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DELLA TORRE, Andrea

di Carla Casagrande - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 37 (1989)
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DELLA TORRE, Andrea

Carla Casagrande

La prima parte della vita del D. è scarsamente documentata: della sua famiglia e della sua vita sino al 1363 sappiamo infatti solo quanto ci riferiscono gli autori delle più antiche raccolte di biografie di personaggi illustri dell'Ordine domenicano Piò, Altamura, Fontana, che sono però assai tarde (sec. XVII) e delle cui informazioni non siamo in grado di controllare l'attendibilità. Secondo tali autori il D. sarebbe nato a Milano dalla nobile e potente famiglia ambrosiana. Non ricordano tuttavia il nome dei genitori, né indicano l'anno di nascita.

Il D. sarebbe entrato ancor giovane in religione, vestendo l'abito dei predicatori del convento domenicano di S. Eustorgio di Milano. Qui, sin dai primi anni si sarebbe distinto per le sue doti morali e intellettuali e per la sua vita di rinunzia e di pietà. Leggendaria sarebbe stata la sua cura nell'evitare qualsiasi compagnia femminile; particolarmente lodate le sue pratiche ascetiche e penitenziali con cui voleva scongiurare le frequenti guerre e discordie che agitavano l'Italia di quegli anni; universalmente note la sua abilità di predicatore e la sua preparazione dottrinale. Su quest'ultimo aspetto certamente le notizie desumibili dal racconto dei biografi secenteschi, a mezza strada tra la biografia e l'encomio, non esagerano: il primo documento conosciuto che riguardi il D., la lettera del 24 maggio 1363 del papa Urbano V, in cui si ordina al domenicano Guglielmo Romano, maestro del sacro palazzo, di concedere il titolo di magister al D. stesso, ne sottolinea infatti il prestigioso curriculum scolastico che giustificava la concessione della dignità magistrale. Il D., dice la lettera papale, ha studiato con assiduità la teologia a Parigi per molti anni, è stato lector in teologia nei conventi di Avignone e di Genova, attualmente ricopre quella stessa carica nello studium del convento di Bologna.

Da questo momento i rapporti con la Curia avignonese scandiscono le vicende della vita del D.: sarà sempre il papa Urbano V a nominarlo prima suo penitenziere, il 16 apr. 1366, poi arcivescovo di Genova, il 28 febbr. 1368. Come vicario di questa città il D. compare frequentemente nei documenti della Curia avignonese; il papa Urbano V ed il suo successore Gregorio XI, lo interpellarono infatti su numerose questioni: si trattava di problemi attinenti al suo ministero nella città ligure, di questioni concernenti la politica papale in Italia e nel mondo mediterraneo, di frequenti raccomandazioni per dignitari e religiosi di passaggio per Genova, punto di transito tra Avignone e l'Italia. Il D. accolse anche gli stessi papi, Urbano V nel 1370 e Gregorio XI nel 1376, di passaggio a Genova nel viaggio tra Avignone e Roma; forse accolse anche Caterina da Siena, quando la santa sostò a Genova nel 1376 di ritorno da Avignone. Nel 1372 Genova fu colpita da una epidemia e nel 1374 da una carestia; il Vigna, che traccia un profilo apologetico dell'arcivescovo, sottolinea l'assiduità del D. nella cura dei sofferenti e nel soccorso dei più poveri.

Ma gli avvenimenti, documentati e rilevanti, che segnarono il carattere del governo del D. a Genova, furono i due sinodi provinciali del 15 maggio 1375 e del 21 apr. 1377 da lui convocati. In occasione del sinodo del 1375 il D. emanò un corpo di leggi diocesane, il cui testo, conservato in un unico manoscritto (Genova, Arch. arciv., R. I, 4), è stato pubblicato dal Cambiaso in Sinodi genovesi antichi, pp. 59-87. Si tratta di un'ampia e articolata raccolta di disposizioni che toccano tutti i punti della disciplina ecclesiastica: figura e funzione dei chierici e dei religiosi, doveri dei fedeli, liturgia, rapporti con il potere laico, disciplina penitenziale. Un posto di rilievo occupano le disposizioni sull'usura. Il testo del sinodo del 1377, presente nello stesso codice e pubblicato sempre dal Cambiaso (ibid., p.88), contiene una costituzione emanata dal D. con cui il presule stabilisce che i sinodi provinciali siano celebrati ogni due anni.

Il Rovetta attribuisce al D. anche quattro opere: Summa casuum conscientiae, Concordantiae locorum doctrinae s. Thomae de Aquino, Quaestiones quodlibetales theologales, Quaestiones philosophicae. Queste, insieme con "alia plura opuscula", sarebbero state conservate nel convento dei predicatori di Bologna. Di tali opere, che attesterebbero la dottrina teologica del D., non abbiamo traccia. Anche il Kaeppeli, nel suo recente repertorio degli scrittori domenicani medioevali, si interroga sulla attendibilità della notizia fornita dal Rovetta.

Il D. morì a Genova nel 1377.

Il D. appare ritratto come arcivescovo di Genova in un dipinto di Barnaba da Modena raffigurante la Madonna della Misericordia, che si trova nella chiesa dei Servi a Genova: il presule è raffigurato, accanto alle altre autorità laiche e religiose della città, ai piedi della Vergine.

