CORNER, Andrea
Figlio di Marco, che risulta defunto nel 1301, iniziò la "Casa Mazor", che fu il più importante dei quattro rami dei Corner di Candia. Si ignora la sua data di nascita e si sa poco di lui fino al 1306: quanto riferiscono le fonti, inoltre, è sempre piuttosto malagevole da interpretare. Si hanno infatti difficoltà per individuare il C. data l'esistenza, a Candia, di almeno due contemporanei suoi omonimi: un Andrea figlio di Tommaso e un altro Andrea detto "Comarolo", che nel 1317 fu nominato castellano di Temene. Alcuni atti del notaio Lorenzo Marcello, ad esempio, ricordano un Andrea come testimone nella cessione di un casale a Leonardo Gradenigo (12 febbr. 1279), come concedente di terra a mezzadria a un villano di Candia (27 apr. 1279), come prestatore di denaro (30 ag. 1281) e, infine, come debitore di un Correr di Venezia (17 febbr. 1281); ma non si può dire se si tratti del figlio di Marco perché i documenti omettono il patronimico. All'inizio del 1301 un Andrea Corner si recò a Venezia ambasciatore dei feudatari di Creta, per chiedere una riduzione del prezzo del sale - che ottenne il 21 gennaio - e altre facilitazioni per la vendita di frumento. Il 30 maggio dello stesso anno il C. era comunque a Candia, dove vendeva grano. A partire da questa data e fino al 9 genn. 1302 una serie di atti del notaio Benvenuto da Brixano ricordano l'attività di un Andrea Corner nell'isola senza però specificare, in genere, il nome paterno. Il 5 luglio 1301 un Andrea acquistò uno schiavo assieme a Giovanni da Molino; il 24 luglio fornì una somma di denaro a due candioti per equipaggiare un vascello da corsa, di cui acquistò poi la metà il giorno seguente al prezzo di 150 iperperi; il 26 agosto fu teste per un atto di Giovanni da Molino e, ancora con lui, comperò uno schiavo greco lo stesso giorno e trattò un altro affare il 24 settembre. L'8 ottobre tal Marino Corsaro gli pagò un debito; il 17 il C. fece un prestito (nel documento relativo viene detto figlio del quondam Marco); il 4 e il 9 dic. 1301, e il 9 genn. 1302 compare come testimonio in alcuni atti.
Di particolare importanza, in questa serie, è un documento del 31 luglio 1301, benché si riferisca all'Andrea Corner, figlio di Tommaso. Si tratta infatti della concessione inPerpetuum a tal Ianachis Mazamurdi della quarta parte dell'isola di Scarpanto (Kárpathos), feudo imperiale della famiglia Corner in seguito concesso da Andronico II (1282-1328) ai fratelli genovesi Andrea e Ludovico Moreschi, che prima del 1306 la sottrassero ai Corner. Andrea Moreschi, come ammiraglio imperiale, aveva avuto l'incarico di custodire le isole vicino a Rodi.
Nel 1306, all'inizio della guerra veneto-bizantina, il C. conquistò Karpathos e le isolette di Kásos e Saria, la cui signoria non gli fu però riconosciuta da Andronico II quando, più tardi, stipulò la tregua con Venezia (11 nov. 1310), sebbene agli ambasciatori inviati a Costantinopoli fosse stato dato l'incarico di ottenerne la legalizzazione. Nel gennaio 1309 Kárpathos era solidamente in mano del C., che fu autorizzato a trasportarvi annualmente una certa quantità di grano dai suoi possedimenti cretesi; il C. l'aveva in suo dominio ancora nell'agosto 1313, quando ottenne dal Maggior Consiglio un'altra licenza del genere. Il possesso di Kárpathos gli fu comunque conteso da Ludovico Moreschi con atti di pirateria e con un tentativo di sollevare contro di lui gli abitanti del luogo. Verso il 1310, però, il Moreschi cadde in mano del C., che lo teneva ancora prigioniero una decina di anni più tardi.
