FACHINEI (Facchinei), Andrea
Nacque a Forlì da Bernardino, intorno alla metà deL sec. XVI. Sembra appartenesse a una famiglia patrizia, non aliena da una certa tradizione negli studi di diritto. Studiò a Padova con insigni giuristi come T. Deciani e G. Cefali e si addottorò prima del 1579. Sposò Camilla, figlia del celebre medico G. Mercuriale, dalla quale ebbe Barnardino, Filippo e Girolamo, che furono come lui giuristi, nonché altri due maschi, Guglielmo e Ludovico, e due femmine: Giacoma, moglie di Francesco Orselli, e Ludovica, moglie di Fabrizio Mattei.
È plausibile che il F., una volta laureato, si fermasse a Padova, dove forse collaborò col Cefali (che morì fine 1580 o inizio 1581) nell'attività forense, pur mantenendo rapporti con la natia Forlì, nella quale fece parte dell'Accademia dei Filergiti. Intorno al 1585 si trasferì a Piacenza, dove esercitò qualche incarico in magistratura, certamente svolgendovi anche attività di consulente, dato che da questa città siglò tra il 1585 e il 1589 diversi consilia. Nel 1587 la protezione del potente suocero e il sostegno dei gesuiti gli valsero l'offerta dell'insegnamento del diritto civile all'università di Ingolstadt. Qui, dove secondo l'uso del tempo cumulò l'attività didattica a quella forense, il F. godette di grande prestigio, come provano la concessione di varie onorificenze da parte del duca Guglielmo V e l'ingente ammontare del suo compenso giunto a 1.000 fiorini annui, somma mai prima concessa presso quell'università.
Tracce della sua intensa attività didattica rimangono nelle theses disputate dai suoi allievi, tutte pubblicate ad Ingolstadt: De testamenti ordinandis... (1590); De iure feudorum ... (1590); De praescriptionibus sive usuccapionibus ... (1591); De maleficiis et sagis... (1592), De adquirenda retinenda et amittenda possessione... (1593), De pactis... (1594). Rari esemplari di queste operette, come pure delle Selectae ex variis doctorum commentariis quaestiones illustrae ... del F., pure stampate a Ingolstadt (1597), sono conservati a Stoccarda, nella Württenbergische Landesbibliothek e a Cambridge (USA) nella Harvard College Library. In quest'ultima biblioteca si conservano anche due manoscritti del F., un Tractatus delictorum et causarum criminalium del 1593 e un Tractatus de contractibus del 1593-1594.
Si ricordano inoltre due opere didattiche, De possessionibus et iure accrescendi del 1589e De collationibus del 1596, delle quali non è stato possibile rintracciare esemplari.
I Controversiarum iuris libri, la cui redazione cominciò presumibilmente a Ingolstadt, sono l'opera più importante e fortunata del F.: se ne contano almeno ventotto edizioni dal 1595 al 1820. La prima fu pubblicata a Ingolstadt nel 1595 e raccoglieva solo i primi tre libri, aumentati nelle edizioni successive (la quinta a Lione nel 1602); il decimo libro fu presumibilmente aggiunto, salvo falsi editoriali, nell'edizione veneziana, sempre del 1602; gli ultimi tre libri videro infine la luce a Colonia nel 1608. Si attestano edizioni a Ginevra nel 1621 e nel 1630; va inoltre segnalata una antologia curata nel 1619 a Groninga da C. Van Pynacker, lo stesso che aggiunse diverse additiones al testo e interventi vari (edizioni del 1626, 1649, 1678, tutte a Colonia).
Le controversiae, a differenza dei consilia, non nascono immediatamente per la pratica forense, piuttosto sono suggerite dai dubbi più ricorrenti nel foro e dal tentativo di risolverli. Il F. si dimostra qui perfettamente padrone non solo della tradizione consulente e decisionistica, ma anche del commento classico (Bartolo, Baldo, Bartolomeo da Saliceto, Paolo di Castro, Giason del Maino) fino alle rispettose citazioni dei coevi F. Mantica e G. S. Menochio.
