MARINI, Andrea
– Nacque nel 1523, verosimilmente a Mori (nei pressi di Trento), da Iacopo, secondo quanto riporta, senza indicare alcuna fonte, Todeschini. Poco attendibili peraltro le ipotesi di F. Marini su parentele bresciane, e decisamente improbabili sono i prospettati legami con gli omonimi cittadini originari di Venezia del quasi coevo segretario del Collegio, Alvise.
Scarse le notizie certe per gli anni antecedenti al soggiorno veneziano. Il M. ricorda avere «speso qualche tempo in Bologna, Padova e Parigi nello studio della medicina» e aver «travagliato in Italia e fuor d’Italia per le corti i migliori anni» (Discorso sopra l’aere di Venezia…, 1923, p. 1). Di tali esperienze rimane traccia del solo periodo padovano, quando fu presente, il 25 febbr. 1549, al conferimento del dottorato a «Petro Rhosityno» (Acta graduum). Lo stesso anno, il 15 apr. 1549, fu concesso al M. il dottorato dal Collegio medico di Venezia.
Sposatosi con Giacoma Olivieri di Bortolomio, di una famiglia benestante di Trento, dalla quale non ebbe discendenza, si dedicò alla stesura dell’opera che lo rese noto nell’ambiente della medicina: l’edizione commentata, in latino, degli scritti del medico persiano Yūḥannā ibn Māsawaih, conosciuto in Occidente come Mesue (Mesuae Graecorum, ac Arabum clarissimi medici opera quae extant…, Venetiis 1561). Già terminata nell’estate del 1560, ottenne il permesso di stampa il 16 dicembre successivo, quindi, dopo poco più di un anno, uscì a Venezia edita da V. Valgrisi, per essere ivi ristampata nel 1575 (Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Morelli, Riservati, 153/85).
Importante contributo per la diffusione della conoscenza della farmacopea araba, analizzata alla luce delle piante medicinali (i semplici), spesso reperite nell’ambiente, a lui familiare, del Trentino e negli orti botanici padovani e veneziani tra cui quello, famoso, di Pietro Antonio Michiel a S. Trovaso. Riuscì anche efficacemente a chiarire, con moderno spirito critico, i rapporti tra le scuole araba e greca, per la quale propendeva. Denso di meticolose annotazioni, il libro fu segnalato dai maggiori semplicisti dell’epoca, non ultimo Pietro Andrea Mattioli (De i discorsi di m. Pietro Andrea Matthioli… Nelli sei libri di Pedacio Dioscoride…, Venetia, F. Valgrisio, 1585, p. 849).
Trasferitosi a Venezia, almeno dal 1561, inizialmente nella parrocchia dei Ss. Apostoli, poi a S. Maria Nova, continuò a mantenere i legami con Trento, grazie alla nomina del cognato Oliviero Olivieri di Bortolomio a suo procuratore in quella città. Dopo la morte della moglie, avvenuta il 16 giugno 1563, si trasferì nella vicina parrocchia di S. Sofia, dedicandosi alla stesura del Discorso sopra l’aere di Venezia e del Discorso sopra la laguna di Venezia.
Redatti pressoché contemporaneamente, dopo l’eccezionale acqua alta (sopracomune) del 2 nov. 1559, della quale il M. fece menzione (nel Discorso sopra l’aere di Venezia…, 1923, p. 6), e comunque finiti nel 1566, in essi prese posizione a favore delle teorie di Cristoforo Sabbadino, contro le proposte avanzate da Alvise Corner – ancora in vita mentre il M. lavorava al testo – nel dibattito sulla conservazione della laguna. L’essere un medico lo portò a intuire quanto sfuggiva agli esperti d’idraulica: descrisse l’ambiente lagunare come un organismo complesso e interdipendente, nel quale la funzione primaria veniva svolta dal flusso delle maree, in un evidente parallelo con la circolazione sanguigna nel corpo umano. Tale «circolazione» non doveva essere ostacolata da alcun tipo di opera a mare, né limitata da riduzioni per interramento o bonifica della superficie della laguna stessa, che anzi – al contrario del Corner – suggeriva di ampliare. In tale contesto, l’alternarsi delle maree, unito al frequente cambiare dei venti, aveva nei secoli generato purezza dell’aria, salubrità nel vivere e, in ultima analisi, secondo il giudizio del M., le fortune politiche della città. Nonostante tali studi circolassero manoscritti e fossero citati dagli studiosi – per tutti B. Trevisan, Della laguna di Venezia… (Venezia 1715, p. 40), che attribuì al M. un non meglio precisato scritto latino, in suo possesso, De aestuario Veneto – non furono mai dati alle stampe insieme prima dell’edizione curata da Arnaldo Segarizzi (Venezia 1923).
Negli stessi anni scrisse e pubblicò – il permesso dei Capi dei dieci giunse il 21 maggio 1566 (Arch. di Stato di Venezia, Capi del Consiglio dei dieci, Notatorio, reg. 21, c. 17) – il Discorso contra la falsa opinione dell’Alicorno, una rara edizione aldina stampata da P. Manuzio nel 1566.
