ANDREA di Guido da Firenze
La personalità di questo scultore è stata messa in luce dallo Gnudi che l'ha distinta da quella di Andrea da Fiesole, col quale A. da Firenze era in precedenza confuso. Si sa, infatti, che il 10 marzo 1393 A. faceva parte della schiera di scultori toscani, assoldati da Antonio di Vincenzo, che si recarono a Bologna per lavorare a colonne e capitelli "sfogliati e tarsiati" per le finestre delle cappelle di S. Petronio; A. attese a questi lavori d'intaglio, di carattere gotico, almeno fino al 1397. Inoltre un documento del 1424 (Rigoni) attesta che scolpì, in collaborazione con un non meglio identificato Marco, la pala marmorea con S. Pietro in cattedra fra s. Benedetto e s. Paolo nella cappella Scarpa nella chiesa di S. Pietro a Padova. Per lo Gnudi risultano in effetti, all'esame critico, due distinte personalità: l'una, visibile nella parte destra col S. Benedetto e l'Annunciata in alto, dai modi derivati direttamente da Iacopo della Quercia; l'altra, cui si deve la parte centrale con S. Pietro e la parte sinistra con S. Paolo (l'Angelo annunciante in alto è, per la sua rozza fattura, ascrivibile ad aiuti), appare invece, pur con qualche elemento che denuncia la sua origine toscana, partecipe del linguaggio gotico intemazionale, con accenti comuni in particolare ad artisti lombardi. A questo stesso artista lo Gnudi ascrive il S. Marco benedicente nella stessa chiesa (già dal Bettini accomunato al S. Pietro sotto il nome di Andrea da Fiesole), senza peraltro pronunciarsi sulla possibile identificazione dei due artisti rispettivamente con A. da Firenze o con Marco. Il Bottari ritiene invece di poter identificare l'artista "quercesco" con A. di Guido da Firenze e gli assegna inoltre un gruppo di sculture esistenti a Bologna, già impropriamente ritenute dal Venturi di Gerolamo Barosso: il S. Giovanni Battista,che orna, all'esterno, uno dei compassi della terza finestra di S. Petronio sul lato del Palazzo dei notai, l'Incoronazione della Vergine e due animali araldici nella tomba di P. Canetoli ora nella base del campanile della basilica di S. Francesco, un Presepe nel Museo civico. Avendo così raggruppato opere di considerevole valore artistico, il Bottari non esita a considerare Andrea da Firenze come "la più alta personalità che si trovò ad operare a Bologna dopo Pier Paolo delle Masegne".
Fonti e Bibl.: Bologna, Arch. di S. Petronio, Libro delle composizioni,A. C. 32,e Libro di entrate e spese giugno-dicembre 1393,19 ag., 5, 31 Sett., 17 dic. 1394; A. Venturi, Storia dell'arte italiana,IV Milano 1906, p. 839;E. Rigoni, Notizie di scultori toscani a Padova nella prima metà del Quattrocento in Arch. veneto,s. 5, VI (1929), pp. 118-20, 129;S. Bettini, Un'opera sconosciuta di A. da Fiesole,in L'Arte,XXXIV (1931), p. 506;G. Gnudi, Intornoad Andrea da Fiesole,in La Critica d'Arte, III, (1938), pp. 23-29;S. Bottari, Per Andrea di Guido da Firenze,in Arte anticae moderna,I, 3 (1958), pp. 285-90.