MORINELLO, Andrea
MORINELLO, Andrea. – Figlio del pittore Giacomo, nacque intorno al 1490 in una località della Val Bisagno nei pressi di Genova (Soprani, 1674, p. 26). Per Alizeri (1874, p. 236), invece, la famiglia era originaria di Chiavari.
L’attività di Giacomo Morinello è nota solo attraverso testimonianze d’archivio. Compare al diciassettesimo posto della matricola «artis pictoriae et scutariae» genovese (Spotorno, 1827, p. 208). La prima notizia conosciuta risale al 6 marzo 1478, quando fornì la dote per una sorella (De Floriani, 1991). Il 13 gennaio 1495 lo spagnolo Francesco Torre Morella si impegnò a lavorare nella bottega di Giacomo per un periodo di due anni, accordo poi prorogato il 16 giugno 1498 (Alizeri, 1873, pp. 388 s.). Al 6 marzo 1498 risale il contratto per l’esecuzione degli affreschi e di altri interventi nella «caminata» della residenza di Franco Cattaneo, il quale stabilì come modello l’analogo ambiente presente nella dimora di Acellino Cattaneo e indicò i tempi di consegna, il compenso e la collaborazione in qualità di consiglieri del nobile Andalò Lercari e del pittore Luca Baudo da Novara (ibid., pp. 386 s.). Nel giugno del 1500 Giacomo attestò di aver ricevuto la dote della moglie Maddalenetta Piola (ibid., pp. 385 s.). Risulta defunto nell’agosto 1510 in un atto riguardante il figlio Andrea.
Andrea, che secondo Alizeri (1874, p. 237) dovrebbe essersi formato presso la bottega del padre, risulta iscritto al quarantaseiesimo posto della matricola dell’arte (Spotorno, 1827, p. 309). La prima notizia documentaria risale al 31 agosto 1510, quando dichiarò di aver ricevuto un pagamento per la decorazione di una camera collocata nella dimora genovese del drappiere Stefano Morando sita nella contrada del Guastato. Come precisato nell’atto, gli affreschi dovevano essere qualitativamente simili a quelli già realizzati dallo stesso maestro nella casa di un certo Tommaso di Pietra Bissara (Alizeri, 1874, pp. 241 s.). L’anno seguente (30 agosto) Morinello accettò di eseguire entro tre mesi per Remirchio del Vignale, originario del centro di Canari, in Corsica, una pala d’altare a più scomparti raffigurante la Madonna col Bambino affiancata da altri santi. Il polittico, secondo le precise indicazioni fornite dal committente, doveva riprendere fedelmente come modello un’ancona rappresentante al centro la figura di S. Domenico conservata presso la chiesa di S. Maria di Castello di Genova, opera della quale dovevano essere riproposte le misure, la struttura, gli intagli in legno e le dorature della carpenteria. Per tale incarico venne fissato un compenso di 16 ducati (Alizeri, 1874, pp. 243 s.). Il 12 agosto 1516 il pittore risulta menzionato assieme a Battista Grasso, Bernardino Fasolo e Battista De Ferrari «Consiliariis dicte artis pictorum», in un atto con il quale Giacomo da Passano era stato multato per aver esercitato in città la professione non rispettando gli statuti della corporazione che prevedevano per i forestieri lo svolgimento di un tirocinio settennale (Alizeri, 1874, p. 181). L’11 giugno 1519 Andrea e il fratello Battista acquistarono dal bancalaro (intagliatore) Giovanni d’ottone per 327 lire un’abitazione sita nei pressi della chiesa di S. Andrea. Il prezzo venne corrisposto da Morinello attraverso il valore di una pala d’altare da lui realizzata per oberto d’ottone, figlio di Giovanni, mentre Battista utilizzò la dote ricevuta dalla moglie Bianchinetta (Alizeri, 1874, pp. 237 s.).
