MAZZA, Andrea
– Nacque a Parma il 21 nov. 1724 da Orazio e da Rosa Benelani e ricevette il nome di Giuseppe Antonio Maria.
Fratello maggiore del poeta e filologo Angelo, compì i primi studi presso il collegio di Reggio Emilia. Il 15 ott. 1741 fece professione per la Congregazione benedettino-cassinese nel monastero di S. Giovanni Evangelista di Parma e adottò il nome di Andrea. Compiuti gli studi teologico-filosofici a Padova, dove fu allievo di Jacopo Stellini, nel 1744 fu scelto tra i dieci monaci che a quel tempo la Congregazione inviava a Roma per approfondire gli studi di teologia (nei quali poté avvalersi dell’insegnamento del padre A. Bortoletti) e di diritto canonico (sotto la guida di Gabriele Maria de Blasi). In quel periodo gli fu affidata anche la custodia del monastero in cui risiedeva.
Nel 1748 fece ritorno a Parma, dove fu impegnato nell’insegnamento della teologia fino al 1760. Fra i suoi discepoli fu anche il fratello Giovanni Benedetto che nel 1757 discusse la propria tesi, pubblicata per le cure del M. (Historiae ecclesiasticae selecta capita…, Parmae 1757).
Subito dopo il M. fu nominato bibliotecario del suo monastero e divenne segretario dell’abate Lanfranco Gnabbi.
In quel periodo si diede alla stesura del catalogo della biblioteca e provvide al suo ordinamento. Nel 1759 il ministro del duca Filippo di Borbone, Guglielmo du Tillot, gli affidò l’edizione delle opere del cardinale Vittorio Siri, conservate inedite nel monastero. Fu un lavoro lungo tre anni che non poté approdare alla pubblicazione a causa di un veto dello stesso ministro: sembra che i giudizi di Siri nei riguardi del cardinale A.-J. Du Plessis de Richelieu fossero parsi infatti troppo franchi per poter essere affidati a un’edizione a stampa. Al 1762 risale un altro episodio spiacevole nella biografia del M.: inviato a Milano per contrattare l’acquisto della celebre biblioteca Pertusati, quando ormai era stato pattuito il prezzo (16.000 zecchini, incluse le pregevoli scaffalature), si vide bloccare la vendita per ordine della corte di Vienna, poco propensa a far uscire dallo Stato un patrimonio di tale valore. Non è azzardato pensare che questa vicenda abbia indotto il teatino Paolo Maria Paciaudi, chiamato allora a Parma per occuparsi della nascente Biblioteca reale, a differire l’assunzione del M. in qualità di bibliotecario.
Il M. ottenne invece, nel 1764, la nomina a «pensionato letterato di corte», con il compito di inviare periodicamente alla Gazzetta letteraria di Francia, una rassegna bibliografica di quanto si veniva pubblicando in Italia. Sempre in quell’anno, su incoraggiamento di Paciaudi, stese alcune note per la costituzione in Parma di un’accademia scientifica (Parma, Biblioteca Palatina, Parmense, 644). All’anno successivo risale la polemica con Alexandre Deleyre, l’enciclopedista francese chiamato a Parma nel 1760 da Étienne Bonnot de Condillac per l’educazione di Ferdinando di Borbone (succeduto al padre appena quattordicenne nel 1765) e rimastovi fino al 1767.
Deleyre pubblicò nella Gazzetta letteraria una lettera nella quale criticava lo stato di inerzia culturale dell’Italia e in particolare di Parma. La decisa replica del M. (Lettera di un parmigiano agli eruditi e dotti autori della Gazzetta letteraria d’Europa, s.l. né d. [ma Parma 1765]), che probabilmente nella stampa subì modifiche e tagli non autorizzati dall’autore, non piacque alla comunità dei letterati, soprattutto per alcuni discutibili giudizi e per alcuni silenzi su eruditi parmigiani che avrebbero meritato una menzione.
Nel 1766 il M. curò l’edizione di alcune opere inedite di Galileo Galilei, Benedetto Castelli e altri, per il tomo IV della Nuova raccolta d’autori che trattano del moto delle acque (Parma). All’inizio del 1768 fu destinato alla Biblioteca, senza titolo ufficiale ma con la mansione di aiuto-bibliotecario di Paciaudi: le non poche incombenze di servizio che l’apertura al pubblico nel 1769 comportò, fra cui anche la distribuzione dei libri, gli impedirono di mettere a frutto le proprie competenze e guastarono il suo rapporto con Paciaudi stesso.
