Ferréol, Andréa
Attrice cinematografica francese, nata ad Aix-en-Provence il 6 gennaio 1947. Formosa e piacente, rassicurante e cordiale, si è rivelata con La grande bouffe (1973; La grande abbuffata) di Marco Ferreri, unica donna dell'orgia di cibo e sesso, in un cast di celebri seduttori dello schermo (da Ugo Tognazzi a Marcello Mastroianni a Michel Piccoli). È stato questo uno dei suoi pochi film da protagonista: in seguito ha affrontato in prevalenza ruoli di sapida caratterista, a volte con un accenno di morbosità, e sempre diretta da ottimi registi, da Rainer Werner Fassbinder a François Truffaut, da Francesco Rosi a Ettore Scola, da Mario Monicelli a Peter Greenaway.Dopo aver studiato recitazione ad Aix-en-Provence sotto la guida di Jean-Laurent Cochet, fece numerose esperienze teatrali nelle quali dimostrò temperamento e capacità e quindi esordì nel cinema con il film La scoumoune (1972; Il clan dei marsigliesi ‒ Lo scomunicato) di José Giovanni. Il successo internazionale di La grande bouffe, in cui risultava valorizzata la sua bellezza opulenta, ne fece un'attrice molto richiesta. In seguito, tuttavia, non è riuscita a ripetere il successo del personaggio che Ferreri aveva costruito per lei, offrendole la possibilità di riproporre alcuni luoghi comuni dell'erotismo maschile con gusto spregiudicato. In patria è stata la logorroica Noémie, brutalmente assassinata da tre criminali, nel feroce Le trio infernal (1974; Trio infernale) di Francis Girod; in Germania ha impersonato la petulante Lydia in Despair (1977) che Fassbinder ha tratto da un romanzo di V. Nabokov; ma è soprattutto in Italia che le sono stati offerti i ruoli più congeniali, soffusi d'affettuoso erotismo, dolenti e spiritosi allo stesso tempo. Si è fatta notare in Scandalo (1976) di Salvatore Samperi, con Lisa Gastoni e Franco Nero, e si è distinta poi, accanto a Giancarlo Giannini e Goldie Hawn, in Viaggio con Anita (1979) di Monicelli. Ha ricoperto un ruolo breve, ma scabroso in Die Blechtrommel (1979; Il tamburo di latta) di Volker Schlöndorff dall'omonimo romanzo di G. Grass e ha interpretato una costumista lesbica in Le dernier métro (1980; L'ultimo metrò) di Truffaut. In Tre fratelli (1981) di Rosi è stata la moglie del giudice impersonato da Philippe Noiret; ha recitato quindi in un ruolo di spicco, accanto a Ornella Muti e Ben Gazzara, in La ragazza di Trieste (1982) che Pasquale Festa Campanile ha adattato da un proprio romanzo. In Il mondo nuovo noto anche come La nuit de Varennes (1982) di Scola, imperniato sulla tragica fuga di Maria Antonietta e Luigi XVI a Varennes (21 giugno 1791), è stata particolarmente convincente nei panni della vedova Adelaide Gagnon, soggiogata dal consunto fascino di un ormai vecchio Casanova. Nel film di Greenaway A zed & two noughts (1985; Zoo di Venere) ha interpretato una donna mutilata di una gamba e amante di due gemelli; ha poi preso parte a Sans espoir de retour (1989; Strada senza ritorno), irrisolto noir di Samuel Fuller. Nel cinema italiano è sempre rimasta particolarmente attiva: nel 1989 è stata Teresa in Lo zio indegno di Franco Brusati e ha dato il suo volto a Pica, la madre del 'poverello' d'Assisi, in Francesco (1989) di Liliana Cavani. Negli anni Novanta ha offerto una buona prova nel ruolo dell'asfissiante Marguerite, giocato su toni d'irresistibile comicità, in Sono pazzo di Iris Blond (1996) di Carlo Verdone; successivamente ha diradato la sua presenza sul mercato italiano per lavorare essenzialmente in patria, sia per il cinema sia per la televisione.