CRESPI, Andrea
Di origine modenese, secondo l'attendibile testimonianza di fonti storiografiche coeve, nacque presumibilmente agli inizi del secolo XVIII; l'attività pittorica è documentata con sicurezza dal 1731 al 1750.
Cresciuto alla bottega di più solida rinomanza nella cultura figurativa del Settecento locale, quella di Antonio Consetti, il C. rimase a lungo operoso nel suo stesso ambito, applicandosi a varie imprese al fianco dello stesso caposcuola e dei condiscepoli, come nella circostanza del restauro, condotto nel 1731 in collaborazione con Silvio Barbini e Pietro Boselli, di ventisette antichi ex voto illustranti Miracoli di s. Geminiano, affrescati sulle pareti della vecchia sagrestia nel duomo di Modena. Ancora all'interno dell'atelier consettiano, il C. prese parte alla realizzazione di un vasto intervento pittorico, del quale non resta nulla, presso lo scomparso monastero di S. Orsola: nell'aprile del 1740 subentrò a un "Tommaso Tedesco" nell'esecuzione di un dipinto a guazzo, raffigurante la Madonna e san Giuseppe, nella cappella dell'orto conventuale, su disegno e con l'assistenza del Consetti, e quindi, nel gennaio del 1741, condusse a termine, sempre sotto la direzione del maestro, la copia della miracolosa effigie della Beata Vergine di S. Cataldo, commissionata da suor Vittoria dei conti Molza per la stanza del capitolo. Compì inoltre, per la chiesa di S. Francesco, un ovato con l'immagine di S. Michelina, ora disperso, che sulla metà del sec. XVIII era collocato presso il sepolcro della famiglia Beleardi.
Risulta inoltre che, agli inizi del 1750, il C. coadiuvasse il Consetti nel restauro di varie opere presso il palazzo ducale di Modena: undici quadri alle pareti della sala approntata "per gli Oratori", cinque dipinti e sei sovraporte.
Un ampio capitolo dell'attività del C. si svolse nella limitrofa Carpi, su richiesta di varie famiglie aristocratiche.
Di lui l'erudito locale E. Cabassi (ms., sec. XVIII) enumera quattro quadri "da sala" di genere biblico con Giuditta, Sisara, Loth e Agar;quattro ritratti ovali di membri della famiglia del duca Francesco III d'Este, probabilmente copie, e diversi soggetti sacri - i Quattro evangelisti, S. Luigi re di Francia e S. Francesco Saverio -, opere tutte collocate presso il palazzo dei nobili Meloni; una teoria di dodici vedute paesaggistiche, a ornamento della villa Aldrovandi, e due serie, ciascuna di sei ovati, con figurazioni architettoniche presso la villa Cabassi e la casa Rebucci; quattro effigi di santi e quattro paesaggi nella residenza della famiglia Rocca; infine, presso il tempio di S. Nicolò, un S. GiovanniNepomuceno e una S. Margherita da Cortona, che secondo le fonti era il capolavoro del Crespi.
Di tali episodi pittorici, soltanto uno rimane - l'unico di quest'autore pervenuto in senso assoluto -: la tela di S. Giovanni Nepomuceno, eseguita nel 1743 su ordinazione del feldmaresciallo austriaco Traun per solenne ringraziamento della vittoria austro-sarda di Camposanto sugli Spagnoli nel corso della guerra di successione austriaca, celebrato presso la chiesa del convento di S. Nicolò; il quadro fu esposto in seguito nella cappella dell'Annunziata e infine trasferito all'interno del monastero stesso.
La composizione, che pedissequamente si adegua alla tradizionale iconografia del santo in piedi, reggente gli attributi della palma e del crocifisso, al centro di un paesaggio con ponte, allusivo al luogo del suo martirio, ostenta, anche nel greve impaccio del fraseggio stilistico, la trascurata rapidità della stesura, legata all'evento contingente di un apparato celebrativo (Garuti, 1982).
Simile carenza qualitativa, che si appoggia ad un lezioso pietismo - deteriore interpretazione del suadente garbo rococò che informa gli esempi più cospicui del Consetti, suo maestro -, verrebbe a deporre a favore della recisa critica mossa all'artista dal Tiraboschi (1786), il quale, nell'omettere la menzione specifica delle sue opere, lo definisce "Pittor mediocre", per poi riconoscerne, tuttavia, attitudini di "felice disegnatore", le cui creazioni a penna, allora esistenti in gran copia, lo affiancherebbero ai "più valorosi bulini"; infatti, come precisa il Cabassi, gli effetti dell'incisione venivano dal C. imitati con un tratteggio particolarmente raffinato e minuto. Dunque un giudizio rivalutativo, sebbene circoscritto al settore della grafica - frequentato, d'altro canto, con peculiare qualità d'esiti dallo stesso Consetti -, che più collima con la reputazione goduta dall'artista presso i contemporanei di artefice "di merito e provetto".
Appare pertanto motivata una collocazione del C. nella pleiade di quegli operatori non privi di inclinazioni e capacità, ma frettolosi e sciatti, almeno in vasta parte della loro produzione, svolta ai margini di accreditate scuole e indirizzata ad una committenza minore, quali istituzioni monastiche, o di provincia, che si individua in quadri a destinazione ornamentale, sulla scia dei generi, in loco assai ambiti del vedutismo e della prospettiva architettonica, in repliche, ai limiti della serialità, da aulici ritratti ufficiali, e in episodi conformisticamente devozionali, ricalcanti già collaudati prototipi figurativi.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Modena, Arch. Segreto Estense, Cassa Segreta (Arti Belle, Pittori), 23 febbr. 1750, n. 22421; Ibid., Soppressioni napoleoniche, f. 1899: Libro memoriale per le rev. de monache di S.ta Orsola di Modena [ms. sec. XVIII], pp. 348, 351; Carpi, Arch. stor. comunale, E. Cabassi, Notizie degli artisti carpigiani con la aggiunta di tutto ciò che ritrovasi in Carpi d'altri artisti dello Stato di Modena [ms. II metà sec. XVIII], p. 56 (è in corso di stampa una trascriz. con note a cura di A. Garuti); G. Tiraboschi, Bibl. modenese, Modena 1786, VI, p. 402; A. Dondi, Notizie stor. ed artist. del duomo di Modena, Modena 1896, p. 90; G. Soli, Chiese di Modena, a cura di G. Bertuzzi, Modena 1974, 11, p. 47; A. Garuti, Catal. d. opere d. chiesa di S. Nicolò in Carpi [ms. presso la Soprintendenza ai Beni artistici e storici di Modena e Reggio], scheda n. 29; Id., Restauri al patrimonio stor. artist. comunale (catal.), Carpi 1982, pp. 34 scheda n. 51, 57, fig. 51; Id., Contributo alla conoscenza d. fonti d. letteratura artistica settecentesca modenese, in Aspetti e problemi del Settecento modenese, Modena 1982, p. 108; E. Cecchi Gattolin, I disegni dei Consetti nelle collez. d. Biblioteca civica di storia dell'arte "Luigi Poletti" di Modena (catal.), Modena 1982, p. 40; U. Thieme-F. Becker:, Künstlerlexikon, VIII, p. 89.