ANDREA di Bertolotto, detto il Bellunello
Nacque a Belluno da Bertolotto (secondo il Fiocco [1952] presso S. Nicolò di Comelico) intorno al 1430. Nel 1455 si stabilì, pittore già formato, a S. Vito del Tagliamento, e di S. Vito si dichiara in tutte le opere che firma. Una notizia del 1468 ci rivela un suo contratto per una pala, da tempo perduta, per la chiesa di Flumignano. Del 1476 è la Crocefissione del museo di Udine, firmata (già nel palazzo comunale). Nel 1480 dipinge il polittico per la chiesa di S. Floriano di Forni, con S. Floriano, venti santi in due file, e Annunciazione e Ecce Homo nelle cimase, nel 1481 il S. Vincenzo Ferreri per la chiesa di S. Lorenzo di S. Vito e nel 1488 la Madonna col Bambino e santi per la chiesa dell'Annunciata pure di S. Vito. Nel 1490 dipinge a fresco una Madonna con bambino e donatrice per la parrocchiale di Savorgnano presso S. Vito che è l'ultima opera datata e firmata che ci sia pervenuta. Tutte le pitture sopraelencate sono firmate. Altre sue notizie riguardano il 1470 quando fu deliberato di fargli dipingere armadio e portelle dell'organo del duomo di Udine. In questa circostanza è detto "da Pordenone". Nel 1484 gli venivano sollecitate due ancone che egli si era già impegnato di fare per il duomo di Aquileia. Nel 1492, essendo ammalato, fece testamento.
Morì a S. Vito nel 1494 e lì volle essere sepolto.
La formazione di A. avviene in ambito mantegnesco-muranese, ma in modo indiretto e tale da non sovvertire mai l'istintivo provincialismo dell'artista, il quale, pur accedendo ad una nuova visione volumetrico-spaziale, non seppe mai superare un certo grafismo di origine gotica non solo alquanto ritardatario, ma anche culturalmente poco evoluto. La funzione della linea di contorno prevale nelle sue composizioni annullando la profondità dei piani, che invece le contrapposizioni plastiche avrebbero voluto creare. Queste ultime finiscono con l'essere rigide e monotone, sottolineando la staticità delle figure. E qui è il limite ed anche, sotto un certo aspetto, la qualità di A., arcaicamente paesano, infortnato, ma non penetrato da una più raffinata cultura e pago di rustici effetti convenzionali, ma talmente affezionato ad essi da sfiorare, nel renderli, una qualche solennità.
Dario da Treviso e forse Andrea da Murano sono probabilmente gli artisti che più lo legarono all'ambito mantegnesco-muranese. Un'opera ancora intrisa di acuti stílismi gotici è la prima, cioè la Crocefissione di Udine, ma più avanti il pittore raggiungerà un sempre più deciso senso monumentale.
Altre opere gli vengono attribuite come gli affreschi sulla lunetta del portale della chiesa di Bagnara, due Santi affrescati nella ex chiesa di S. Stefano a Gleris, un affresco nella parrocchiale di Prodolone, ecc.
Bibl.: Udine, Bibl. civica, G. B. Cavalcaselle, Vita eopere dei pittori friulani, Udine 1876, ms. n. 2563; R. Marini, La Scuola di Tolmezzo, Padova 1942 (con ampia bibl.); G. Fiocco, Cadore e Friuli, in Ce Fastu?, XXVII-XXVIII (1951-52), pp. 6 ss.; A. Rizzi, Contributo agli studi sul Bellunello, ibid., XXXIII-XXXV(1957-1959), pp. 171 ss. (con aggiornarnento bibliografico); U. Thieme-F. Becker, Allgemeines Lexikon der b ldenden Künstler, III, pp. 273 s. (sub voce Bellunello).