ANDREA di Niccolò di Giacomo
Senese, nato intorno al 1440; nel 1469 sposò Angelica di Francesco di Michele; secondo una notizia non più reperibile dei De Nicola (in Thieme-Becker), nel 1470 lavorava con Giovanni di Paolo alle pitture nell'Ospedale di S. Maria della Scala di Siena. G. Milanesi riporta i più importanti documenti sulla sua opera pittorica: nel 1470 dipinse un tabernacolo per l'Oratorio della Compagnia di S. Bernardino sul Prato di S. Francesco e nel 1477 affrescò con le Storie di s. Lucia la facciata dell'Oratorio della Compagnia di S. Lucia sempre a Siena.
Il 28 genn. 1489 (Milanesi, Documenti, II, p. 425) venne pagato 52 lire per pitture e stucchi dorati nella cappella maggiore della Compagnia della SS. Trinità. Queste commissioni, e le altre che seguirono, non dovettero però aumentare molto i redditi di A., dato che nel 1491 denunciava i suoi beni (e nel 1498 riconfermava tale denuncia) dichiarando di possedere una casa bisognosa di riparazioni nella Compagnia di S. Giusto e di essere "povaro chon poco ghuadangnio et debito col pigionale ed altre persone", e quindi si raccomandava al buon cuore delle autorità.
La prima opera datata (1498) e firmata che ci resti si trova a Casole d'Elsa nella prepositura di S. Maria Assunta. È una pala d'altare con lunetta e predella: nel pannello principale è la Madonna in trono col Bambino, incoronata da angioli e fiancheggiata da s. Bernardino da Siena, s. Pietro, s. Sebastiano e s. Sigismondo; sulla base del trono della Madonna corre la scritta: "Andree Nicholai Pictoris Senensis" e su un listello sottostante: "M. Mariano di Biagio et Galgano di Nicolaio M ..... MCCCCLXXXXVIII die XXVII Iulii".
Il 19 marzo 1499 Paolo di Urbano si impegnava a recarsi a Massa con A. il 10 maggio 1500 e a restarvi sino a che non avessero finito la cappella per la Compagnia delle donne del duomo di Massa.
Datata 25 nov. 1500 e firmata è la Madonna in trono con Bambino e santi proveniente dal convento di S. Chiara in Radicondoli, attualmente nella Pinacoteca di Siena (n. 298), dove sono attribuite ad A. anche la Crocefissione con la Vergine., s. Giovanni, s. Benedetto e s. Scolastica (n. 368), datata 1502, e l'Adorazione dei pastori tra santi (n. 365), datato dal Brandi tra il 1470 e il 1480, uno dei rari esempi su tela che abbiamo in questo periodo.
Il Pope Hennessy attribuisce ad A. una lunetta nella sua collezione privata, con S. Caterina che riceve le stigmate (datata 1507, dalla complessa iconografia, che include perfino citazioni di una laude di Enea Silvio Piccolomini in onore di s. Caterina da Siena), e la considera come un attestato di un culto per la santa allora ancora contrastato.
Il 10 febbr. 1509 A. è tra i testimoni chiamati da Giovanni di Bartolomeo in una causa contro Neroccio di Benedetto. Datata 6 ott. 1510 è la Madonna con Bambino tra s. Crispino e s. Cristiano nella chiesa di S. Mustiola sempre a Siena (v. Ricci).
Del 1512 è l'ultimo documento (riportato dal Milanesi, Documenti…) che riguarda A. e che lo dice in quell'anno sposo in seconde nozze con Elisabetta di Giano di Antonio. Milanesi (La scrittura…) dice che ci sono notizie di A. sino al 1514, anno in cui probabilmente morì, e la stessa data riporta il De Nicola nel Thieme-Becker. Il Brandi lo dice documentato sino al 1529.
La pittura di A. dimostra chiaramente i forti influssi subiti da parte di tutti gli artisti senesi suoi contemporanei (in particolare Vecchietta, Benvenuto di Giovanni, Matteo di Giovanni), ma se ne distingue per una schiettezza di sentimento e un'ingenuità di espressione che la rendono, anche se manifestazione di spirito popolare e conservatore, assai fresca e degna di interesse.
Bibl.: G. Milanesi, Documenti per la storia dell'arte senese, Siena 1854, II, p. 425; III, pp. 5, 40, 296; Id., La scrittura di artisti italiani, Firenze 1873, disp. 9; F. Brogi, Inventario generale degli oggetti d'arte della prov. di Siena, Siena 1897, pp. 53, 184, 374, 460; C. Ricci, Il palazzo pubblico di Siena e la Mostra d'arte antica senese, Bergamo 1904, pp. 66,71, 72; B. Berenson, Tesori artistici in un villaggio dilapidato della prov. di Grosseto, in Rass. d'arte, V(1905), p. 103; F. Mason Perkins, Un dipinto di A. di Niccolò, in Rass. d'arte senese, XIII (1920), pp. 44 s.; Id., Pitture senesi, Siena 1933, pp. 43, 46, 152, 179; G. Brandi, La regia Pinacoteca di Siena, Roma 1933, p. 15; G. L. McCann, A Sienese altarpiece in the Museum collection, in Cincinnati Museum Bullettin, IV(1933), pp. 22-30; B. Berenson, Pitture italiane del Rinascimento, Milano 1936, pp. 12 s.; J. Pope Hennessy, Some aspects of the Cinquecento in Siena, in Art in America, XXXI (1943), pp. 63-65; M. Meiss, Painting in Florence and Siena...,Princeton, N. J., 1951, p. 121 n. 65; E. Carli, Dipinti senesi del contado e della Maremma, Milano 1955, pp. 108-110; Id., La pitt. senese, Milano 1955, pp. 248 s.; U. Thieme-F. Becker, Allgem. Lex. der bild. Künstler, I, p.46.