ANDREA LOGOTETA
Quasi nulla si conosce della sua vita, pur avendo avuto sempre un ruolo fondamentale nel Regno. Ignoto anche il luogo di nascita, forse una città della Puglia, regione in cui svolse la gran parte della sua attività, ma più probabile ipotizzare un'origine salernitana; a Salerno possedeva un fundicum e una sua figlia fu data in moglie da Federico II, con tutti i beni dello stesso A., al salernitano Giovanni da Procida (I Registri della Cancelleria, 1967-1970, II, p. 271). Inoltre, sin dalla prima età angioina, si ritrova nel principato di Salerno la famiglia feudale dei "de Logotheta", il cui primo esponente attestato risulta proprio un Andrea de Logotheta. Ma un cognomen "de Logotheta" è presente già in età sveva riferito a personaggi operanti tra Puglia e Calabria.
Prima di assumere nel 1212 la dignità di logoteta, A. era stato a lungo attivo come notaio nella cancelleria regia almeno dal novembre 1200, se non dal luglio dell'anno precedente, ma con maggiore continuità tra gli anni 1207-1210 (Die Urkunden, 2002, pp. 68 ss. e 148 ss.); inoltre figura anche come protonotaro dal 1219 al 1221 (Regesta Imperii, V, 1, nrr. 1051 e 1333, pp. 244 e 288). Forse anche per l'esperienza maturata in questi uffici gli fu assegnato un altro delicato incarico, se, come è stato ritenuto, ad A. e a Richerio vescovo di Melfi Federico demandò il compito di revisori delle pratiche relative agli adempimenti previsti dal De resignandis privilegis (Enzensberger, 1985, pp. 53 s.).
Durante il lungo soggiorno in Germania di Federico A. fu per alcuni anni al suo seguito con altri funzionari della cancelleria siciliana, tra i quali era forse il più alto in grado (Schaller, 1957, pp. 215 e 219). Sembra anche che ad A., insieme a quattro ecclesiastici, venissero affidati gli affari di stato quando, dopo il 1216, il re e la regina vissero fuori dal Regno (Kamp, 1985, pp. 141 s.).
Tuttavia, malgrado questi incarichi di rilievo, A. assunse davvero un ruolo di primo piano dopo le Costituzioni melfitane del 1231: una riforma che non solo intervenne nella struttura giuridica e amministrativa dello stato, ora più centralizzata, ma che segnò anche un suo più forte controllo dell'economia, giacché i nova Statuta implicavano nuovi monopoli e insieme nuove imposte e tributi. In realtà questo programma economico si concretizzò grazie alla riunione dei poteri nelle mani di uomini di fiducia dell'imperatore, che, di fatto, finirono per assumere le competenze dei maestri camerari, operando per speciale mandato di Federico e con funzioni ‒ per così dire, non previste dalla Costituzione ‒ a tempo indeterminato ed estese su un vasto territorio; un cambiamento tale da provocare la crisi persino dell'ufficio del secreto siciliano. I prescelti furono tre: il secreto Matteo Marclafaba (v.) per la Sicilia e la Calabria, Angelo de Marra (v.), maestro procuratore di Principato e Terra di Lavoro, entrambi operanti dal 1232 al 1239, e appunto A., logoteta, attivo in Puglia dal 1231 fino alla sua morte (Kamp, 1974, pp. 59 s.; Kölzer, 1996, p. 309).
A questa sua funzione poco sembra aggiungere il titolo di logoteta, ufficio che consisteva soprattutto nel ricevere le suppliche, in quanto molti atti di A. appaiono compiuti appunto quale "commissario speciale" dell'imperatore e non per l'autorità di un ufficio prestigioso ma forse di scarso potere (Jamison, 1952, pp. 171 s.).
Ad A. fu affidato il compito, di grandissima importanza, di promulgare i nova Statuta dapprima nel Regno e successivamente in particolare nelle terre di Puglia, dove rilevante e incisiva fu la sua azione se, ancora a distanza di tempo dalla sua morte, la si ricordava in alcuni documenti, nei quali pare quasi voglia porsi una linea ideale tra gli anni usque ad tempus Andree logothete e quelli a tempore Andree logothete. In realtà, applicando subito le riforme, A., tra l'altro, provvide a Taranto a eliminare il controllo della Chiesa sulle tintorie, monopolio degli ebrei, per sottoporle, concentrando anche gli esercizi, all'amministrazione diretta dello stato curata da nuovi funzionari locali (fundicari, ecc.), cui furono affidati parte dei compiti dei baiuli; analoga operazione ripeté poi per le bucherie sottraendole alla baiulatio ecclesiastica. Le chiese locali furono indennizzate da A. per le decime perdute, che però dispose di sostituire da quel momento in poi con un diritto fisso in modo da consentire allo stato di non dividere con esse per il futuro i profitti (Girgensohn-Kamp, 1961, docc. IX e XII, pp. 187 ss. e 197 ss.). Da A. probabilmente dipendeva anche la zecca di Brindisi, la stessa città dove un Andrea, da identificare forse con il logoteta (Martin, 1993, p. 658 n. 667), fece costruire un ospizio per i poveri.
