ANDREA di Calabria
Di nascita pavese e attivo nella seconda metà del sec. XV, aggiunse al suo nome di battesimo, in molte sottoscrizioni, le parole "dictus de Calabria", forse per distinguersi da un altro tipografo, Andrea "de Bonetis", che si sottoscriveva anch'egli "Andreas Papiensis" e stampava negli stessi anni con caratteri somiglianti. A. non ha lasciato spiegazioni sulla esatta natura della sua relazione di origine con quella provincia, ed anche gli ultimi studi non sono riusciti ad appurarlo.
L'attività tipografica di A., lenta e incerta agli inizi, si svolse quasi esclusivamente a Venezia negli anni trail 1485 e il 1492. Dal colophon del Tractatus de testamentis di Angelo d'Arezzo si rileva che la sua officina tipografica si trovava, nel 1486, "apud sanctuin Lucam". Per il periodo precedente al 1485, solo due opere sono attribuite ad A.: la prima stampata a Pavia nel 1483, Paulide Castro lectura su per prima parte Infortiati ex esemplari emendatissimo D. Alexandri de Imola, segnalata da Siro Comi nella sua storia della tipografia pavese del secolo XV, e l'altra, il Dinus de Mugello, De Regulis iuris, stampata a Venezia il 10 giugno 1484, che R. Proctor aveva assegnato al De Bonetis, e che, invece, nel quinto volume del catalogo del British Museuin è data come stampa di Andrea di Calabria. Ambedue portano nella sottoscrizione la semplice indicazione "per Andream papiensem", mentre, a cominciare dal 1485, è sempre aggiunta, in una forma o nell'altra, la indicazione "de Calabria": così nella prima opera che si conosce di quell'anno, e cioè un Hugo Senensis, Super quarta fen. primi canonis Avicennae, del 4 febbr. 1485 C nelle due edizioni delle Constitutiones novelle di Giustiniano, l'una del 10 maggio l'altra del 31 agosto. Nel febbraio dell'anno seguente completò con la seconda parte la edizione di Dominicus de Sancto Geminiano, Lectura super sexto Decretalium, lasciata interrotta sei mesi prima dal De Soziis (Hain, 7533). Nel 1487 la sola opera che si conosca data alle stampe da A. è il Paulus de Castro, Lectura super Infortiato in due parti (delle quali la prima con la data del 13 agosto e la seconda con la data del 10 settembre), che probabilmente fanno parte della edizione dei commentari dell'autore, intrapresa unitamente sia da Andrea di Calabria, sia da Andrea Torresani, attivo a Venezia in quegli anni.
L'attività tipografica di A. diventa più intensa e notevole tra il 1488 e il 1489, ma rallenta di nuovo nell'anno successivo. Alla fine dei 1490 compare nel colophon delle Institutiones di Giustiniano (Hain, 9524) la sigla ANDM, la quale induce a supporre, come dice V. Scholderer nella introduzione al V volume del Catalogo del British Museum, che A. non fosse più indipendente e avesse dovuto cercarsi un socio finanziatore. Non si conosce chi si nasconda sotto quella sigla, ma è da escludere, comunque, che essa sia da riferirsi allo stesso Andrea.
K. Burger registra complessivamente 38 opere uscite dalla tipografia di A. di Calabria (escluso il Dino da Mugello, da lui attribuito al De Bonetis, come si è sopra menzionato) in cui sono adoperati tredici tipi gotici. D. Reichling aggiunge lini edizione del 1492: I. P. de Ferrariis, Practica iudicialis, che porta la stessa data del Gregorius IX, Decretales (8 dic. 1492).
La marca tipografica usata dal 1490 in poi, eccetto che nel Gregorio IX, rappresenta un albero con radice e con attorno un rotolo recante le iniziali A.N. (a sinistra) e D.M. (a destra). Lo Scholderer suppone che nell'ultimo periodo sia venuto a mancare il finanziamento dell'associazione ANDM e cle A. abbia tentato, di stampare in proprio quest'ultima opera - cioè il Gregorio IX - ma, non potendo sostenere più lo sforzo, probabilmente pose fine con essa alla sua produzione.
Bibl.: S. Comi, Memorie bibliografiche per la storia della tipografia pavese nel sec.XV, Pavia 1807, p. 126; A. Tessier, Stampatori in Venezia nel sec. XV, in Arch. veneto, n. s., XVII (1887), p. 199; C. Castellani, La stampa in Venezia dalla sua origine alla morte di Aldo Manuzio, Venezia 1889, p. XL; L. Hain, Repertorium bibliographicum. Indices opera Conradi Burger, Lipsiae 1891, pp. 56 s.; P. Kristeller, Die italienischen Buchdrucker und Verlegerzeichen bis 1525, Strassburg 1893, v. 76; R. Proctor, Anindex to the early printed books in the British Museum, I, London 1898, pp. 327 s.; K. Burger, The Printers and publishers of the XV century. Index to the suppl. to Hain's Repertorium bibliographicum, London 1902, p. 368; D. Reichling, Appendicesad Hainii-Copingerirepertorium bibliographicum. Indices, Monachii 1911, p. 266; Catalogue of books printed in the XV century now in the British Museum, V, London 1924, pp. XXXV, 393 s., con un facs.; G. Gianolio, Il libro e l'arte della stampa,Torino 1926, p. XXXVIII; R. Berticri, Editori e stampatori italiani del Quattrocento, Milano 1929, p. 34. E. Pastorello, Bibliografia storico-analitica dell'arte della stampa in Venezia, in Miscellanea di studi e memorie della R. Deputaz. di Storia Patria per le Venezie., I, Venezia 1933, p. 300; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, III, Leipzig 1928, nn. 3146, 3553; IV, ibid. 1934, nn. 5945, 6422, 6500; VII, ibid. 1938. nn. 7627, 7688, 7712, 7713, 7714., 7731, 7755, 8105, 8650, 9634, 9635; D. Fava, Manuale degli Incunabuli, Milano 1939, p. 79; Indice generale degli Incunaboli delle Biblioteche d'Italia, I, Roma 1943, nn. 1139, 1329; II, ibid. 1948, nn. 2390, 2646, 2698, 3370, 3547, 3785, 3786, 3836; III, ibid. 1954, nn. 4143, 4152, 4153, 4163, 4164, 4409, 4471, 4950, 4990, 5437, 5455, 5456, 5457, 5480, 5515, 5531.