ANDREA di Bartolo
Senese, figlio del pittore Bartolo di Maestro Fredi e di Bartolommea di Cecco; seguì il padre nella,pittura e nel 1389, nel ruolo dei pittori, abbiamo la prima menzione di lui. Nello stesso anno aiutava il padre e Luca di Tommè a una tavola per la cappella dell'Arte dei calzolari nel duomo di Siena (Lusini, p. 260 e nota). Intorno al 1395 A. avrebbe dipinto l'Assunzione della Vergine già nella coll. Yerkes, oggi in quella Whitney nel Metropolitan Museum di New York. Questa tavola sino al 1910 era proprietà della famiglia Castracane di Fano: si ritiene che alla stessa famiglia appartenessero i committenti, raffigurati in ginocchio vicino al sepolcro su cui è l'iscrizione: "Andreas Bartoli de Magistri Fredi de Senis pinxit - Hoc opus fecit fieri dormina Honesta uxor quondam ser Palamides de Urbino pro animabus diti viri sui Mathei filii eorum".
Il Brandi ha posto ai primi anni del '400 la Madonna con Bambino, s. Filippo e s. Iacopo nella Pinacoteca di Siena (n. 219).
Il 27 maggio 1405 fu affidata ad A. la decorazione della cappella di S. Vittorio nel duomo di Siena e nel gennaio 1406 gli furono assegnati per tale opera 70 fiorini d'oro (Lusini, p. 233).
Il 3 ag. 1407 Bartolo di Maestro Fredi lo nominò suo erede universale come unico figlio rimastogli. Il 10 ott. 1409 gli venne pagata la doratura di "una figura co' san Crescenzio", che si trovava nella cappella omonima nel duomo: Lusini interpreta questo lavoro come ritocco di una tavola di Ambrogio Lorenzetti, mentre, secondo il Bacci, il pagamento sarebbe avvenuto per la doratura di una statua lignea di s. Crescenzio intagliata da Francesco di Valdambrino. L'anno dopo, l'8 marzo, A. fu incaricato di colorire le figure di s. Ansano e di s. Crescenzio intagliate da Francesco di Valdambrino, figure che erano adorne di vetri incastonati, acquistati dall'operaio del duomo, Catarino di Corsino (Bacci, p. 169). Nel settembre 1410 frate Antonio Bindi, dell'Ordine dei domenicani, eseguiva sette vetrate e un occhio per le finestre della sagrestia del duomo che erano state disegnate da A. nello stesso anno. Nel 1410 gli morì il padre (Bacci, pp. 245 ss.).
Unica opera firmata e datata (1413) di A. è il polittico con Quattro santi (Giovanni Battista, Francesco, Pietro e Giovanni Evangelista), oggi nella chiesa del convento dell'Osservanza (era stata commissionata dal convento di S. Petronilla), a cui il Brandi accosta il S. Michele nella Pinacoteca di Siena (n. 63).
Nel 1417 A. comprava una casa nel terzo di Camollia per 97 fiorini e l'anno dopo pagava all'Ospedale una parte di ciò che doveva per testamento paterno. Nel 1425 comprava una bottega nella parrocchia di S. Cristoforo, contrada Tolomei, per 140 fiorini, e un terreno a S. Maria di Tressa per 58 fiorini (De Nicola).
Il 3 giugno 1428 A. fu sepolto nel chiostro vicino al refettorio del convento di S. Domenico a cui lasciò 20 libre (Milanesi, I, p. 42) e dove anche Bartolo di Fredi aveva chiesto di essere sepolto. Cristofora, moglie di A., morì nel 1444.
A. di Bartolo fu pittore di transizione: oltre agli influssi patemi e di Taddeo di Bartolo, si risentono in lui echi dell'arte di Barna e di A. Lorenzetti. Altre sue opere firmate sono due Madonne dell'Umiltà, di cui è ignota l'attuale ubicazione (una era nel 1929 a New York nelle Ehrich Galleries, l'altra fu pubblicata dal Berenson in International Studio, 1931), e il polittico con l'Arcangelo Gabriele, l'Annunziata, la Maddalena e S. Antonio Abate a Buonconvento, nella chiesa parrocchiale di S. Pietro. Altre opere sicure di A. sono la Crocefissione nel Metropolitan Museum di New York (n. 126), la Resurrezione nella Walters Art Gallery di Baltimora (n. 37.341) e il Compianto sul corpo del Cristo nel Museo Nazionale di Stoccolma (n. 4463), tutti elementi di una predella di polittico ancora non identificato.
Il Brandi considera ultima opera conosciuta di A. il polittico nella Pinacoteca di Siena (n. 220) con Madonna con Bambino e due angeli e, ai lati, i Santi Stefano, Giovanni Battista, Dorotea e Girolamo, e nota nella s. Dorotea l'imitazione della stessa santa dipinta da A. Lorenzetti nel Trittico di s. Dorotea nella stessa pinacoteca. M. Meiss considera invece ultima opera conosciuta di A. un affresco parzialmente distrutto nel transetto nord della chiesa di S. Francesco a Treviso con S. Francesco e, in un riquadro adiacente, la Madonna dell'umiltà con angeli e il Battista, che è anche l'unico affresco di Andrea noto.
Il Milanesi ritiene che possa essere figlio di A. di Bartolo quel Giorgio di Andrea di Bartolo che è menzionato nel ruolo dei pittori del 1389 e che nel 1412 dipinse insieme con Giacomo di ser Michele da Città di Castello una tavola per i canonici di S. Florido a Città di Castello per 35 fiorini d'oro e una soma di vino, tavola che è stata identificata dal Salmi in una Madonna dell'umiltà.
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