ANDREA d'Isernia
Giureconsulto, così detto dalla sua patria nel Sannio; nato forse intorno al 1220, secondo alcuni dalla famiglia De Rampinis. Professore dal 1289 nell'università di Napoli, egli occupò anche importantissimi uffici nel governo del Regno di Sicilia: nel 1288 lo troviamo giudice della Magna Curia, nel 1294 luogotenente del gran protonotario e nello stesso anno maestro razionale. Adempì non pochi incarichi straordinarî commessigli dal re, che nel 1309 lo volle. compagno nel viaggio ad Avignone, per farsi incoronare dal pontefice Clemente V. Morì nel 1316.
Sua opera principale sono i Commentaria in usus feudorum, ove egli manifesta varie sue dottrine specialmente in materia di successione di feudi, dottrine che ebbero vasta influenza sulla cultura giuridica del Regno, come pure sulla giurisprudenza e sulla legislazione feudale. Suoi importanti lavori sono anche la Lectura sulle costituzioni del Regno e i cosiddetti Riti della Magna Curia dei maestri razionali, a lui attribuiti. Lasciò anche commentarî su titoli del Codice e del Digesto, un trattatello De ordine iudiciorum e un commentario sul titolo De statutis et consuetudinibus contra libertatem Ecclesiae, ove espone le sue idee sui rapporti tra Stato e Chiesa e in difesa delle ragioni della Chiesa. I Commentaria in usus feudorum furono editi a Napoli nel 1477; la lettura sulle costituzioni del Regno, a Napoli nel 1472 e 1479.
Bibl.: L. Palumbo, Andrea d'Isernia in Atti della R. Accademia di scienze mor. e pol. di Napoli, XXX (1887); A. Prologo, Due grandi giureconsulti del sec. XIII: Andrea de Barulo e Andrea d'Isernia, Trani 1914.