspetti della storia passata e recente della Sicilia, nel solco della migliore tradizione regionale, da G. Verga a L. Sciascia.
Dopo i primi romanzi (Il corso delle cose, 1978, ma scritto nel 1967-68; Un filo di fumo, 1980; La strage dimenticata, 1984; La stagione della caccia, 1992; La bolla di componenda, 1993), che, in parte ispirati a episodi reali della storia siciliana, già rivelano uno spiccato gusto dell'intreccio e una decisa inclinazione ai registri del comico e del grottesco, nel 1994, con La forma dell'acqua, C. ha inaugurato una serie di romanzi e racconti incentrati su un personaggio fisso: il commissario di polizia Salvo Montalbano, che nella cittadina immaginaria (ma inconfondibilmente siciliana) di Vigàta deve sbrogliare numerosi casi di omicidio e malaffare, tanto animato da un sentimento di giustizia sostanziale quanto estraneo a preoccupazioni di carriera e semmai incline a procedure non sempre formalmente ineccepibili. Con crescente fortuna (dovuta anche alla risonanza dei film televisivi a essa ispirati, interpretati da L. Zingaretti), la serie è continuata con Il cane di terracotta (1996), Il ladro di merendine (1996), La voce del violino (1997), La gita a Tindari (2000), L'odore della notte (2001), Il giro di boa (2003), La pazienza del ragno (2004), La luna di carta (2005), La vampa d'agosto (2006) e con alcune raccolte di racconti. La prevalente inclinazione di C. al grottesco delle situazioni e dei caratteri trova forse migliore espressione in alcuni romanzi che appartengono all'altro filone della sua produzione, come Il birraio di Preston (1995), dove, sullo spunto delle sue investigazioni nei misteri della storia siciliana, C. imbastisce una costruzione narrativa dal ritmo incalzante, non priva di colorite incursioni nel comico basso e nel boccaccesco, o La concessione del telefono (1998), in cui, attraverso un virtuosistico montaggio di lettere, relazioni, ordinanze e dialoghi dal vivo, si racconta come una mostruosa cultura del sospetto possa trasformare una privata vicenda burocratica in un caso di portata nazionale. Vanno anche ricordati Il gioco della mosca (1995), La mossa del cavallo (1999), La scomparsa di Patò (2000), Biografia del figlio cambiato (2000), ricostruzione della vita di Pirandello, Il re di Girgenti (2001), certamente il romanzo più impegnativo di C., e La pensione Eva (2006).
bibliografia
S. Demontis, I colori della letteratura. Un'indagine sul caso Camilleri, Milano 2001.
N. Borsellino, Camilleri gran tragediatore, introduzione ad A. Camilleri, Storie di Montalbano, Milano 2002, pp. xi-lvii.