PAINELLI, Andrea
PAINELLI (de Painellis, de Paynellis), Andrea. – Nacque forse verso il 1315, presumibilmente a Goito (Mantova), da dove la famiglia era originaria (ma non ha trovato riscontro preciso l’ipotesi di una sua appartenenza al ceto dei milites rurali) e dove egli stesso ebbe case e terre.
Figlio di Giacomino e fratello di Simone, monaco a S. Benedetto Polirone, sposò Margherita figlia di Aridasio dei Vivolti, di modesta famiglia di Mantova, dedita al commercio e al prestito di denaro; da lei ebbe almeno un figlio, che gli premorì.
Si ignora il suo percorso di studi, ma prima del 1352 ottenne il titolo di magister conseguendo quella preparazione culturale che gli avrebbe consentito di diventare uno dei più attivi uomini di fiducia dei Gonzaga in quanto cancelliere ed esperto della documentazione, oltre che uomo di lettere. Già nel 1354 aveva raggiunto posizioni di rilievo nell’ambito della corte gonzaghesca. In quell’anno infatti collaborò all'organizzazione della discesa in Italia di Carlo IV e fece poi parte del ristretto gruppo di uomini che affiancò, insieme a Francesco e Ludovico Gonzaga, l’imperatore nella visita alla reliquia del sangue di Cristo nella chiesa di S. Andrea.
Il cronista Antonio Nerli lo menziona come vate egregio e «ipsius imperatoris prothonotarius» (1908-10, p. 11). Carlo IV in quel periodo gli rilasciò per i servigi resigli il privilegio di cittadinanza in favore del padre Giacomino e scrisse nel contempo ai Gonzaga per raccomandarne la famiglia, per assicurargli la piena proprietà di alcuni terreni e per garantire al fratello il mantenimento agli studi da parte dell’abate di S. Benedetto Polirone. In tale documento l’imperatore qualificò Andrea come «notarius et familiaris noster domesticus» (Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, b. 428, n. 31). Painelli continuò ancora per qualche mese a far parte del seguito imperiale, rivestendo l’incarico di cancelliere: in tale veste compare in un diploma imperiale rilasciato a Milano il 7 gennaio 1355. A tale vicinanza con la corte imperiale sarebbe da ricondurre il titolo di conte palatino che alcuni autori (Frasso, 1974; Schizzerotto, 1977) gli attribuiscono.
Painelli tornò a operare presso la corte imperiale fra il 1365 e il 1366, come risulta dalle missive inviate ai Gonzaga per informarli della sua attività e di quella dell’imperatore nonché dei suoi frequenti viaggi. Anche l’imperatore scrisse ai Gonzaga per ragguagliarli in merito al lavoro svolto con zelo da Andrea che in un'occasione definì significativamente «notarius noster secretarius et familiaris dilectus» (Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, b. 428, n. 61). Dell’attività mantovana di Painelli resta una nutrita corrispondenza che lo vede in rapporto ovviamente con i Gonzaga e con eminenti personaggi dell’entourage gonzaghesco (basti ricordare Bartolino Capilupi e Galeazzo Buzoni). Attraverso tale epistolario è possibile ricostruire la sua carriera e l’intensa attività di oratore e diplomatico.