Nel 1771 il M. fu eletto priore del monastero di S. Giovanni; l’anno successivo compose le osservazioni al Cours d’études del Condillac (Parma, Biblioteca Palatina, Parmense, 644), già precettore a Parma dal 1758 al 1768. Sempre nel 1772, mentre Paciaudi conosceva alterne fortune, il M. ebbe ufficialmente il titolo di vicebibliotecario; seguì, nel 1774, quello di bibliotecario. In quell’anno inviò al conte A.L. de Flavigny, ministro di Francia alla corte parmense, le sue annotazioni critiche al Voyage en Italie di J.J. de Lalande (ibid.; in appendice a Corradi Martini).
Dopo quattro anni di servizio come bibliotecario, col ritorno in carica di Paciaudi il M. fu congedato e accusato di cattiva gestione. Si difese in una scrupolosa memoria documentaria (Parma, Biblioteca Palatina, Parmense, 646) inviata al duca Ferdinando, ottenendone un blando riconoscimento tramite il ministro Giuseppe Pompeo Sacco. Dopo la parziale riabilitazione, nel 1779 il M. divenne abate del monastero di S. Giovanni. Mantenne la carica sino al 1786, quando si trasferì abate nel monastero delle Grazie, presso Castelnuovo Fogliani.
Nel 1784, intanto, fu eletto visitatore della Congregazione e in tale veste partecipò alla Dieta della Congregazione tenutasi a Vicenza nel 1787. Nello stesso anno ottenne la nomina a consultore teologo del S. Uffizio. Nel 1788 il vescovo di Parma Domenico Carlo Maria Turchi lo elesse esaminatore sinodale. Risale ad allora una risposta del M. a Ireneo Affò, dalla quale emerge un coinvolgimento del M. nella polemica che contrappose suo fratello Angelo a Vincenzo Monti.
Sempre del 1788 è una lettera a G. Tiraboschi Intorno l’esiglio di Ovidio, seguita l’anno successivo da una seconda Lettera sul medesimo argomento (Lettera al sig. cavaliere Girolamo Tiraboschi… intorno all’esilio di Ovidio, in Continuazione del Nuovo Giornale de’ letterati d’Italia, XL [1789], con la Risposta dello stesso Tiraboschi, e ibid., XLII [1790]; dell’una e dell’altra lettera Pezzana segnala tirature separate fatte imprimere dallo stesso Tiraboschi a Modena nel 1788 e 1790).
Nel 1792 partecipò al capitolo della Congregazione che si teneva a Padova: contro ogni aspettativa non ottenne la carica di presidente ma fu nominato nuovamente abate di S. Giovanni Evangelista.
Il M. morì in questo monastero nel 1797.
Libri (alcuni dei quali molto rari) e manoscritti del M. furono legati al monastero di S. Giovanni, da dove, in seguito alla soppressione del 1867, pervennero alla Biblioteca Palatina di Parma, che tuttora li conserva. Vanno segnalati almeno due rarissimi avvisi bodoniani (Parma, Biblioteca Palatina, Misc. Parmense, A.304), il primo dei quali, per la pubblicazione delle opere di Frugoni, corredato di una osservazione autografa del M. in cui si esprimevano pesanti riserve sul progetto. Di grande interesse è anche il carteggio, nel quale spiccano, fra i corrispondenti, i nomi dei maggiori eruditi dell’epoca: Tiraboschi, cui il M. fornì molto materiale per la sua Storia della letteratura, Lazzaro Spallanzani, il veronese Giovan Jacopo Dionisi, Gaetano Marini, Canonici, Mittarelli, Ireneo Affò e Carlo de’ Rosmini. Restano inediti molti lavori, fra i più rilevanti quelli dedicati all’umanista Basinio da Parma e all’erudito Benedetto Bacchini.
