MARANO, Andrea da
Nacque verosimilmente a Parma, in una data da porsi nel quarto decennio del XIII secolo, supponendo che avesse i necessari 25-30 anni di età all'epoca delle sue prime attestazioni nelle cariche comunali.
Allo stesso modo non è possibile ricostruire con precisione le origini della famiglia che figura attiva all'interno della pars populi della città di Parma, con un ruolo rilevante tra quei gruppi che si caratterizzarono come composti da uomini provenienti dall'"aristocratie judiciaire" (Guyotjeannin, p. 385) della prima età comunale e i cui membri, facendo carriera come iudices e legum doctores più sulla base della propria qualificazione professionale che di consolidate tradizioni familiari, entrarono nel "marché des podestats" (ibid., p. 350), cioè nel circuito di queste cariche tra professionisti del diritto. I da Marano si segnalarono in particolare per il loro attivismo a favore dei Sanvitale, famiglia di notevole rilevanza cittadina, e questo, insieme con la frequenza con cui è attestata l'assegnazione a membri della famiglia della carica di capitano del Popolo rispetto a quella di podestà (peraltro sempre in un raggio d'azione ristretto a livello regionale - al di fuori di Parma - tra Reggio, Modena, Bologna e Ferrara), ne fa ipotizzare uno spiccato attivismo nell'ambito dello schieramento popolare.
In particolare, a fianco del M. sono documentati anche altri membri della famiglia, quali Giliolo, iudex, che fu capitano del Popolo a Modena tra il 1277 e il 1278 e podestà a Reggio nel secondo semestre del 1278, e Francesco, giudice del podestà a Modena nel 1284; dopo tale data i da Marano non figurano più in cariche pubbliche, se non una sola volta nel 1317, con Andriotto capitano del Popolo a Cremona.
Il M., a cui le fonti attribuiscono il titolo di legum doctor, compare per la prima volta nel 1264, quando fu tra coloro che presiedettero alla riforma degli statuti della sua città, e poi nel 1267, quando "dominus Andreas de Marano civis Parme fuit quartus capitaneus populi Parme" (Chronicon Parmense, p. 26). Nel 1269 figura, sempre come legum doctor, quale giudice del podestà Iacopino Rangoni a Modena; quindi fu podestà di Modena nel primo semestre del 1272 e capitano del Popolo sempre a Modena nel 1277, poi, per alcuni, ricoprì la carica di capitano del Popolo a Bologna nel primo semestre del 1279 (attribuita da altri ad Andrea Martinengo: cfr. Gualandi); tra 1279 e 1280 fu podestà a Ferrara e il 25 apr. 1281 fu capitano del Popolo a Pistoia.
L'incarico più rilevante, a conferma del prestigio e delle riconosciute capacità di mediazione in circostanze delicate, si ebbe nella primavera del 1282 quando il M. fu inviato insieme con Matteo da Correggio quale ambasciatore del Comune di Parma presso papa Martino IV e la Curia romana per ottenere che la città, fosse sollevata dalla scomunica che l'aveva colpita nel 1279, quando i domenicani erano stati oggetto di violente manifestazioni popolari, in seguito all'esecuzione di una sentenza di eresia, e avevano dovuto abbandonare la città. Questa ambasceria ebbe sostanzialmente successo, ottenendo - anche per l'intercessione del cardinale Gerardo Bianchi di Parma - l'absolutio del Comune che subito dopo richiamò i frati predicatori.
In definitiva il M. fu tra i molti esponenti del mondo giuridico e politico impegnati in maniera sostanziale nel mantenimento del predominio a livello regionale della parte popolare e guelfa: in questo senso egli si trovava ancora in una posizione rilevante a Reggio nel 1289 quando, a espressione della predominanza di Bologna e di Parma, svolse l'incarico di capitano del Popolo mentre il bolognese Torello Torelli ricopriva l'incarico di podestà; il 7 agosto si riaccesero gli scontri tra le partes cittadine, denominate nelle fonti come "superiori" e "inferiori" e riconducibili, senz'altro, alle consuete e opposte fazioni di magnati e popolari, tipiche di questa fase storica. In quella occasione il populus reggiano sostenne i suoi rettori ed ebbe la meglio sui magnates, bruciando le case dei Fogliani e inviando i potentes suoi avversari in prigionia a Parma, prima che fosse stabilita una pace che peraltro "quidem pax canina fuit" (Chronicon Parmense, p. 57). Tale situazione di conflittualità riemerse pienamente già nel dicembre di quello stesso anno e si sarebbe rivelata insostenibile, preludendo così alla chiamata alla signoria di Obizzo (II) d'Este tanto a Reggio quanto a Modena.
Il M. è ancora citato come capitano del Popolo di Reggio fino al 1° genn. 1290; dopo tale data non si hanno più notizie dirette su di lui; si ignora quindi la data della sua morte.
La famiglia dei da Marano fu ancora ripetutamente coinvolta nelle lotte politiche e quindi esiliata e riammessa a Parma nelle convulse fasi di lotta politica dell'inizio del Trecento.
Fonti e Bibl.: Memoriale potestatum Regiensium gestorumque iis temporibus ab anno 1154 usque ad annum 1290, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., VIII, Mediolani 1726, coll. 1144, 1172; Chronicon Parmense ab anno 1038 usque ad annum 1338, a cura di G. Bonazzi, in Rer. Ital. Script., 2a ed., IX, 9, pp. 26, 41, 57; Alberti Milioli notari Regini Liber de temporibus et aetatibus et Cronica imperatorum, a cura di O. Holder-Egger, in Mon. Germ. Hist., Scriptores, XXXI, Hannoverae 1903, pp. 577 s.; Statuta Ferrariae anno MCCLXXXVII, a cura di W. Montorsi, Ferrara 1955, pp. 369, 386; Salimbene de Adam, Cronica, a cura di G. Scalia, Bari 1966, pp. 729 s., 772; I. Affò, Storia della città di Parma, III, Parma 1793, pp. 268, 284; L. Zdekauer, in Breve et ordinamenta populi Pistorii anni 1284, a cura di L. Zdekauer, Mediolani 1891, p. L; E.P. Vicini, I podestà di Modena (1156-1796), I, (1156-1336), Roma 1913, p. 136; E. Scarabelli-Zunti, Consoli, governatori e podestà di Parma, Parma 1935, ad ind.; E.P. Vicini, I capitani del Popolo di Modena e di Reggio (dal 1271 al 1328), in Studi e documenti della R. Deputazione di storia patria per l'Emilia e la Romagna. Sezione di Modena, III (1939), pp. 189-209; IV (1940), pp. 37-64, 171-188, 234-250; V (1941), pp. 48 s.; E. Gualandi, Podestà, consoli, legati pontifici, governatori e vice-legati che hanno governato la città di Bologna (1141-1755), in L'Archiginnasio, LV-LVI (1960-61), p. 206; A. Vasina, Comune, vescovo e Signoria estense dal XII al XIV secolo, in Storia di Ferrara, V, Il Basso Medioevo, Ferrara 1987, p. 119; O. Guyotjeannin, Podestats d'Émilie centrale: Parme, Reggio et Modene (fin XIIe - milieu XIVe siècle), in I podestà dell'Italia comunale, I, Reclutamento e circolazione degli ufficiali forestieri (fine XII sec. - metà XIV sec.), a cura di J.-C. Maire Vigueur, Roma 2000, pp. 385 s.; P. Bonacini, Dinamiche istituzionali e circolazione dei podestà. Modena nel secolo XIII, in Atti e memorie dell'Acc. di scienze, lettere e arti di Modena, s. 7, IV (2002), p. 483.