ZUCCHINI, Andrea
ZUCCHINI, Andrea. – Nacque a Terontola di Cortona (Arezzo) in località Bacialla il 12 febbraio 1745 da Cammillo e da Maria Lucia di Paolo.
La famiglia aveva posseduto proprietà terriere di qualche rilievo, ridotte però a poche terre al momento della sua nascita. Ebbe di sicuro due fratelli, Francesco e Fiorenzo. Avviato alla carriera ecclesiastica ricevette nel 1762 gli ordini minori. Il percorso per gli studi sacerdotali avvenne a Cortona, forse con un periodo romano. Fu ordinato sacerdote il 9 marzo 1768 da monsignor Giuseppe Ippoliti, vescovo di Cortona. Zucchini manifestò un precoce interesse per i problemi agricoli ed economici, a quel tempo molto sentiti anche in ambito ecclesiastico (come dimostra la famosa lettera parenetica del già citato monsignor Ippoliti). Sempre a Cortona, nel 1754, era stata fondata una società botanica come diretta emanazione dell’Accademia Etrusca (che poi frequentò fra il 1777 e il 1778), dove un gruppo di studiosi amici di Zucchini tenevano vivo l’interesse per le scienze naturali. In quell’ambiente intrecciò importanti relazioni che lo misero in contatto con il mondo culturale e politico fiorentino. Il 3 giugno 1776 divenne canonico nella Collegiata di Castiglion Fiorentino prendendo così possesso di una prebenda fondata dai Velluti Ghini, famiglia cui era particolarmente legato. L’indirizzo sperimentale e operativo della scienza agraria emerse fin dall’inizio della sua attività. La prima dissertazione che tenne all’Accademia fu infatti Sopra la luteola sativa, una pianta tintoria. Il 16 febbraio 1778, nella stessa sede, ne lesse una sull’importanza dei parroci di campagna nell’istruzione agraria dei giovani (Gazzette toscane 1778, t. XIII, Firenze 1778, pp. 31 s.). Sempre nel 1778 iniziò gli esperimenti sui suoi terreni per riprendere la coltivazione della robbia, altra pianta tintoria un tempo in uso nel Cortonese. I risultati furono pubblicati in una prima memoria a stampa, Modo di coltivare la robbia, che uscì nel 1780. Gli esperimenti sulla robbia gli valsero la concessione nello stesso anno di una medaglia d’oro da parte di Pietro Leopoldo di Toscana (Gazzetta universale, 1780, vol. 7, n. 33,). Con il geografo e cartografo Bartolomeo Borghi intraprese intanto una fitta serie di visite a tutte le campagne della Valdichiana, annotandone ogni caratteristica geopedologica, agraria, i difetti di coltivazione e i miglioramenti possibili. Il primo risultato fu la pubblicazione alla fine del 1778 di una Carta topografica del cortonese, realizzata da entrambi, che fu poi unita all’Odeporico del 1803, e nel 1785 la stampa di uno dei suoi scritti più importanti, l’Esercizio accademico sulla miglior coltivazione della Valdichiana e specialmente del Cortonese, con una dedica a Pietro Leopoldo.
Il 2 settembre 1778 Zucchini fu nominato socio corrispondente dell’Accademia dei Georgofili di Firenze. Fra il 1778 e il 1784 risiedé nel Cortonese frequentando con poca assiduità la Collegiata di Castiglion Fiorentino, alla quale preferiva l’impegno nelle ricerche agrarie da effettuare attraverso prove sul campo da mettere poi a servizio dello Stato (Mangani, 2003, p. 508). Nel 1781 fu estratto come priore al Comune di Cortona, dove si stabilì per due anni. Nel 1782 ricevette da Pietro Leopoldo trenta staia di seme di robbia portata da Cipro da Giovanni Mariti, perché ne incrementasse la coltura nel Cortonese. Nel corso dello stesso anno uscì la seconda memoria sulla robbia. Nel 1783 Pietro Leopoldo soppresse la Società dei botanici riunendola all’Accademia dei Georgofili, dove creò anche una cattedra di agricoltura. L’orto dei semplici di S. Maria Nuova fu affidato anch’esso ai Georgofili, e trasformato in orto di sperimentazione agraria. Nel 1784 la sua direzione fu affidata a Zucchini, con la carica di direttore di esperienze agrarie e lettore di agricoltura, uno stipendio annuo di 120 scudi e una casa di abitazione nell’orto stesso (Scapecchi, 1985, p. 75). In conseguenza di ciò lasciò il canonicato di Castiglion Fiorentino. Dal 1789 in poi compì una serie di viaggi, spesso legati a richieste di consulenze in materia agraria. Tra l’aprile del 1789 e l’ottobre 1790, dietro invito di Girolamo Manfrin, ex ambasciatore a Firenze della Repubblica Veneta, e su incarico di Pietro Leopoldo, visitò Veneto e Dalmazia. Manfrin era un grande proprietario terriero in Dalmazia e Fermier generale dell’appalto dei tabacchi della Repubblica Veneta. Per migliorare i sistemi colturali e industriali delle terre e della manifattura dei tabacchi creò una deputazione di studiosi che visitarono l’area, e Zucchini ne fece parte come esperto per l’agricoltura. Risalgono a quel periodo una lettera sulla coltura del tabacco, una sopra lo stabilimento a tabacchi di Nona in Dalmazia – di proprietà di Girolamo Manfrin, nei cui terreni Zucchini scoprì la marna – e uno studio sulla vite e sul vino Picolit, un passito sulla falsariga del Tokaj, di cui diffuse poi la coltivazione nelle colline di Firenze (Firenze, Biblioteca nazionale, Novelle Letterarie, 1790). Il 12 ottobre 1793 intraprese un viaggio verso il regno di Napoli (data desunta dai suoi Diari inediti, Mangani, 2003, p. 541) dove sostò a lungo. Dai Diari emerge il suo continuo interesse per la botanica e le innovazioni in agricoltura e allevamento. Nel 1795 era di nuovo a Firenze, dove il 6 maggio pubblicò le Notizie sul Larice.
