RIZZOLI, Andrea
Conosciuto più per essere il figlio di Angelo Rizzoli ‒ l'ex martinitt che si era fatto dal nulla creando un impero editoriale e cinematografico ‒ che per gli effettivi meriti, Andrea Rizzoli acquista il Milan a 40 anni, nell'estate del 1954, rilevandolo da Umberto Trabattoni, il presidente del Gre-No-Li e dello scudetto ritrovato dopo 44 anni. Narrano le cronache che sia stato costretto a chiedere l'autorizzazione all'autoritario genitore prima di concludere l'operazione ma, una volta ottenutone l'assenso ("D'accordo, fai come credi, ma non mandarmi in rovina"), si sia gettato con entusiasmo nella nuova avventura, organizzando la società come se fosse una delle aziende di famiglia. Una serie di 'colpi' fortunati frutta, nell'arco di nove stagioni, ben quattro scudetti (1954-55, 1956-57, 1958-59, 1961-62), una Coppa Latina (1956) e la prima Coppa dei Campioni (Wembley, 1963) vinta da una formazione italiana. I primi acquisti sono l'uruguayano Juan Alberto Schiaffino e Cesare Maldini, un giovane difensore proveniente dalla Triestina, che, inseriti in una squadra che già poggia su campioni come Liedholm e Nordahl, diventano subito decisivi per la vittoria in Campionato. Successivamente Rizzoli, che al Milan lascia in eredità il centro sportivo di Milanello, investe su fuoriclasse come Altafini, Sani e Rivera, affidando la guida tecnica della squadra a due 'mostri sacri' del calibro di Gipo Viani e Nereo Rocco. Ma nel 1963, subito dopo il trionfo di Wembley, Angelo Rizzoli ordina il disimpegno della famiglia dal Milan. A lungo, almeno fino alla comparsa di Silvio Berlusconi (1986), i nove anni della presidenza Rizzoli saranno ricordati come l'età dell'oro della storia rossonera.