Nel 1359 agiva nelle vesti di ambasciatore fra Bologna e Ferrara nell’ambito d’una missione per conto di Ugolino Gonzaga e per trattare con il marchese d’Este; fu anche a Milano dove incontrò Bernabò Visconti. In quest’ultima città ritornò ripetutamente pure negli anni successivi. Nel quadro delle continue schermaglie politiche e militari indotte dall’espansionismo visconteo, attorno al 1366, i Gonzaga poterono rimettere mano alle fortificazioni del territorio (che Bernabò Visconti aveva danneggiato una decina d’anni prima, compromettendo le comunicazioni tra Mantova e Ferrara estense), nell’imminenza di una nuova lega antiviscontea (Mantova, Padova, Ferrara, la regina Giovanna d’Angiò, il papa). In quel frangente Painelli agì in qualità di vicario di Ludovico in alcune località del contado, sovrintendendo a tali opere; di ciò informa il ricco carteggio tra Mantova e le comunità del territorio conservato nell’Archivio Gonzaga. Ludovico affidò a Painelli funzioni di sorveglianza nell’ambito dell'esecuzione di rilevanti opere di fortificazione pure negli anni Settanta. In tale occasione Painelli partecipò anche alla progettazione delle strutture difensive, mettendo a frutto (come lascia intendere una sua lettera [Archivio di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, b. 2378, 1374 novembre 13]) l’esperienza e la cultura militare derivategli dai numerosi viaggi compiuti fuori Italia nell’ambito delle missioni svolte presso la corte imperiale. Non mancarono, in questa occasione, difficoltà e divergenze tanto con le maestranze, quanto con il signore, al cui volere egli si rimise talvolta con malcelata insofferenza.
Nel 1380 Painelli tornò a essere protagonista di una importante e delicata missione politica e diplomatica a Milano, presso i Visconti. Fece infatti parte del gruppo di cavalieri destinati da Ludovico II Gonzaga ad accompagnare a Mantova Agnese di Bernabò Visconti, sposa del di lui figlio Francesco. In una lettera del 29 ottobre 1380 Painelli descrisse le singole tappe del viaggio.
La lunga esperienza funzionariale ebbe anche importanti risvolti culturali e letterari. Con il seguito imperiale nel 1354 era giunto a Mantova Petrarca, che qui incontrò nelle vesti di cancelliere gonzaghesco l’amico e concittadino Giovanni Aghinolfi, letterato e diplomatico, ma strinse amicizia anche con Painelli al quale indirizzò le Familiari V, 11 e 12 e la Metrica III, 26. Dell'attività letteraria di Painelli si sa tuttavia ben poco. Sono pervenuti solo alcuni componimenti traditi in una nota miscellanea che si deve al notaio copista gonzaghesco Ramo Ramedelli: si tratta di qualche composizione poetica in esametri e di qualche epitaffio, fra i quali va ricordato quello composto per il sepolcro di Alda d’Este e del marito Ludovico Gonzaga oltre che per alcuni uomini della corte gonzaghesca. È lecito presumere che i suoi libri – e fra questi il codice provenzale M 819 della Biblioteca Pierpont Morgan di New York che era stato già di suo padre Giacomino – siano stati incamerati assieme ai suoi beni dal fisco gonzaghesco dopo la sua morte.
Gli anni immediatamente successivi al rientro a Mantova dalla missione milanese del 1380 segnarono l’oblio di Painelli. La sua vita si concluse drammaticamente, giacché per motivi sconosciuti fu condannato a morte e giustiziato (nel 1383 o nel 1384) per volere di Francesco Gonzaga, succeduto al padre Ludovico nel 1382.
