MANGIABOTTI, Andrea (Andrea da Barberino)
Nacque intorno al 1371 da Jacopo di Tieni de' Magnabotti o Mangiabotti. La famiglia era originaria di Barberino Val d'Elsa, ma non si sa se il M. fosse nato qui o a Firenze, dove certamente visse e lavorò. A Firenze abitò in via della Pergola; era inoltre proprietario di alcuni terreni nel "popolo" dalla Pieve a Settimo, coltivati a vigne e grano.
Ebbe almeno due mogli, come si ricava dalle portate catastali del 1427, dove risulta sposato con una certa Gostanza, di 26 anni più anziana di lui, e del 1430, dove risulta sposato con una donna chiamata Ricca. Non ebbe figli e nel testamento, redatto il 14 ag. 1431, indicò come unico erede Andrea di Giovanni di Francesco, suo nipote, materassaio. Morì, presumibilmente a Firenze, tra il 1431 e il 1433, data in cui fu reso pubblico il suo testamento.
Alla povertà di dati biografici fa riscontro una grande popolarità del M. come maestro di canto, cantastorie e compositore in volgare di romanzi cavallereschi, tra i quali i più noti sono I reali di Francia e Guerrino il Meschino. Il M. leggeva le sue opere in piazza e quella di S. Martino al Vescovo era la sua preferita.
Nei Reali di Francia è narrata, con l'inserimento di numerosi elementi leggendari, la storia della stirpe reale francese da Fiovo, figlio dell'imperatore Costantino, fino a Carlo Magno. Essa si configura quindi come una sorta di introduzione alle storie raccontate nelle opere appartenenti al ciclo carolingio. Nei primi tre libri si narra la conversione di Costantino e di suo figlio Costanzo, che dopo il battesimo prese il nome di Fiovo; il matrimonio di questo con Brandoria e la sua ascesa al trono di Francia. Dal cugino Sanguino ebbe origine la casa Maganza, i cui discendenti furono i noti tramandatori delle storie del ciclo carolingio. Il figlio di Fiorello, che fu successore di Fiovo al trono francese, Fioravante, riconobbe i due figli, Gisberto e Ottaviano, avuti da Dusolina, solo molto tempo dopo la loro nascita: il primo gli succedette come re di Francia mentre il secondo divenne re di Balda. In seguito, a Gisberto succedette Michele; a Michele, Agnolo Costantino; ad Agnolo, Pipino. Nei successivi tre libri sono narrate le avventure di Buovo d'Antona, discendente di Ottaviano e dei suoi figli, del matrimonio di Pipino con Berta e della sostituzione di quest'ultima, per opera dei Maganzesi, con Elisabetta. Inoltre, sono raccontati la nascita di Carlo Magno e di Orlando, figlio della sorella di Carlo, Berta; l'incontro a Sutri tra Orlando e lo zio, diretto a Roma per l'incoronazione imperiale, e il loro ritorno a Parigi.
Nel Guerrino il Meschino sono narrate le eroiche prove di Guerrino, figlio di Milone, cresciuto ignorando la sua nobile origine. Attraverso avventure meravigliose in paesi misteriosi egli riesce a riprendere possesso di Durazzo, proprietà della sua famiglia, e a liberare dalla prigionia il padre e la madre. Dopo aver portato a termine le guerre contro i Turchi, cacciandoli da tutta la Grecia, Guerrino sposa la sua amata Antinisca.
Oltre a Guerrino il Meschino e I reali di Francia, il M. compose anche la Storia di Aiolfo del Barbicone, le Storie nerbonesi, la Storia di Ugone d'Alvernia e infine l'Aspramonte.
La lingua usata dal M. nelle sue opere è il toscano, nel quale è inserita qualche espressione francese. Nello stile egli usa registri diversi secondo la situazione narrativa: comico e realistico nella rappresentazione delle battaglie, aulico nella descrizione della vita di corte, mediano nella rappresentazione del mondo fatato, presente un po' ovunque nelle pagine dei suoi romanzi. Inoltre egli introduce spesso nel racconto detti proverbiali, sentenze e massime, riguardanti soprattutto le donne e gli ecclesiastici, secondo una tradizione popolare molto diffusa.
Grande merito del M., la cui produzione ha conosciuto una lunga fortuna, è di essere stato un prezioso testimone della ricchezza del patrimonio epico che circolava in Italia tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo e di aver offerto una grande mole di materiali narrativi a Luigi Pulci, Matteo Maria Boiardo e Ludovico Ariosto. Per le sue opere il M. rielaborava materiali noti di varia provenienza, integrandoli con fonti poco note.
Edizione delle opere: Storia di Ajolfo del Barbicone e di altri valorosi cavalieri, a cura di L. Del Prete, Bologna 1863-64; Le storie nerbonesi, a cura di I.G. Isola, Bologna 1877-91; Storia di Ugone d'Avernia, a cura di F. Zambrini - A. Bacchi Della Lega, Bologna 1882; I reali di Francia, a cura di G. Vandelli - G. Gambarin, Bari 1947; L'Aspramonte, a cura di M. Boni, Bologna 1951; Guerino detto il Meschino, a cura di L. Steiner Stabarin, Torino 1965.