Fonti e Bibl.: Parma, Biblioteca Palatina, Parmense, 644: R. Tonani, Memorie per servire alla vita del rev.mo p. abate don A. M.; L. Bramieri, Lettera intorno la vita e gli studi del p. ab. d. A. M. m. casinese, in Memorie per servire alla storia letteraria e civile, luglio-agosto 1798, pp. 53-61; P. Pozzetti, Elogio di A. M.…, Carpi s.d.; A. Cerati, Elogio storico del… p. don A. M., in Opuscoli diversi di Filandro Cretense P.E., II, Parma 1809, pp. 105-160; A. Pezzana, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, IV, Parma 1833, pp. 302-314; G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Milano 1833, II, p. 623; III, p. 440; IV, pp. 109, 418, 524; E. De Tipaldo, Biografia degli Italiani illustri, VI, Venezia 1838, pp. 325-328; F. Odorici, Memorie storiche della Nazionale Biblioteca di Parma, in Atti e memorie delle Rr. Deputazioni di storia patria per le provincie modenesi e parmensi, I (1863), pp. 349-378; III (1865), pp. 425-454, 459-462; A.F. Rossi, Angelo Mazza e i tempi suoi, Parma 1905, pp. 35 n. 2, 57 s. e n. 2, 59 s. e nn. 1-3, 70 s. e n. 1, 78 n. 1, 81 n. 1.; M. Boselli, Ombre di una famosa contesa letteraria, in Arch. stor. per le provincie parmensi, XV (1915), pp. 187-195; U. Benassi, Il Frugoni e i Rezzonico. Letteratura e politica in una corte italiana del Settecento, in Giorn. stor. della letteratura italiana, LXXX (1922), p. 118 n. 3; Id., Una guerra letteraria italo-francese del sec. XVII, ibid., LXXXIII (1924), pp. 70-72; G. Gabrieli, Manoscritti e carte orientali nelle biblioteche e negli archivi d’Italia. Dati statistici e bibliografici delle collezioni. Loro storia e catalogazione, Firenze 1930, p. 83; A. Boselli, Un bibliotecario difeso da un ministro, in Accademie e biblioteche, VII (1933-34), p. 57; M.T. Balestrino, Angelo Mazza, Milano-Genova-Roma 1935, pp. 219-340; A. Alessandri, Due rari opuscoli bodoniani e di un’«Osservazione» dell’abate A. M., in Arch. stor. per le provincie parmensi, s. 3, V (1940), pp. 127-135; F. Frzop, Ireneo Affò epistolografo, in Arch. stor. per le provincie parmensi, s. 3, VII-VIII (1942-43), pp. 195-200, 216, 226, 228, 230, 244, 247; M. Parenti, Aggiunte al Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari e dei bibliofili italiani di Carlo Frati, II, Firenze 1959, p. 236; A. Andreoli, Di alcuni inediti di B. Bacchini, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le provincie modenesi, s. 9, II (1962), p. 132; Arch. stor. per le provincie parmensi, Indice analitico 1860-1963, a cura di Felice da Mareto, Parma 1967, p. 589 (s.v. M., A.); M. Dal Pra, Le osservazioni sul «cours d’études» di Condillac del p. A. M., in Riv. critica di storia della filosofia, XXVIII (1973), pp. 37-49; L. Farinelli, Il carteggio di A. M. conservato nella Biblioteca Palatina di Parma: i corrispondenti, in Arch. stor. per le provincie parmensi, s. 4, XXXII (1980), pp. 179-211; G. Bertini, P.M. Paciaudi e la formazione della Biblioteca Palatina di Parma, in Aurea Parma, LXVII (1983), 1, pp. 21-26, 39; 2, pp. 162, 167-173; C. Corradi Martini, A. M. critico di Lalande (in appendice: testo del manoscritto di A. M.), ibid., LXVIII (1984), 1, pp. 272-291; P. Golinelli, Figure, motivi e momenti di storiografia monastica settecentesca, in Settecento monastico italiano. Atti del I Convegno di studi storici sull’Italia benedettina… 1986, a cura di G. Farnedi - G. Spinelli, Cesena 1990, pp. 726 s.; R. Lasagni, Diz. biografico dei Parmigiani, Parma 1999, III, pp. 453-455 (s.v. M. Giuseppe Antonio Maria); M.G. Arrigoni Bertini, La formazione di Affò «romanista», in Atti del Convegno su Ireneo Affò nel secondo centenario della morte (1797-1997), Busseto… 1997, a cura di L. Farinelli, Parma 2002, p. 17; A. Aliani, Ireneo Affò e la storia locale, ibid., p. 115; C. Viola, Epistolari italiani del Settecento. Repertorio bibliografico, Verona 2004, p. 394; G.B. Janelli, Diz. biografico dei Parmigiani illustri, Genova 1877, pp. 249 s.; C. Frati, Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari e dei bibliofili italiani, Firenze 1933, pp. 341 s.