Esaminate le testimonianze dei più accreditati autori, concluse, al contrario di Andrea Bacci qualche anno dopo (Discorso dell’Alicorno…, Firenze 1573), della non esistenza dell’alicorno (o liocorno) e quindi del suo corno come antidoto contro i veleni. Il M. asseriva che «l’uso dell’alicorno» fosse «un manifesto inganno», in quanto «non è mai stato auttore degno di fede, che habbia veduto la fiera, et gli historici […] confessano di scrivere secondo l’opinione del vulgo», proponendo invece di usare «rimedi più sicuri, et più certi […] delli quali sono pieni i libri de’ più dotti, et essercitati medici di tutte l’età passate» (Discorso…, pp. 38 s.). Nonostante tale sostanziale divergenza, il lavoro, a partire dalle note di Johannes Antonides van der Linden (De scriptis medicis…, I, Amsterdami 1662, pp. 25, 33), fino a tempi recenti, venne spesso confuso con quello del Bacci (G. Morelli; Venezia, Bibl. naz. Marciana, Morelli, Riservati, 153/85).
Il M. morì a Venezia nella parrocchia di S. Sofia, l’11 maggio 1570 «de anni 47 da febre et petechie zorni 12» (Arch. di Stato di Venezia, Provveditori alla Sanità, Necrologi, reg. 805, sub 11 maggio 1570).
Opere: Discorso sopra l’aere di Venezia e Discorso sopra la laguna di Venezia, a cura di A. Segarizzi, in Antichi scrittori d’idraulica veneta, IV, Venezia 1923. Tra le versioni manoscritte del Discorso… sopra l’aere, si segnalano: Milano, Biblioteca Ambrosiana, Mss., D.245 inf.; Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Codd. Cicogna, 2543 (=994); Morosini-Grimani, 311 (=414), cc. 231v-268v; Ibid., Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., cl. IV, 156 (=5107), cc. 72v-75r; cl. IV, 345 (=5115), cc. 171-199; cl. IV, 350 (=5119)/XVIII-XIX, cc. 229-264r; cl. VII, 557 (=7664); cl. VII, 895 (=7670); Ibid., Biblioteca del Seminario patriarcale, Mss., 768.12 (=861.12), cc. 270-305. Esemplari del Discorso… sopra la laguna sono conservati in: Venezia, Biblioteca del Civico Museo Correr, Codd. Cicogna, 2543 (=994); Morosini-Grimani, 311 (=414), cc. 269-294; Wcovich-Lazzari, 28/9 (=17/11); Ibid. Biblioteca nazionale Marciana, Mss. it., cl. IV, 345 (=5115), cc. 199v-219; cl. IV, 347 (=5116)/IX: Andrea Marini [è il Discorso sopra la laguna di Venetia]; cl. IV, 350 (=5119)/ XVIII-XIX, cc. 264v-286r; cl. VII, 557 (=7664); cl. VII, 895 (=7670); cl. VII, 2296 (=7383), cc. 40v-56v; Ibid., Biblioteca del Seminario patriarcale, Mss., 768.12 (=861.12), cc. 307-332.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Capi del Consiglio dei dieci, Notatorio, reg. 18, c. 60r; 21, c. 17r; Notarile, Atti, reg. 7819, c. 433r; 7820, cc. 73r, 119r, 220-221; 8279, c. 61r; Notarile, Testamenti, b. 605/94; 1258/493; Provveditori alla Sanità, Necrologi, reg. 799, sub 16 giugno 1563; Venezia, Bibl. naz. Marciana, Mss. it., cl. VII, 2320 (=7250): A. Zeno, La Biblioteca veneta, s.v. Andrea Marini; cl. VII, 2342 (=9695), c. 93v; Morelli, Riservati, 153/85; A. Bacci, Discorso dell’Alicorno…, Firenze 1582, p. 152; U. Aldrovandi, De quadrupedibus solidipedibus…, Bononiae 1649, p. 386; J.A. van der Linden, De scriptis medicis libri duo…, Norimbergae 1662, I, pp. 25, 33; II, p. 66; B. Tartarotti, Saggio della biblioteca tirolese…, Rovereto 1733, p. 94; G.M. Mazzuchelli, Gli scrittori d’Italia…, II, 1, Brescia 1758, p. 13; D.F. Todeschini, Saggio della biblioteca tirolese…, Venezia 1777, p. 285; G. Federigo, Topografia fisico-medica della città di Venezia…, Padova 1831, p. 23; G. Soranzo, Bibl. veneziana…, Venezia 1885, p. 824; P.A. Saccardo, La botanica in Italia…, in Memorie del R. Ist. veneto di scienze, lettere ed arti, XXV (1895), 4, p. 103; A. Segarizzi, Bricciche trentine. Un medico trentino poco noto, in Tridentum, VI (1903), 5, pp. 212-217; F. Marini, Luigi Marini segretario… Le lettere e le scienze. Le belle arti…, Treviso 1908, pp. 35-39; C. Frati - A. Segarizzi, Catalogo dei codici Marciani italiani… classi IV e V…, II, Modena 1911, pp. 89, 158, 161, 165; Acta graduum academicorum Gymnasii Patavini ab anno 1538 ad annum 1550, a cura di E. Martellozzo Forin, 3, III, Padova 1971, p. 353; S. Ciriacono, Scrittori d’idraulica e politica delle acque, in Storia della cultura veneta, 3, III, a cura di G. Arnaldi - M. Pastore Stocchi, Vicenza 1981, pp. 492, 505; O. Shepard, La leggenda dell’unicorno, Firenze 1984, capp. V-VII, pp. 113-2561; G. Benzoni, Scritti storico-politici, in Storia di Venezia, IV, Roma 1996, pp. 778-780; Id., La cultura: contenuti e forme, ibid., VI, ibid. 1994, p. 579; S. Ciriacono, Il governo del territorio. L’ambiente urbano e la laguna, ibid., VIII, ibid. 1998, pp. 619, 645; Inventari dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, LXXXV, pp. 17, 113; XCI, p. 48; P.O. Kristeller, Iter Italicum…, I, p. 285; V, p. 520; VI, pp. 265 s., 278.