CORVO (Corvi, Corum), Andrea
Nacque a Carpi verso la metà del sec. XV. Scarsissime sono le notizie sulla sua vita; a lungo è rimasto incerto perfino il luogo di nascita, dato che nel titolo di alcune edizioni della sua Chiromantia egli si dice "Mirandulensis". In realtà il C. si stabilì a Mirandola probabilmente nel 1470, quando Antonio de' Corvi da Carpi, forse suo cognato, fu nominato prevosto della città. Per il resto nulla si sa né della formazione né dell'attività del C., se non che esercitò a lungo l'arte della chiromanzia; né si conoscono luogo, e data della sua morte. La sua fama resta legata ad uno scritto di chiromanzia che, per essere stato pubblicato sullo scorcio del sec. XV, lo colloca fra i più antichi scrittori dell'argomento in Europa.
Questo dato fa supporre, inoltre, che molti scrittori posteriori si siano rifatti alla sua opera, ciò che diminuirebbe il valore delle accuse di Bartolomeo della Rocca, detto Cocleso Coclite, famoso astrologo bolognese dei tempo, che nella sua Anastasis (1504)gioca spesso col nome del C. (detto "nero Corvo", "nerissimo Corvo") per demolirne l'originalità, accusandolo di essersi ammantato di penne di pavone, pur essendo corvo, cioè di aver attinto ad altri autori senza citarli. Lo stesso Cocles lo dice eccellente nella pratica chiromantica, ma debole, anzi di nessun valore nella teoria. Tuttavia molte edizioni della Chiromantia furono stampate sotto, il nome del Cocles, ad esempio Physiognomiae et Chiromantiae compendium, Argentorati 1534, 1536 1555; Lichae 1597, anche in traduzioni francese e tedesca. Questo fatto generò un equivoco e mise in dubbio l'esistenza stessa del C., che per alcuni non sarebbe che lo pseudonimo dello stesso Cocles; altri sostennero che il C. usò lo pseudonimo di Cocles, ma è piuttosto improbabile, dato che il Cocles, come s'è detto, parla del C. in termini tutt'altro che amichevoli. Anche un altro famoso chiromante, Patrizio Tricasso, lo criticò aspramente, ma si sa che le polemiche fra chiromanti ed astrologi erano assai frequenti. Il libro del C. fu messo all'Indice dalla Chiesa con le opere di Cocles, Tricasso, Giovanni da Indagine, Pietro d'Abano; fu invece difeso dal Campanella nel suo Atheismus triumphatus perché i chiromanti, a suo giudizio, si limitano ad osservare i segni di Dio nella natura, per cui cadono in peccato solo se pretendono di estendere quei segni ad effetti coi quali non hanno a che fare. Tra gli elogi del C. citiamo quello di Agrippa di Nettesheim, che lo colloca fra i più importanti chiromanti del suo tempo, e quello del Taisnier, secondo il quale il C. eccelle soprattutto nella dimostrazione grafica della lettura della mano. Oltre al discusso valore chiromantico, l'opera del C. è detta utile anche nello studio medico-chirurgico, ma in questo settore l'apporto di opere anche molto illustrate come quella del C. risulta piuttosto marginale.
Numerosi e assai pregiati e rari sono i codici, gli incunaboli e le traduzioni cinquecentesche dell'opera del C.: la più antica edizione a stampa risulta essere la Excellentissimi et singularis viri in Chiroman tia exercitatissimi magistri Andreae Corvi Mirandulensis opus rarissimum de eadem chiromantiae facultate, ad Iohannem Franciscum Mantue Marchionem benemeritum, senza indicazioni tipografiche ma ritenuta della fine del sec. XV, di 88 carte in caratteri gotici, con due incisioni in legno a piena pagina e 156 a mezzo foglio.
