VACCARO, Andrea
Pittore, nato a Napoli nel 1598, ivi morto nel 1670. Segui la corrente di cultura pittorica bolognese che s'era formata in Napoli per opera di Pacecco de Rosa e di Massimo Stanzioni. Tuttavia, nella prima fase della sua carriera, egli tentò di introdurre nella sua pittura i partiti luministici che Battistello Caracciolo aveva dedotti dal Caravaggio; ma furono tentativi manieristici, realizzati senza un approfondito sentimento delle funzioni della luce in un ambiente chiuso, e talvolta in modo occasionale, per una mera ricerca di effetti illustrativi. D'altra parte, nel seguire la corrente bolognese, egli si volse soprattutto ad imitare i tipi umani di Guido Reni, ma con impasti cromatici tratti dal Ribera; e a questo modo dipinse numerose immagini di sante, a serie, che ottennero facile successo nel suo tempo. Incline alle piacevolezze pittoresche, compose quadri come il Trionfo di Davide e l'Adorazione del vitello d'oro (Napoli, racc. Colletta) o come Orfeo e Giacobbe con Rachele (Napoli, Palazzo Reale), che costituirono un particolare aspetto della pittura napoletana seicentesca. Sue opere importanti sono da cercare nella chiesa di S. Giuseppe e delle Anime del Purgatorio, nella Certosa di S. Martino e nel museo di Napoli.
Pittore di più modesta levatura fu suo figlio Nicola, nato a Napoli nel 1634, ivi morto nel 1709, che, nei suoi primi tempi, si fece illustratore di scene bibliche o mitologiche, prese a pretesto di piccoli paesaggi. Dipinse anche quadri per decorare altari, imitando il padre e cercando di conciliare la paterna maniera di dipingere coi modi del Giordano. La misura della sua arte è data esattamente dalla Maddalena nella crociera del duomo di Napoli. Ma, nel suo tempo inoltrato, svilì sé stesso in un'oratoria pittorica di sostanza povera e di mera pratica.
Bibl.: B. De Dominici, Le vite dei pittori, ecc., Napoli 1742-43; Quadri di A. V., in Napoli nobilissima, n. s., II (1921), p. 159; M. Marangoni, Un Domenichino di meno e un V. di più, in Boll. d'arte, n. s., III (1923-24), pp. 228-33 (ristampato in Arte barocca, revisioni critiche, Firenze 1927, pp. 187-193); N. Pevsner, Die ital. Malerei vom Ende d. Renaissance bis zum ausgehenden Rokoko, Wildpark-Potsdam 1928, p. 186.