Ma queste e altre mansioni svolte in Puglia (Terra di Bari e Terra d'Otranto) da A., il quale tuttavia fino alla morte è attestato solo con il titolo di logoteta, sembrano piuttosto quelle del magister procurator, la carica di recente istituzione che forse gli fu attribuita (Kamp, 1974, p. 79), come potrebbe essere dimostrato dai titoli dei funzionari da lui dipendenti e dal confronto con le identiche mansioni svolte nel medesimo periodo dal magister procurator Angelo de Marra. Del resto, quale ulteriore prova, gli stessi titoli risultano anche per i funzionari dipendenti dal successore di A. in Puglia, "Thomasius de Brundusio" (dal giugno 1238), il quale è indicato appunto come magister procurator e in tale veste viene di nuovo sollecitato da Federico, nell'ottobre del 1239, a inviare l'inventario di quanto rinvenuto in scrineis quondam logothete (Historia diplomatica, V, 1, pp. 441 s.).
Nel 1235 l'imperatore concesse ad A. l'investitura di Terlizzi, consentendogli così di far parte della nobiltà feudale; d'altronde Federico molti anni prima lo aveva annoverato tra i familiares nostri et fideles (ibid., II, 1, p. 115).
Circa la data della morte, del tutto improbabile appare quella proposta da Schaller, prima del 1242-1243 e dopo il 1239 (Schaller, 1957, p. 259), mentre con maggiore sicurezza dovrebbe collocarsi intorno alla metà del 1237, come testimoniato da vari documenti datati a questo anno in cui è presente l'indicazione Andreas quondam logothete; era invece sicuramente in vita nell'anno precedente, quando ordinò una certa indagine al suo collaboratore Johannes Pironti (Girgensohn-Kamp, 1961, p. 193).
Fonti e Bibl.: Historia diplomatica Friderici secundi, I, 1; II, 1 e 2; IV, 1; V, 1 e 2; Acta Imperii inedita, I e II; Regesta Imperii, V, 1-3, Die Regesten des Kaiserreiches [...], a cura di J.F. Böhmer-J. Ficker-E. Winkelmann, Innsbruck 1881-1901; D. Girgensohn-N. Kamp, Urkunden und Inquisitionen der Stauferzeit aus Tarent, "Quellen und Forschungen aus Italienischen Archiven und Bibliotheken", 41, 1961, docc. IX e XII, pp. 158-161, 187-196 e 197-203; I Registri della Cancelleria Angioina, ricostruiti da R. Filangieri con la collaborazione degli Archivisti napoletani, II-VI, Napoli 1967-1970; Die Urkunden Friedrichs II. 1198-1212, in M.G.H., Diplomata regum et imperatorum Germaniae, XIV, 1, a cura di W. Koch, 2002, docc. nr. 33, pp. 68 s., nr. 41, pp. 83-85, e i 17 editi (nrr. 75 ss.) tra le pp. 148-333; alcuni docc. sono meglio editi in Il Registro della cancelleria di Federico II dal 1239 al 1240, a cura di C. Carbonetti Vendittelli, Roma 2002. J.-L.-A. Huillard-Bréholles, Introduction à l'histoire diplomatique de l'empereur Frédéric II, Paris 1859, pp. CXXXI-CXXXIV; E. Jamison, La carriera del logotheta Riccardo di Taranto e l'ufficio del logotheta sacri palatii nel Regno normanno di Sicilia e d'Italia meridionale, in Atti del II Congresso storico pugliese e del Convegno internazionale di studi salentini, Bari 1952, pp. 169-191; H.M. Schaller, Die Kanzlei Friedrichs II. Ihr Personal und ihr Sprachstil, "Archiv für Diplomatik", 3, 1957, pp. 215 s., 219, 221, 241, 243 e 259 s. n. 4; N. Kamp, Vom Kämmerer zum Sekreten. Wirtschaftsreformen und Finanzverwaltung im staufischen Königreich Sizilien, in Probleme um Friedrich II., a cura di J. Fleckenstein, Sigmaringen 1974, pp. 56 ss.; H. Enzensberger, La struttura del potere nel Regno: corte, uffici, cancelleria, in Potere, società e popolo nell'età sveva. Atti delle seste giornate normanno-sveve (Bari-Castel del Monte-Melfi, 17-20 ottobre 1983), Bari 1985, pp. 49-69; J.-M. Martin, L'organisation administrative et militaire du territoire, ibid., pp. 93-102; N. Kamp, Monarchia ed episcopato nel Regno svevo di Sicilia, ibid., pp. 123 ss.; J.-M. Martin, La Pouille du VIe au XIIe siècle, Rome 1993; N. Kamp, Gli Amalfitani al servizio della monarchia nel periodo svevo del Regno di Sicilia, in Documenti e realtà nel Mezzogiorno italiano in età medievale e moderna. Atti delle Giornate di studio in memoria di Jole Mazzoleni (Amalfi, 10-12 dicembre 1993), Amalfi 1995, pp. 9-37; E. Cuozzo, Magna Curia, in Friedrich II., a cura di A. Esch-N. Kamp, Tübingen 1996, pp. 276-298; T. Kölzer, Die Verwaltungsreformen Friedrichs II., ibid., pp. 299-315; N. Kamp, Federico II e il Mezzogiorno: la costruzione sveva, in Mezzogiorno-Federico II-Mezzogiorno. Atti del Convegno internazionale di studio (Potenza-Avigliano-Castel Lagopesole-Melfi, 18-23 ottobre 1994), a cura di C.D. Fonseca, Roma 1999, p. 425 n. 25.