Di tale rarissima edizione si ha una ristampa dal titolo Picta chyromantia, Venetia 1513, o nella stamperia di Niccolò e Domenico dal Jesu", una traduzione in italiano (forse dello stesso C.) intitolata Opera Noua de Maestro Andrea Coruo da Carpi habita a la Mirandola. Tratta de la Chiromantia stampata con gratia, Venezia 1519, 1530, presso gli stessi editori. Rara anche la traduzione francese di Jehan de Verdellay L'art de chyromance de excellent et très exercité & prouué maistre Andrieu Corum, senza luogo né data, del principio del sec. XVI; Lyon s. d. (dello stesso periodo) e 1611; Paris 1878 (col titolo Les indiscretions de la main).La prima traduzione tedesca porta il titolo Ein schönes Bachlin der Kunst Chiromantia dess wolgelrten Magistri Andree Corvi von Mirandula, Strassburg 1515. Assai interessante un codice cartaceo in 40 del sec. XVI, di 122 carte, appartenuto alla raccolta Campori (ora alla Biblioteca Estense di Modena, segn. c D. 6.7.), intitolato La fisonomia et chiromantia di messer Andrea Corvo della Mirandola. Il C. si pone sotto la protezione del marchese di Mantova Giovanni Francesco Gonzaga per difendersi dai "morsi dei maldicenti". Vi è premesso un Prologo, sulla fisionomia in generale (probabilmente del Cocles). Segue il Compendio della chiromantia (pp. 41-73), in cui sono esposti i principi della dottrina chiromantica con osservazioni di chiroscopia e di chirognomia. Vi sono poi 164 tavole con le linee e i monti della mano e le relative interpretazioni, brevi ed essenziali anche se talvolta contraddittorie e naturalmente assai vaghe. Una pagina dedicata Al lettore espone infine le differenze tra le mani destra e sinistra e presenta alcune indicazioni di lettura chiromantica.
Fonti e Bibl.: B. Cocles, Chyromantie acphysionomie Anastasis [1504], Bononiae 1523, c. 29; H. C. Agrippa di Nettesheim, De incertitudine et vanitate omnium scientiarum et artium liber, [1527], Lugduni Batavoruni 1644, p. 83; J. Taisnier, Opusmathematicum, I, Coloniae Agrippinae 1562, p. 7; II, pp. 26 s.; C. Gesner, Bibliothecainstituta et collecta, Tiguri 1583, p. 42; Index librorum prohibitorum (1595), in J. Gallemart, Sacrosanctum oecumenicum Concilium Tridentinum, Tridenti 1762, p. 357; T. Campanella, Atheismustriumphatus, Parisiis 1636, p. 266; J. A. Van der Linden, De scriptis medicis, Amstelodami 1637, p. 79; G. A. Mercklin, Lindenius renovatus, Norimbergae 1686, pp. 44, 115; J. J. Manget, Bibliotheca scriptorum medicorum, I, Genevae 1731, p. 121; C. G. Schwarz, Bibliothecae Schwarzianae, II, Altdorfii et Norimbergae 1769, p. 48; G. Tiraboschi, Biblioteca modenese, II, Modena 1782, p. 191; VI, 1, ibid. 1786, p. 98; G. Fantuzzi, Not. degli scrittori bolognesi, III, Bologna 1783, p. 182; Biographie universelle ancienne et moderne, IX, Paris 1813, p. 189 (s. v. Cocles B.); V. Lancetti, Pseudonomia, I, Milano 1836, pp. 66; II, ibid., p. 359; Dizionario biogr. universale, II, Firenze 1842, p. 85 (s. v. Coclite B.); J. G. T. Graesse, Bibliotheca magica et Pneumatica, Leipzig 1843, pp. 100, 107; Nouvelle Biographiegénérale, XI, Paris 1855, col. 17; L. F. Valdrighi, Alcune note biografiche che possono far seguito alla Biblioteca modenese tiraboschiana, Modena 1876, p. 30; L'Indicatore mirandolese, I (1877), 7, p. 58; A. Sommarini, Bibliogr. diautori carpigiani, in Memorie stor. e doc. sullacittà e sull'antico principato di Carpi, II, Carpi 1879-80, pp. 81 s.; Catal. degli scrittori carpigiani, Carpi 1881, p. 14; P. Kristeller, Die italien. Buchdrucken und Verlegerzeichen bis 1525, Strassburg 1893, p. 88; L. Lodi, Catalogo dei codici edegli autografi posseduti dal marchese G. Campori, Modena 1895, p. 92; F. Ceretti, Biografie mirandolesi, in Mem. stor. della città e dell'anticoducato della Mirandola, I, Mirandola 1901, pp. 189-92; A. Caillet, Manuel bibliogr. des sciencespsychiques cu occultes, I, Paris 1912, pp. 359, 393; L. Thorndike, A history of magic and experimentalscience, New York 1941, V, pp. 55 s., 64 s., 586 s.; VI, pp. 147, 163, 177, 510; G. Sabattini, Biobibliogr. chiromantica Reggio Emilia 1946, pp. 25-29; C. Vasoli, Profezia e ragione, Napoli 1974, p. 464; L. Hain, Repert. Bibliographicum, II, 2, p. 206; J. C. Brunet, Manuel du libraire, II, p. 314; J. G. T. Graesse, Trésor de livres rares et précieux, II, pp. 279 s.; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, VII, p. 185; P. O. Kristeller, Iter Italicum, I, pp. 316, 376, 387.