Gli anni tra il 1795 e il 1798 furono di studi e di interessamento all’orto agrario.
La situazione per Zucchini si complicò quando il Granducato di Toscana fu coinvolto nelle guerre napoleoniche. Il 24 marzo 1799 i Francesi iniziarono l‘invasione del Granducato, e il granduca Ferdinando III si rifugiò a Vienna. Quasi subito iniziarono moti insurrezionali antifrancesi che ebbero come epicentro Arezzo e la Valdichiana. Zucchini si trovava a Cortona e prese più o meno apertamente le parti degli insorti. Dopo la riscossa dei Francesi, esposto politicamente anche per il suo noto attaccamento alla dinastia lorenese, decise nel dicembre del 1800 di abbandonare la Toscana e di rifugiarsi prima a Roma e poi nel Regno di Napoli, da dove raggiunse il sovrano Ferdinando IV in Sicilia. Nel mese successivo il governo toscano nominò direttore ad interim dell’Orto Sperimentale di Firenze Ottaviano Targioni Tozzetti. L’interim fu interpretato da Zucchini come un suo diritto a mantenere i compiti di spettanza del direttore, continuando a firmarsi come tale nella corrispondenza e nelle memorie successive.
Nel corso del 1801 la sua attività in Sicilia toccò diverse materie, dalla inoculazione del siero contro il vaiolo, che aveva conosciuto una recrudescenza in Europa e contro il quale si stavano sperimentando vaccini, alla visita di varie città e campagne con descrizione di colture particolari come il sommacco e il vino Pollio. Si interessò al fenomeno delle allivellazioni di terre feudali effettuate dal re e, evento particolare nei suoi studi e nella sua produzione letteraria, curò la traduzione dell’opera di Benjamin Franklin The way to Wealth, pubblicata in italiano nel 1801 con il titolo di Ricordi interessanti di economia privata.
In Sicilia Zucchini si trovava senza alcun reddito. Venne in suo aiuto re Ferdinando IV, nominandolo abate di San Salvatore di Telese (con il godimento dei beni invenduti dopo le confische francesi) e, nell’agosto 1802, inserendolo nella giunta per il miglioramento dell’agricoltura del Regno, accordandogli 60 ducati al mese più spese di trasferimento e vitto (Archivio di Stato di Napoli, Ministero delle Finanze, 891, 19/7/1809). Dal 1802 viaggiò dunque nel Regno «di real ordine» (Effemeridi scientifiche e letterarie per la Sicilia, 1835, p. 75). Si fece promotore di una Accademia agraria ecclesiastica a Siracusa e tornato a Napoli con il re si occupò poi della bonifica di Castelvolturno, consegnando una narrativa nel gennaio 1803. Il miglioramento dell’agricoltura aveva infatti come presupposto la bonifica delle aree sottoposte a dissesto idrogeologico, sull’esempio della Valdichiana a lui familiare.