Nel breve profilo biografico dedicato a Morinello da Raffaele Soprani, lo storico segnala la presenza nella chiesa di S. Martino in Bisagno di una tavola commissionata dai «Confratelli della Compagnia di Nostra Signora istituita in detta Chiesa» recante le iscrizioni «consortia s. mariae ecclesiae divi martini» e «1516. andreas de morinello pinxit» (Soprani, 1674, p. 26). L’opera era collocata al di sopra di una porta secondaria dell’edificio e raffigurava, sempre secondo la testimonianza di Soprani, la Vergine della Misericordia e quattro angeli («Nostra Signora, che frà le braccia tiene il celeste Bambino, e riceve sotto il suo Manto alcune devote persone dell’uno, e l’altro sesso ritratte, per quanto si scorge, al naturale. oltre di che vi sono quattro Angioli assistenti à quella Santa fontione; due de’ quali coronano l’istessa Vergine, & altri due le sostengono il Manto »). Nella stessa occasione Soprani attribuisce inoltre a Morinello, per similitudini stilistiche, una seconda tavola, sempre conservata nella chiesa di S. Martino, rappresentante al centro il santo titolare a cavallo mentre dona il mantello al povero con ai lati quattro figure di santi non meglio precisate. Riprendendo la biografia redatta da Soprani, Ratti cita la sopraccitata tavola con la Vergine della Misericordia e quattro angeli precisando però che già allora l’opera non era più visibile in chiesa, mentre ribadisce l’attribuzione al medesimo pennello del dipinto rappresentante S. Martino e il povero collocato dietro l’altare maggiore (Soprani - Ratti, 1768). In occasione dell’Esposizione artistico - archeologico - industriale allestita nel 1868 presso l’Accademia ligustica di Genova, venne attribuita a Morinello una lunetta raffigurante Gesù fra due angeli proveniente dalla chiesa di S. Martino d’Albaro, opera che, secondo quanto avanzato nel catalogo, doveva costituire la cimasa della pala con S. Martino e il povero (Staglieno - Belgrano, 1868). Tale attribuzione venne negata da Alizeri, per il quale l’opera rivelava caratteri troppo arcaici rispetto alla cultura figurativa ligure d’inizio Cinquecento (Alizeri, 1874, p. 240). Prendendo spunto da quanto indicato da Soprani, al pittore è stata inoltre ipoteticamente riferita una tavola raffigurante la Madonna col Bambino in trono conservata presso la chiesa di S. Martino d’Albaro (Magnani, 1976), proposta che non appare però condivisibile (Lagomarsino, 1999A). Sempre al nome dell’artista furono accostati alcuni affreschi risalenti al primo Cinquecento individuati nel coro e nel presbiterio della chiesa della SS. Annunziata di Genova Sturla (Magnani, 1977). Non si conosce la data di morte dell’artista. Collaboratore di Andrea Morinello fu il fratello Battista, iscritto al quarantasettesimo posto della matricola dell’arte (Spotorno, 1827, p. 309). Egli è noto unicamente attraverso esigue tracce documentarie, la prima risalente al 27 giugno 1514, quando confermò di aver ricevuto la dote della consorte Bianchinetta (Alizeri, 1874, p. 239), poi utilizzata nel 1519 per l’acquisto della casa assieme ad Andrea. Nel luglio 1529 Battista risulta impegnato ad affrescare alcuni stemmi in palazzo ducale (Alizeri, 1874, p. 237). Nello stesso anno fu console dell’arte con Agostino Bombelli: il 10 dicembre i due maestri querelarono per ingiurie il collega Biagio da Como (Alizeri, 1874, pp. 280-282).
Fonti e Bibl.: R. Soprani, Le vite de’ pittori, scoltori, et architetti genovesi e de’ forastieri che in Genova operarono, Genova 1674, pp. 26 s.; R. Soprani - C.G. Ratti, Vite de’ pittori, scultori, ed architetti genovesi…In questa seconda edizione… arricchite di note da Carlo Giuseppe Ratti, Genova 1768, pp. 39 s.; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia…, V, Bassano 1809, pp. 290 s.; G.B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, Genova 1826, pp. 206 s.; Id., Matricola de’ pittori genovesi, in Giornale ligustico di scienze, lettere, ed arti, 1827, n. 2, pp. 208, 211; n. 3, pp. 309 s.; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia…, a cura di L. De Angelis, V, Firenze 1834, p. 243; M. Staglieno - L.T. Belgrano, Catalogo dell’Esposizione artistico archeologico industriale, Genova 1868, p. 41; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalle origini al secolo XVI, Genova 1873, II, pp. 383-389; III, 1874, pp. 181, 235-243, 280 s.; C. Carozzino, Le vetuste tavole pittoriche nelle chiese genovesi, in Rivista diocesana, XI (1921), 4, p. 138; F. Caraceni Poleggi, La committenza borghese e il manierismo a Genova, in La pittura a Genova e in Liguria, I, Genova 1970, p. 305; L. Magnani, Chiesa di S. Martino d’Albaro, Genova 1976, pp. 12, 15; Id., Chiesa della Ss. Annunziata di Sturla, Genova 1977, pp. 7, 10; Schede Vesme. L’arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, IV, Torino 1982, p. 1183; F. Caraceni Poleggi, La committenza borghese e il manierismo a Genova, in La pittura a Genova e in Liguria, a cura di C. Bozzo Dufour, I, Genova 1987, pp. 280 s.; A. De Floriani, M. G., in G. Algeri - A. De Floriani, La pittura in Liguria. Il Quattrocento, Genova 1991, p. 518; D. Trier, Battista di Morinello, in Allgemeines Künstlerlexikon,VII, München- Leipzig 1993, p. 493; E. Parma, L’«Ars Pictoriae» a Genova nella prima metà del Cinquecento, in La Pittura in Liguria. Il Cinquecento, a cura di E. Parma, Genova 1999, p. 15; L. Lagomarsino, Biagio da Como o de Cunio, ibid.(A), p. 375; Id., M. A., ibid.(B), p. 400.