Quello che piuttosto sorprende in un autore che ha fama precipua di pratico è lo spazio concesso ai culti italiani, in specie A. Alciati, G. Claro e S. degli Oddi. Importanti anche i riferimenti a A. d'Alessandro, allo spagnolo A. Agustin, ai francesi I. Cuiacio, F. Duareno e F. Hotmann, del quale il F. rimprovera l'eresia, ai tedeschi M. Zasio e A. Geyll. Grande rilievo è concesso alle questioni filologiche, già rivelato dall'ampio uso delle Novellae giustinianee nella traduzione di G. Haloander (libro V), degli Errores e dei Rationalia di A. Favre.
Ogni singola controversia dà corpo ad un capitolo (caput); cento capita, o poco più, formano un libro, con precipui intenti tematici (ad es. il VII tratta questioni di feudistica).
Nel luglio del 1597 il F. lasciò Ingolstadt per insegnare a Pisa, su invito della granduchessa Cristina di Lorena e su richiesta, ancora una volta, del Mercuriale. Anche a Pisa fu assai attivo. Già dal 30 nov. 1597 compare come promotor di lauree, spesso in compagnia del suocero o dei figli; soprattutto fu ricercatissimo consulente, come testimonia la raccolta dei suoi Consilia, edita postuma a Francoforte nel 1610 e lì ristampata nel 1618.
La raccolta comprende tre libri, ognuno dei quali costituito da cento consilia (il terzo ne ha centodue). Il primo è il più importante dei tre libri, essendo quasi tutti i consilia emanati dal F. a nome del Collegio giuridico di Ingolstadt (il n. 3 e il n. 38 sono per la causa Fugger) o per quello di Pisa, senza ordine cronologico, ma in ampia alternanza. Nel secondo libro compaiono consilia degli esordi del F., con adesioni e note dei suoi maestri Cefali e Deciani. Il terzo libro, accanto ad altre provenienze, registra diversi consilia piacentini, anche altrui. Va notata, in generale, la prevalenza assoluta accordata dal F. anche nei consilia di Ingolstadt a giuristi italiani, in specie consulenti, persino su quei temi nei quali i Tedeschi avevano sviluppato da tempo una scienza autonoma.
Un Consilium et responsum decisivum de emphyteuta Ecclesia del F. si legge anche nel primo tomo della Catena aurea di G. Gattico, edito a Bologna nel 1636.
Le ultime notizie sono piuttosto confuse; nel 1607 il F. sarebbe stato chiamato da Pisa allo Studio di Ferrara e sempre nel 1607 sarebbe morto, secondo tutte le fonti. Almeno questa notizia è di certo errata; secondo gli Acta egli viveva ancora il 22 giugno 1608.
Fonti e Bibl.: Annales Ingolstadiensis Academiae, II, (1572-1672), Ingolstadt 1782, pp. 107, 122, 131, 1148-151, 170 s.; Acta graduurh Academiae Pisanae, (1543-1599), a cura di R. Dei Grotta, Pisa 1980, pp. 306, 398 e ad Indicem; II (1600-1699), a cura di G. Volpi, ibid., pp. 9, 15, 22, 32, 39, 42, 46, 226, 463, 508 e ad Indicem; G. V. Marchesi, Vitae virorum illustrium Foroliviensium, Forlì 1726, pp. 183 ss., 196; F. Borsetti-F. Bolani, Historia almi Ferrariae gymnasii, II, Ferrariae 1735, p. 225; A. Fabroni, Historiae Academiae Pisanae, II, Pisis 1792, pp. 40, 209 ss.; G. Rossetti, Vite degli uomini illustri di Forlì, Forlì 1858, pp. 283-289; C.H. Verdière, Histoire de l'université d'Ingolstadt, I, Paris 1887, p. 435; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo studio di Ferrara nei secc. XV e XVI, Lucca 1901, pp. 144 s.; A. Visconti, La storia dell'università di Ferrara, Bologna 1950, p. 76; A. Manibelli, Uomini e famiglie illustri forlivesi, Forlì 1976, pp. 70 s.