Fonti e Bibl: Archivio di Stato di Mantova, Ospedale civico, bb. 15, 18; Archivio Gonzaga, bb. 428, 439, 1099, 1602, 1603, 1604, 1619, 2372, 2372 bis, 2373, 2375, 2376, 2378, 2385, 2386, 2881; C. D’Arco, Famiglie mantovane, ms. all’Archivio di Stato di Mantova, VI, pp. 2 s.; J.F. Böhmer, Regesta Imperii, VIII, Die Regesten des Kaiserreichs unter Kaiser Karl IV., Innsbruck 1877, ad ind.; C. Cipolla, Documenti per la storia delle relazioni diplomatiche fra Verona e Mantova nel secolo XIV, Venezia 1907, pp. 370 s., 385, 389; A. Nerli, Breve chronicon monasterii Mantuani S. Andree ord. Benedict. aa. 800-1431, a cura di O. Begani, in Rer. Ital. Script., II ed., Città di Castello 1908-10, XXIV, 13, ad ind.; B. Aliprandi, Aliprandina o cronica de Mantua, a cura di O. Begani, ibid., ad ind.; F. Amadei, Cronaca universale della città di Mantova, a cura di G. Amadei - E. Marani - G. Praticò, Mantova 1954-58, ad ind. Per le fonti relative al periodo: P. Torelli, L’Archivio Gonzaga di Mantova, I, Mantova 1920; A. Luzio, L’Archivio Gonzaga di Mantova, II, La corrispondenza familiare, amministrativa e diplomatica dei Gonzaga, Mantova 1922; Archivio di Stato di Mantova, Copialettere e corrispondenza gonzaghesca da Mantova e paesi (28 novembre 1340- 24 dicembre 1401), Indice, Roma 1969. Per il contesto: G. Coniglio, I Gonzaga, Milano 1967; Id., Mantova. La storia, I, Mantova 1958; I. Lazzarini, Fra un principe e altri stati. Relazioni di potere e forme di servizio a Mantova nell’età di Ludovico Gonzaga, Roma 1996. V. inoltre: C. Cipolla, Karl IV in Mantua (1354-56), in Mitteilungen des Istituts für österreichische Geschichtsforschung, III (1882), pp. 439-445; F.C. Carreri, Le condizioni medioevali di Goito, in Atti e Memorie della R. Accademia Virgiliana di Mantova, 1897-98, pp. 171 s.; R. Salomon, Reiseberichte 1908-1909, in Neues Archiv, XXXVI (1910-11), pp. 508 s.; C. De Tourtier, Un mariage princier à la fin du XIV siècle: le dossier des noces de Agnes Visconti et de François de Gonzague aux archives de Mantoue 1375-1381, in Bibliothèque de l’École des Chartes, CXVI (1958), pp. 107-135; E. Faccioli, Mantova. Le lettere, I, Mantova 1959, p. 477; G. Frasso, Petrarca, Andrea da Mantova e il Canzoniere provenzale N, in Italia medievale e umanistica, XVII (1974), pp. 185-205; G. Schizzerotto, Cultura e vita civile a Mantova fra ’300 e ’500, Firenze 1977, ad ind.; G. Billanovich, Il Petrarca e il primo umanesimo a Mantova, in Il Sant’Andrea di Mantova e Leon Battista Alberti (atti del convegno), Mantova 1974, pp. 127-130; M. Vaini, Ricerche gonzaghesche (1189-inizi sec. XV), Firenze 1994, ad ind.; E. Widder, Itinerar und Politik. Studien zur Reiseherrschaft Karls 4. südlich der Alpen, Köln 1999; I. Lazzarini, Gonzaga, Francesco, in Dizionario Biografico degli Italiani, LVII, Roma 2002, pp. 751-756; Id., Gonzaga, Ludovico, ibid., pp. 797-801; Id., La difesa della città. La definizione dell’identità urbana in tempo di guerra e in tempo di pace (Mantova, 1357-1397), in Città sotto assedio (Italia, secoli XIII-XV), a cura di D. Degrassi - G.M. Varanini, in Reti Medievali, Rivista, VIII (2007; http://www.storia.unifi.it/_RM/rivista/saggi/Lazzarini.htm); R. Avesani, La «Pandetta» di Ramo Ramedelli: livelli di cultura a Mantova fra Tre e Quattrocento, in Filologia, papirologia, storia dei testi (atti), Pisa-Roma 2008, pp. 131-173; V. Ghizzi, Si durabit tregua intra aquam et nos. Fiumi e castelli mantovani nel Trecento, in La civiltà delle acque tra medioevo e Rinascimento (atti del convegno), a cura di A. Calzona -D. Lamberini, I, Firenze 2010, pp. 295-314; I. Lazzarini, Scritture dello spazio e linguaggi del territorio nell’Italia tre-quattrocentesca. Prime riflessioni sulle fonti pubbliche tardomedievali, in Bullettino dell’Istituto storico italiano per il Medio Evo, CXIII (2011), pp. 137-208; G. Gardoni, Libri e uomini di corte a Mantova fra Tre e Quattrocento, in Nuovi maestri e antichi testi. Umanesimo e Rinascimento alle origini del pensiero moderno (atti del convegno), a cura di S. Caroti - V. Perrone Compagni, Firenze 2012, pp. 73-108.