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VACCARO, Andrea

di Alfonso De Romanis - Enciclopedia Italiana (1937)
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VACCARO, Andrea

Alfonso De Romanis

Pittore, nato a Napoli nel 1598, ivi morto nel 1670. Segui la corrente di cultura pittorica bolognese che s'era formata in Napoli per opera di Pacecco de Rosa e di Massimo Stanzioni. Tuttavia, nella prima fase della sua carriera, egli tentò di introdurre nella sua pittura i partiti luministici che Battistello Caracciolo aveva dedotti dal Caravaggio; ma furono tentativi manieristici, realizzati senza un approfondito sentimento delle funzioni della luce in un ambiente chiuso, e talvolta in modo occasionale, per una mera ricerca di effetti illustrativi. D'altra parte, nel seguire la corrente bolognese, egli si volse soprattutto ad imitare i tipi umani di Guido Reni, ma con impasti cromatici tratti dal Ribera; e a questo modo dipinse numerose immagini di sante, a serie, che ottennero facile successo nel suo tempo. Incline alle piacevolezze pittoresche, compose quadri come il Trionfo di Davide e l'Adorazione del vitello d'oro (Napoli, racc. Colletta) o come Orfeo e Giacobbe con Rachele (Napoli, Palazzo Reale), che costituirono un particolare aspetto della pittura napoletana seicentesca. Sue opere importanti sono da cercare nella chiesa di S. Giuseppe e delle Anime del Purgatorio, nella Certosa di S. Martino e nel museo di Napoli.

Pittore di più modesta levatura fu suo figlio Nicola, nato a Napoli nel 1634, ivi morto nel 1709, che, nei suoi primi tempi, si fece illustratore di scene bibliche o mitologiche, prese a pretesto di piccoli paesaggi. Dipinse anche quadri per decorare altari, imitando il padre e cercando di conciliare la paterna maniera di dipingere coi modi del Giordano. La misura della sua arte è data esattamente dalla Maddalena nella crociera del duomo di Napoli. Ma, nel suo tempo inoltrato, svilì sé stesso in un'oratoria pittorica di sostanza povera e di mera pratica.

Bibl.: B. De Dominici, Le vite dei pittori, ecc., Napoli 1742-43; Quadri di A. V., in Napoli nobilissima, n. s., II (1921), p. 159; M. Marangoni, Un Domenichino di meno e un V. di più, in Boll. d'arte, n. s., III (1923-24), pp. 228-33 (ristampato in Arte barocca, revisioni critiche, Firenze 1927, pp. 187-193); N. Pevsner, Die ital. Malerei vom Ende d. Renaissance bis zum ausgehenden Rokoko, Wildpark-Potsdam 1928, p. 186.

Vedi anche
Luca Giordano Pittore (Napoli 1632 - ivi 1705); avviato all'arte dal padre Antonio, dopo aver frequentato lo studio di J. Ribera, appena tredicenne, nel 1645, si recò a Roma dove, dopo essersi esercitato a copiare grandi maestri, attento specialmente allo studio delle opere di Raffaello, Michelangelo, dei Carracci ... decorazione Insieme di elementi, motivi, apparati ornamentali apposti alla struttura vera e propria dell’opera d’arte o di architettura. Può essere costituita da elementi seriali, ritmici, ricorrenti, tradizionalmente legati a spartizioni di superfici o a modanature (➔ ornato), presenti su architetture o su oggetti ... Michelangelo Merisi detto il Caravàggio Caravàggio, Michelangelo Merisi (o Amerighi) detto il. - Pittore (Milano 1571 - Porto Ercole 1610), detto Caravaggio, Michelangelo Merisi detto il dal paese d’origine della famiglia. Allievo di S. Peterzano a Milano (1584), intorno al 1592 andò a Roma, dove il Cavalier d’Arpino lo avrebbe applicato «a ... mitologia Complesso dei miti di un popolo, cioè delle narrazioni fantastiche tradizionali di gesta compiute da figure divine o antenati (esseri mitici), diffuse, almeno in origine, oralmente. 1. La spiegazione classica Il pensiero critico cominciò a occuparsi della mitologia sin dai primordi della speculazione ...
Vocabolario
àlbero di sant’Andrèa
albero di sant'Andrea àlbero di sant’Andrèa locuz. usata come s. m. – Pianta della famiglia delle ebenacee (Diospyros lotus), nota anche con i nomi di legno santo, loto falso, loto d’Egitto, guaiaco falso; originaria dell’Asia, ha foglie...
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