ANDREA da Procida
Fratello del noto Giovanni, nacque nella prima metà del secolo XIII. Dopo aver combattuto con re Manfredi a Benevento, seguì il fratello nell'esilio. In Aragona lo si incontra, con la carica di regio scudiero, alla corte di Pietro III, il quale lo impiegò in alcune missioni diplomatiche, fra le quali l'ambasceria del gennaio 1282 a Sancio di Castiglia. Dopo il Vespro, alla preparazione del quale pare abbia attivamente partecipato insieme con Giovanni, si recò in Sicilia al seguito del re aragonese e, sempre nello stesso anno, compì la sua prima azione militare a Messina, quando riuscì, insieme con Nicola Palizzi, a far entrare nella città assediata cinquecento balestrieri delle Baleari. Il 5 ott. 1282 fu nominato capitano della città e del territorio di Catania, con giurisdizione civile e militare, e rettore della Chiesa catanese, con l'incarico di compilare un accurato inventario di tutti i beni e i proventi della Chiesa stessa che il re avrebbe trattenuto come mutuo sino alla fine della guerra. Ma quest'ultimo incarico subì delle limitazioni, come dimostrano alcune lettere del re in favore del monastero catanese di S. Agata (15 ott. 1282) e di richiamo per A. perché non uscisse fuori dai limiti del suo ufficio (23 genn. 1283). È accertato, comunque, che ancora nel giugno 1284 A. era capitano di Catania e rettore della Chiesa. Se ne ignora la data di morte; molto probabilmente A. era già deceduto nel 1296 quando, dopo lunga vacanza, fu eletto arcivescovo di Catania Gentile.
Fonti e Bibl.: Documenti inediti estratti dall'Archivio della Corona d'Aragona,Palermo 1882, docc. nn. XLII, XLVII, CXII, CCLXVII, CCXCIII, CCCXL, CCCXCVIII, CCCCXIII; G. La Mantia, Codice diplomatico dei re aragonesi,Palermo 1918, docc. nn. XI, CCXXII; Due Cronache del Vespro in volgare siciliano del secolo XIII,in Rer. Italic. Script.,2 ediz., XXXIV, 1, a cura di E. Sicardi, pp. VIII, XXVII, XXXI, XXXVIII, XXXIX; M. Amari, La guerra del Vespro Siciliano,I,Milano 1886, pp. 301, 304, 323, 360; O. Cartellieri, Peter von Aragonen und die sizilianische Vesper,Heidelberg 1904, p. 90; S. Runciman, The Sicilian Vespers,Cambridge 1958, pp. 204 s., 211.