ALAGNO, Andrea d'
Nipote di Cesario, nel 1284, come canonico di Amalfi, fu giudice delegato dell'arcivescovo per dirimere una questione sorta fra certo Giacomo Grillus e il monastero femminile di S. Maria di Amalfi. Dopo la morte, nel 1292, di Filippo Austaricchio, arcivescovo di Amalfi, fu chiamato a succedergli da Celestino V (alcuni canonici gli avevano preferito Pietro Piperno, vice cancelliere di Santa Romana Chiesa) e la sua elezione fu confermata da Bonifacio VIII, il 29 marzo 1295.
Poco si sa sui primi anni del suo governo. Dalle Rationes decimarum della Campania risulta che A. si rifiutò, con tutto il clero amalfitano, di pagare le de-cime degli anni 1308-1310 "non obstante processu et sententiis contra ipsum promulgatis", e indusse a non pagare anche il suo omonimo nipote, vescovo di Minori. L'Ughelli, senza precisare la data, afferma che A. fu consigliere di re Roberto. Nel 1324 l'A. cominciò a far riattare e ampliare la via da Amalfi a Maiori, opera dalla quale dové desistere per l'opposizione del vescovo Francesco di Ravello. Arricchì la cattedrale amalfitana di mosaici, di suppellettili, ne fece ricostruire il tetto, ornò di pitture la cripta dell'apostolo S. Andrea, fece costruire la cappella del presepe, nella "navata del Crocefisso", nel 1319, e accrebbe le entrate dei dodici canonici. Verso i congiurati, come Franzone Alagno capo della fazione patrizia, che tennero agitata la città con eccessi e uccisioni, si dimostrò debole. Morì nel 1330.
Fonti e Bibl.: Registres de Boniface VIII, a cura di G. Digard, M. Faucon, A. Thomas, I, Paris 1884, p. 34 n. 80; Jean XXII, Lettres communes, a cura di G. Mollat, X, Paris 1930, p. 314 n. 54830; XI, Paris 1929, p. 15 n. 55004; Rationes decima rum Italiae. Campania, a cura di M. Inguanez, L. Mattei-Cerasoli, P. Sella, Città del Vaticano 1942, pp. 484, 489; Codice diplomatico amallitano, a cura di R. Filangieri di Candida, II, Trani 195 I, pp. 184-186; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, VII, Venetiis 1721, coll. 229-231; G. Pansa, Istoria dell'antica repubblica di Amalfi, I, Napoli 1724, pp. 153, 294; M. Camera, Memorie storico-diplomatiche di Amalfi, I, Salerno 1876, pp. 513-514, 523-525, 668; C. Eubel, Hierarchia catholica ... I, Monasterii 1913, p. 84; P. Pirri, Il duomo d'Amalfi e il Chiostro del Paradiso (cfr. ivi, Liber Pontificalis Ecclesiae Amalph.), Roma 1941, p. 182.