Nel corso del 1803 Zucchini fece ritorno in Toscana, dove Maria Luisa lo nominò soprintendente delle Fattorie granducali e dell’Ordine di S. Stefano in Valdichiana, su cui il 15 maggio del 1804 pubblicò la Relazione di grazia delle Fattorie dell’inclita Religione di S. Stefano e di quelle del R. Scrittoio delle Possessioni. Non riprese dunque la sua attività all’orto agrario, dove Ottaviano Targioni Tozzetti continuò il suo interim fino al 1806, quando Zucchini ottenne la pensione come suo direttore e lettore di agricoltura e Targioni Tozzetti assunse a pieno titolo le due cariche (Lettere inedite a Cosimo Ridolfi, Targioni Tozzetti, 13 dicembre 1828). Gli anni successivi sono meno testimoniati. Sembra che nel 1805 Zucchini fosse tornato a Napoli, ma non vi sono riscontri in interventi pubblici. Il primo marzo 1807 scrisse da Cortona una lettera Ai suoi amici geniali di agricoltura contenente l’annunzio di un’opera enciclopedica in quattro volumi, Commentari d’agricoltura sperimentale, nella quale avrebbe riassunto tutte le conoscenze ed esperienze compiute nei vari ambiti e luoghi. L’opera tuttavia non fu mai pubblicata. Il suo intento si può desumere anche da uno dei suoi ultimi scritti, il Saggio di un odeporico Georgico fatto per le campagne e porto di Livorno diretto a S. E. il Sig. d’Italinski ciamberlano attuale di S. M. l’imperatore di tutte le Russie...([Livorno 1808]), in cui Zucchini indicò il metodo seguito nello svolgimento della sua attività: dare sempre alle conoscenze agrarie un riscontro applicativo, basandosi sui caratteri naturali ed economici dei territori, da visitare con la massima accuratezza.
Morì a Bacialla il 14 aprile 1810.
Opere. Oltre ai testi citati si segnalano: Memoria per servire alla coltivazione della Robbia in Toscana, appoggiata all’esperienze fatto nell’agro di Cortona, ed osservazioni sulle medesime, Firenze 1782; Lettera sulla torba combustibile della Valdichiana, Firenze 1791; Sul ricino, s.l. 7 sett. 1791; Sulla coltura e usi dell’acacia o robinia, Firenze 1800; Lettera scritta a Marco Moretti di detta città di Napoli, Napoli 1801; Memoria sopra l’utilità dell’accademia agraria ecclesiastica di Siracusa, Palermo 1802; Alcune notizie odeporiche sulla città di Cortona e sue campagne, Firenze 1803; Sulla Coltivazione del granoturco, s.l. 1803.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Brani di diari dei viaggi fatti dal Canonico Andrea Zucchini, fondo Targioni Tozzetti, ms. 176; Novelle letterarie, 1780, col. 427; 1785, coll. 433-434; 1789, col. 407; 1791, col. 579; 1792, coll. 305-306; Giornale pisano di letteratura scienze e arti, VIII (1808), p. 77; G. Prezziner, Storia del pubblico studio e delle società scientifiche e letterarie di Firenze, II, Firenze 1810, p. 206; I manoscritti della Biblioteca comunale di Palermo, I, parte II, Palermo 1894, p. 8; G. Mirri, Biografia di A. Z., cortonese, professore di agronomia e botanica, 1745-1810, Cortona 1915; G. Mancini, Contributo dei cortonesi alla coltura italiana, in Archivio storico italiano, LXXIX (1921), 3-4, pp. 156-159; P. Scapecchi, A. Z. Georgofilo, in Rassegna storica toscana, 1985, pp. 69-86; L. Pipparelli, A. Z. Georgofilo-agronomo e botanico terontolese, in L’Etruria, Cortona 1989, p. 6; Lettere inedite a Cosimo Ridolfi nell’Archivio di Meleto (1817-1835), a cura di R.P. Coppini - A. Volpi, I, Firenze 1994, p. 127; P. L. Pisani - P. Nanni, Gli orti agrari di Firenze, in Rivista di storia dell‘agricoltura», XXXVI (1996), pp. 69-107; L. Mangani, Scienza agraria e architettura georgica nel cortonese A. Z., in Studi in onore di Alberto Fatucchi, Arezzo 2003, pp. 505-545; P. Nanni, I Targioni Tozzetti e l’orto agrario sperimentale dei georgofili, in Rivista di storia dell‘agricoltura, XLV (2006), 2, pp. 47-64; L. Di Fazio - P. Luzzi, La collezione dei “Semplici” nell’Orto agrario di Firenze del XIX secolo, in Museologia scientifica nuova serie, 2010, n. 4, pp. 98-104; M.G. Pezone, La bonifica di Castelvolturno fra continuità e innovazione, in Il Mezzogiorno e il Decennio. Architettura, città, territorio, a cura di A. Buccaro - C. Lenza - P. Mascilli Migliorini, Napoli 2012, pp. 375-392; Il giardino dei Semplici tra passato e futuro, Atti del Convegno..., a cura di P. Luzzi, Firenze 2015.