ANDREA da Bari
Giudice barese, visse nella seconda metà del sec. XII e all'inizio del XIII; a lui viene tradizionalmente attribuita una delle due redazioni scritte delle Consuetudini di Bari. L'altro compilatore, contemporaneo di A., è il giudice Sparano.
Confuso un tempo con Andrea Bonello da Barletta, glossatore della scuola napoletana di vari decenni posteriore, di A. da Bari poco o nulla è dato sapere. In alcuni documenti del Codice diplomatico barese (I, Trani 1897, pp. 141, 145, 150s.) degli anni tra il 1202 e il 1210 compare un Andrea che si dichiara, oltre che giudice, advocatus Barensis ecclesiae e Magnae Regiae Curiae magister iustitiarius,sicché sembra verosimile di poter individuare in tali sottoscrizioni quelle dell'Andrea compilatore delle Consuetudini. L'attribuzione di queste ad A. risulta a sua volta dalla attestazione di paternità che ne diede il Massilla stampandole per la prima volta nel sec. XVI(Commentaria super consuetudinibus civitatis Bari,Padova 1550), in quanto di tale testo non ci rimangono antichi manoscritti; ma con tutta probabilità tale attribuzione il Massifia attinse al manoscritto stesso da cui trascrisse il testo per pubblicarlo.
Le redazioni delle Consuetudini baresi di A. e di Sparano (pur nella contemporaneità degli autori sembra doversi dare la precedenza alla redazione di A.) si integrano a vicenda, segnalando prevalentemente A. le differenze di esse dal diritto romano, e Sparano quelle col diritto longobardo. Esse ci appaiono come un'iniziativa del tutto privata, e non sembrano essere state precedute da altre formulazioni scritte, ufficiali o meno, dei diritto particolare di Bari, almeno nel suo insieme; in ogni caso sono tra le più antiche e importanti redazioni scritte di diritto consuetudinario che l'Italia meridionale abbia avuto, ed ebbero applicazione anche in altri luoghi della Terra di Bari.
In particolare la compilazione di A. riecheggia nella distribuzione della materia e nelle intitolazioni delle rubriche il Codice e il Digesto giustinianei, iniziando con una rubrica De sacrosanctis ecclesiis e chiudendo con un De regulis iuris;complessivamente, delle diciotto rubriche, ben tredici sono tolte alle compilazioni giustinianee.
A una valutazione d'insieme A. ci appare (a preferenza dello Sparano) come giurista di buona preparazione nei due diritti che formavano il substrato giuridico della Puglia, il, romano e il longobardo, e non privo di esperienza e di interessi per la vita ecclesiastica, il che confermerebbe la sua qualità di advocatus della Chiesa barese.
Bibl.: Il testo delle Consuetudini di A. fu ripubblicato, sulla scorta dell'edizione del Massilla, da G. Petroni, Storia di Bari,Napoli 1857-58, in appendice al vol. II; e da V. Giustiniani, Ildiritto consuetudinario in Terra di Bari,in La Terra di Bari,I,Trani 1900, pp. 145-243. Lo studio fondamentale sugli autori e sul contenuto delle due redazioni di Consuetudini resta sempre quello di E. Besta, Ildiritto consuetudinario di Bari e la sua genesi,in Riv. ital. Per le scienze giuridiche,XXXVI(1903), pp. 3 ss. (con a p. 111, n. 2, copiosi emendamenti all'edizione del Giustiniani). Inoltre: T. Massa, Le consuetudini della città di Bari,Bari 1903 (di cui recens. di E. Besta in IlCircolo Giuridico di Palermo, XXXVIII, 1 [1907], pp. 110 ss.);V. Roppo, Le fonti del diritto di Terra di Bari,Trani 1913- Ottime esposizioni e valutazioni sintetiche sull'opera, di A. e Sparano in E. Besta, Fonti: legislazione e scienza giuridica,p.te II (nella Storia del dir. italiano di P. Del Giudice, vol. I), Milano, 1925, pp. 468 s.; F. Calasso, Medio Evo del diritto,I. Le fonti,Milano 1954, pp. 415 s.; cfr. anche Encicl. Ital.,III p. 199.