Tra l'agosto e il novembre del 1313 le tre isole vennero sottratte al C. dall'Ordine degli ospedalieri di Rodi. Nel novembre la Repubblica inviò un ambasciatore per chiederne la restituzione, che fu negata. Nella risposti del 25 apr. 1314 - letta il 10 giugno davanti al Senato che già aveva ordinato un'inchiesta sul fatto - il gran maestro degli ospedalieri sostenne che le isole appartenevano alla giurisdizione di Rodi, ed aggiunse che il C. si era a suo tempo impegnato con gli abitanti a difenderle dai pirati (verosimilmente del Moreschi) e che, terminato lo stato di necessità, non vi era motivo per cui continuasse a dominarle. In ogni caso, concludeva il gran maestro, era disposto a sottomettersi a un arbitrato o al tribunale della S. Sede. Verso settembre il doge Soranzo rispose respingendo la proposta di arbitrato papale e, sottolineando la legittimità della signoria del C., invitò gli Ospedalieri a rendergli le isole. Il 25 ott. 1314, a Candia, si giunse a un compromesso, che fu sottoscritto da Federico Corner, procuratore di Venezia e del C., e da Folco di Villaret gran maestro di Rodi: per esso le due parti decidevano di rimettere la questione al giudizio di tre arbitri, che si pronunciarono per il Corner. Nel giugno del 1315 il C. non aveva ancora riacquistato Kárpathos di cui, però, era di nuovo signore il 20 dicembre dello stesso anno, quando fu autorizzato a portarvi annualmente e per un periodo di tre anni una certa quantità di grano cretese per compensare i danni subiti durante l'occupazione degli Ospedalieri. Le isole contese furono consegnate a un inviato veneziano col compito di restituirle al C.: di ciò diede notizia al doge il gran maestro, con lettera del 20 ag. 1316, copia della quale fu inviata anche al Corner. Nel 1314 al Senato si parlò anche della vicenda del Moreschi, e l'ambasciatore veneziano in partenza per Costantinopoli ebbe il compito di occuparsene. La questione non venne allora risolta e, cinque anni più tardi, nel settembre del 1319, si ebbe una richiesta di liberazione del prigioniero da parte degli ambasciatori imperiali a Venezia. La richiesta fu rinnovata l'anno seguente da Andronico II, ma il doge declinò ogni responsabilità.
Mortagli intorno al 1311 la prima moglie, di cui ci è ignoto il nome e il casato, nel 1312 il C. sposò in seconde nozze Maria, figlia di Gaetano Dalle Carceri e vedova di Alberto Pallavicini, diventando così consignore di Bodonitza, nel ducato di Atene, e di un sesto di Negroponte. Il 10 maggio 1313 fu autorizzato a dimorare per cinque anni a Negroponte, purché uno dei suoi figli lo sostituisse nei suoi doveri a Candia. A Negroponte si trovava nella primavera del 1317, quando entrò in conflitto per motivi a noi ignoti con Bonifacio Dalle Carceri signore di Kárystos e Larmena (Stýra), conflitto in cui fu implicato anche il bailo veneziano Michele Morosini. Il C. chiamò in suo aiuto i Catalani di Atene, e ne fece entrare 2.000 nella parte della città sottomessa ai signori terziari, esponendo così tutta l'Eubea al pericolo di conquista. Si ebbe perciò un intervento diretto di Venezia, cui seguirono una prima tregua nel 1318 fra la Repubblica e i Catalani, e altre nel 1319 e 1321 fra i Catalani e i signori di Negroponte, fra cui il Corner. Un documento del 31 luglio 1316 ricorda una concessione per importare materiale edilizio fatta ad un Andrea Corner, di cui si tace il patronimico, affinché possa restaurare una sua casa nel porto di Candia. Nel giugno 1317un Andrea Corner, forse da identificare nel C., era a Venezia, ma si ignora dove fosse quando, nel maggio dell'anno seguente, i Turchi devastarono Kárpathos. Il C. è ancora menzionato in una deliberazione dei Rogati dell'aprile 1319, con cui gli si permise di portar via da Candia due cavalli, forse a Negroponte. Poco dopo la scomparsa della sua seconda moglie, perdette la parte spettantegli di Negroponte, che gli fu sottratta da un cugino della defunta Maria, Pietro Dalle Carceri, avanti il maggio del 1322. Pare ancora a Venezia, infine, nel maggio 1322.
Morì, secondo C. Hopf, nel 1323. Lasciava tre figli - Alessio, Marco e Giovanni - avuti dalla prima moglie.
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