Andrea da Priverno (o da Piperno)
Scultore, nativo di Priverno (prov. Latina), noto soltanto per avere eseguito il portale della chiesa della SS. Annunziata a Terracina, che nell'iscrizione "Magi(ster) A(n)dreas de Piperno me fecit" reca il suo nome. Le semplicissime linee di tale struttura architettonica, dagli stipiti con profilature a sezione semicircolare, architrave su mensole fogliate decorato con un motivo vegetale a rilievo, lunetta sormontata da un cornicione terminante in due brevi segmenti rettilinei, si ritrovano quasi invariate a Priverno, nelle chiese di S. Vito (il cui architrave, di restauro, non offre elementi di confronto) e di S. Antonio, quest'ultima dotata di un architrave firmato nel 1336 da un Toballo de Ianni, affine, anche nei caratteri epigrafici, all'opera di Andrea. Una conseguente datazione di essa intorno al terzo o quarto decennio del sec. 14° (mentre la assegnano più genericamente al Trecento: Enlart, 1894; Toesca, 1951; Zander, 1961) non contrasta con l'apparente arcaismo del rilievo, strettamente improntato a quello che decora l'archivolto centrale del duomo della stessa Priverno (sulla cui cronologia, che si deve comunque collocare entro la metà del sec. 13°, non esiste unanimità di valutazione), dal quale, nonostante l'identità compositiva, sembra soltanto dipendere, non condividendone la qualità di fattura.Sorretta dal solo riferimento alla citata epigrafe, e pertanto scarsamente fondata, appare l'ipotesi di Hermanin (1945), secondo il quale ad A. spetterebbe anche la costruzione stessa della chiesa dell'Annunziata.
Bibliografia
C. Enlart, Origines françaises de l'architecture gothique en Italie, Paris 1894, p. 154.
A. Rossi, Terracina e la Palude Pontina, Bergamo 1912, pp. 118, 120.
Toesca, Medioevo, 1927, p. 711 n. 16.
F. Hermanin, L'arte in Roma dal sec. VIII al XIV (Storia di Roma, 27), Bologna 1945, p. 51.
Toesca, Trecento, 1951, p. 367 n. 114.
S. Aurigemma, A. Bianchini, A. De Santis, Circeo Terracina Fondi, Roma 1957, p. 47.
G. Zander, Terracina medioevale e moderna attraverso le sue vicende edilizie, in Saggi di storia dell'Architettura in onore di Vincenzo Fasolo, Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura 31-48, 1961, pp. 315-330: 320.