Fonti e Bibl.: P. Rajna, Ricerche intorno ai Reali di Francia…, Bologna 1872; R. Renier, La discesa di Ugo d'Alvernia all'inferno, Bologna 1883; I. Ludovisi, L'Ugo d'Alvernia secondo il codice franco-veneto della Biblioteca vescovile di Padova, L'Aquila 1895; Ph.A. Becker, Der Quellenwert der Storie nerbonesi, Halle a.S. 1898; A. Werner, L'Aspramonte di A. de' Mangabotti e i suoi rapporti co' Reali di Francia, in Giorn. stor. della letteratura italiana, XXXII (1898), pp. 132-138; M.L. Meregazzi, L'Ugo d'Alvernia: poema franco italiano, in Studi romanzi, XXVII (1937), pp. 5-87; M. Catalano, La data di morte di A. da Barberino, in Archivum Romanicum, XXIII (1939), pp. 84-87; G. Osella, Su A. da Barberino, in Convivium, XII (1940), pp. 363-380; M. Boni, Per una edizione dei Reali di Francia, ibid., n.s., II (1948), pp. 148-156; C. Dionisotti, Entrée d'Espagne, Spagna, Rotta di Roncisvalle, in Studi in onore di Angelo Monteverdi, Modena 1959, pp. 207-241; M. Boni, Le prime imprese del conte Orlando di Ludovico Dulce e l'Aspramonte quattrocentesco in ottave, in Studi di varia umanità in onore di Francesco Flora, Milano 1963, pp. 67-87; Id., L'Aspramonte quattrocentesco in ottave, in Studi in onore di Carlo Pellegrini, Torino 1963, pp. 43-59; C. Dionisotti, Appunti su antichi testi, in Italia medioevale e umanistica, VII (1964), pp. 77-131; M. Boni, Il manoscritto Marciano fr. IV e l'Aspramonte trecentesco in prosa, in Miscellanea di studi dedicati a Emerico Várady, Modena 1966, pp. 175-179; M.L. Bendinelli, Preistoria dell'"Aiolfo" di A. da Barberino, in Studi di filologia italiana, XXV (1967), pp. 1-108; A. Vitale Brovarone, De la "Chanson d'Huon d'Auvergne" à la "Storia d'Ugone d'Avernia" d'A. da Barberino: techniques et méthodes de la traduction et de l'élaboration, in Charlemagne et l'épopée romane. Actes du VII Congrès intern. de la Société Ren-cesvals…, Liège… 1976, Paris 1978, pp. 393-403; F. Cardini, Orizzonti geografici e orizzonti mitici nel "Guerrin Meschino", in Imago mundi. La conoscenza scientifica nel pensiero bassomedievale. Convegni del Centro di studi sulla spiritualità medievale… 1981, Todi 1983, pp. 185-221; R. Spongano, Scheda per I reali di Francia, in Studi e problemi di critica testuale, XXXIV (1987), pp. 325 s.; C. Dionisotti, Appunti su cantari e romanzi, in Italia medioevale e umanistica, XXXII (1989), pp. 227-261; V. Branca, Un poemetto inedito di A. da Barberino?, in Lettere italiane, XLII (1990), pp. 89 s.; V. Bertolini, Il "Rambaldo" di A. da Barberino: appunti per un'edizione dell'opera, in Quaderni di lingue e letterature, XVI (1991), pp. 41-90; V. Branca, Una "schermaglia" attribuibile a A. da Barberino, in Italianistica, XXI (1992), pp. 637-650; J. Vitullo, Orality, literacy, and the romance epic in Italy: the case of A. da Barberino's Ugo d'Alvernia, in The Italianist, XIII (1993), pp. 29-46; Id., Un codice ritrovato della Storia di Aiolfo del Barbicone di A. da Barberino, in Lettere italiane, XLV (1993), pp. 398-401; Id., Un manoscritto delle Storie nerbonesi e dell'Ugone d'Avernia di A. da Barberino, in Studi e problemi di critica testuale, XLVII (1993), pp. 43-48; F. Cardini, "Il Guerin Meschino". Viaggiatore dell'immaginario, in Id., L'invenzione dell'Occidente, Chieti 1995, pp. 171-238; A.M. Babbi, Le traduzioni del Guerrin Meschino in Francia, in Il romanzo nella Francia del Rinascimento: dall'eredità medievale all'"Astrea". Atti del Convegno…, Gargnano… 1993, Fasano 1996, pp. 133-141; V. Bertolini, Rambaldo alla ricerca della sua "generazione" (dal "Rambaldo" di A. da Barberino, Firenze, Bibl. naz., cod. Palat. 578), in Quaderni di lingue e letterature, XXI (1996), pp. 49-55; G. Allaire, A. da Barberino and the language of chivalry, Gainesville, FL, 1997; V. Bertolini, Rambaldo verso l'India fra mostri e avventure (dal "Rambaldo" di A. da Barberino: Firenze, Bibl. nazionale, cod. Palat. 578), in Quaderni di lingue e letterature, XXII (1997), pp. 25-38; L. Bartolucci, Identità e dissimulazio-ne in Aiolfo di A. da Barberino, in Siculorum Gymnasium, n.s., LIII (2000), pp. 47-66; M. Cursietti, Per l'edizione critica del Guerrin Meschino di A. da Barberino, in La Parola del testo, IV (2000), pp. 59-93, 295-340; V (2001), pp. 111-136; G. Allaire, Animal descriptions in A. da Barberino's "Guerrino Meschino", in Romance Philology, LVI (2002), pp. 23-39.