MIAULIS, Andrea
Ammiraglio greco, nato a Idra verso il 1760, morto ad Atene l'11 giugno 1835. Bōkos era il cognome della famiglia; Miaulis è un soprannome venuto ad Andrea forse dall'essersi distinto in mare operando contro i Turchi sopra un bastimento di nome Miaoul. Marinaio fin dall'infanzia sul naviglio di suo padre, passò la vita nell'Egeo fino a che, scoppiata nel 1821 la guerra d'indipendenza, fu promosso al grado di ammiraglio. Organizzata innanzi tutto unitariamente la flottiglia greca, che fino allora operava in unità separate secondo l'esigenza dei singoli armatori, cominciò le sue fortunate operazioni sul mare. La sua tattica preferita era di piombare all'improvviso sul nemico, a bordo di brulotti incendiarî mediante i quali metteva lo scompiglio nella flotta avversaria, che poi attaccava con le unità maggiori. Dopo che i Turchi ebbero compiuto il massacro di Chio egli mandò il Canaris a distruggere la loro flotta ancorata nell'isola. Nel 1824 una nuova flotta turca al comando di Topal Pascià devastava l'isola di Psara. Il Miaulis ne traeva tosto vendetta e per impedire che a Samo toccasse la stessa sorte, tanto più che alla flotta turca si era aggiunta quella egiziana di Ibrahim Pascià, figlio di Mehemet Alì, viceré d'Egitto, alleato del sultano, l'affrontò e lo vinse il 5 settembre 1824 a Capo Geronte presso l'antica Mileto. Ṭopal ‛Othmān Pascià allora rientrò nei Dardanelli e Ibrahim di lì a poco ad Alessandria, per riuscirne nel febbraio 1825 a tentare una rivincita. La sua flotta sbarcò truppe sulle coste della Messenia, mentre 50 piccole navi muovevano a impadronirsi di Sfacteria di fronte alla rada di Navarino. M. piombò loro sopra incendiando parecchie unità. In questo stesso anno riuscì a vettovagliare tre volte Missolungi, che sosteneva il famoso assedio, e si prodigò in varie altre azioni marittime di minor conto, fino a che nel 1827 la flotta anglo-franco-russa non distruggeva per sempre a Navarino la potenza navale della Turchia.
Cessata la guerra greco-turca, il M. si ritirò a Idra mantenendosi estraneo alle lotte di partito che travagliarono gli albori dell'indipendenza greca, fino a quando, inaspritosi il dissenso tra il dittatore Capodistria, russofilo, e gl'idrioti Conduriotis e Maurocordato anglofili, il M. fu inviato dal comitato di opposizione risiedente in Idria a catturare la flotta del dittatore ancorata a Paros. Riuscì a catturarla, ma, fermato dall'ammiraglio russo P. J. Rikord, preferì bruciare le due unità maggiori Hellas e Spezia, salvandosi, in un canotto, a Idria: azione che fu variamente giudicata dai suoi connazionali. Nel 1832 si recò a Monaco a ossequiare il nuovo re Ottone. Morì tre anni dopo quasi ottantenne e fu sepolto alla punta del Pireo, presso i ruderi detti la Tomba di Temistocle, al quale infatti i Greci volentieri lo paragonano.