Fonti e Bibl.: Grégoire XI, Lettres secrètes et curiales se rapportant à la France, a cura di L. Mirot-H. Jassemin-J. Vielliard, Paris 1935-1957, coll. 296 n. 895, 555 n. 1708, 905 n. 2752, 928 n. 2834, 1162 n. 3663, 1169 n. 3684; Grégoire XI, Lettres secrètes et curiales intéressant les Pays autres que la France, a cura di G. Mollat, Paris 1962-1965, I, pp. 30 n. 2616, 31 n. 2617, 56 n. 396, 93 n. 656, 100 n. 711, 113 n. 811, 120 n. 866, 209 n. 1491, 216 n. 1535, 253 n. 1810, 274 n. 1959; II, p. 91 n. 3055, 98 n. 3109, 146 n. 3462, 156 n. 3534, 156 n. 3539, 165 n. 3608, 172 n. 3653; Urbain V, Lettres communes, a cura di M.-H. Laurent-P. Gasnault-M. Hayez, II, Paris 1965, p. 187 n. 6301; VII, Rome 198 1, pp. 178 n. 21733, 214 s. n. 21882, 273 n. 22059, 278 n. 22072, 339 s. n. 22276, 395 n. 22475, 453 n. 22809; VIII, Rome 1982, pp. 112 n. 23541, 115 n. 23555, 206 n. 24074, 279 n. 24335, 280 n. 24339; G. M. Piò, Delle vite de gli huomini illustri di s. Domenico, II, Pavia 1613, p. 200; Id., Della nobile et generosa progenie de p.s. Domenico in Italia, Bologna 1615, p. 242; V. M. Fontana, Sacrum theatrum dominicanum, Romae 1666, pp. 79 s.; A. de Altamura, Bibliothecae dominicanae, Romae 1677, p. 135; A. Rovetta, Bibliotheca chronologica illustrium virorum Provinciae Lombardiae sacri Ordinis praedicatorum, Bononiae 1691, pp. 53 s.; J. Quetif-J. Echard, Scriptores Ordinis praedicatorum recensiti, I, Lutetiae 1719, p. 675; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, IV,Venetiis 17 19, coll. 890 s.; F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, II, 1, Mediolani 1745, coll. 1540 s.; A. Touron, Historie des hommes illustres de l'Ordre de Saint-Dominique, II, Paris 1745, pp. 495 ss.; G. B. Semeria, Secoli cristiani della Liguria, Torino 1843, pp. 145 s.; A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Genova, II,Genova 1854, pp. 105, 115; A. Vigna, I Vescovi domenicani liguri ovvero in Liguria, Genova 1887, pp. 70-74; A. Mortier, Histoire des maitres généraux de l'Ordre des frères précheurs, III, Paris 1907, p.448, n. 2; A. M. G. Scorza, Stemmi dei vescovi ed arcivescovi della diocesi di Genova, Genova 1922, p. 15 n. 46; R. Loenertz, Les missions dominicaines en Orient et la Société des frères pérégrinants (1373-1375), in Arch. fratrum praedic., III(1933), p. 34; D. Cambiaso, Sinodi genovesi antichi, in Atti della R. Deput. di storia patria per la Liguria, n.s., IV (1939), pp. 24-46; P. Rotondi, La Madonna nell'arte in Liguria (catal. mostra Genova 1952), Bergamo 1952, pag. 16 tav. 3; T. Kaeppeli, Scriptores Ordinis praedicatorum Medii Aevi, I,Romae 1970, p. 72; D. Cambiaso, I vicari generali degli arcivescovi di Genova, a cura di G. M. Carpaneto, in Atti della Società ligure di storia patria, n. s., XII (1972), 1, pp. 19 s.; R. Loenertz, La Société des Frères Pérégrinants de 1374 à 1475. Étude sur l'Orient dominicain, II, in Arch. fratrum praedic., XLV (1975), p. 112.

Vedi anche
sinodo Adunanza, assemblea. ● Nella religione in particolare si chiama sinodo l’assemblea legislativa annuale di ministri e di laici della Chiesa valdese. Nella Chiesa cattolica, sinodo diocesano è l’assemblea di sacerdoti e di altri fedeli di una Chiesa particolare, opportunamente designati, i quali prestano ... leggenda In origine, breve narrazione relativa alla vita di un santo, della quale, a scopo edificativo o esemplare, si dava lettura il giorno della festa del santo. Più tardi, in base alla caratteristica saliente delle leggenda di contenere elementi fantastici e miracolosi, il significato del termine si allarga ... órdine domenicano domenicano, órdine Ordine religioso mendicante dei Frati predicatori (Ordo praedicatorum), fondato da s. Domenico di Guzmán (1215), dal cui nome deriva la denominazione di domenicano. Il primo nucleo fu un gruppo di chierici inviati in Linguadoca per la predicazione contro gli albigesi. L'domenicano, ... papato Nella Chiesa cattolica, suprema istituzione che esercita le funzioni di governo, dottrina e culto trasmesse da Gesù Cristo all'apostolo Pietro e ai suoi successori, quali suoi vicari. papato - approfondimento di Raffaele Savigni Nella Chiesa cattolica, il papa è il vescovo di Roma e il capo del collegio ...
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torre tórre s. f. [lat. tŭrris, con molta probabilità da collegare con il gr. τύρρις, variante di τύρσις «torre», parola che potrebbe essere stata importata dall’Asia Minore dagli Etruschi, chiamati dai Greci Τυρρηνοί e Τυρσηνοί e in latino...
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torre tòrre v. tr. – Forma contratta, pop. o poet., di togliere (v. questa voce, anche per esempî e citazioni).
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