ANDREA
Compare per la prima volta come vescovo di Caserta nel 1223, anno in cui consacrò la chiesa di S. Marco Evangelista in Casola, ma è molto probabile che occupasse quella sede fin dal 1219, poiché in tale anno Onorio III ordinò che la diocesi casertana, allora vacante, fosse provveduta di vescovo. A., forse di origine germanica - ma nessuna testimoni a documentaria conferma questa ipotesi, affacciata da alcuni studiosi in base alla constatazione che incarichi assai delicati gli furono affidati da Federico II -, godé, oltre che la fiducia dell'imperatore, anche quella dei pontefici. Nel 1224 fu investito da Onorio III della funzione di giudice, insieme con Giovanni di Sarno e Aimerico abate di S. Prisco, in una lite insorta fra l'abate della SS.ma Trinità di Cava dei Tirreni e l'ospedale di S. Antonio di Samo. Il 25 febbr. 1233 venne incaricato da Gregorio IX di controllare personalmente le condizioni economiche del monastero beneventano di S. Sofia e di concedere, se era il caso,il permesso di locare un casale a esso spettante per sanare i gravi debiti contratti da quel convento.
A lui nel luglio dello stesso anno ricorse Federico II quando nominò una commissione, di cui A. faceva parte insieme col locale giustiziere, incaricata di svolgere un'inchiesta sulla diffusione dell'eresia, che Riccardo da San Germano definisce patarinica, nella Terra di Lavoro. In verità Federico II aveva nel febbraio del 1233 promesso a Gregorio IX di promuovere una intera serie di tali inchieste in tutte le province del Regno, ma questa diretta da A., di cui peraltro non conosciamo lo svolgimento e i risultati, è l'unica di cui resti testimonianza. A. svolse anche una notevole attività edilizia nella sua diocesi, ampliando la sede vescovile e costruendo il bel campanile di Casertavecchia (1234). Nel maggio del 1240 accompagnò Federico II nel viaggio che questi compì da Foggia a Capua e sottoscrisse, con altri dignitari, un privilegio emanato a favore dei cittadini di Cuma. Nell'anno seguente, allorché Federico II ordinò a tutti i vescovi e abati la requisizione delle loro ricchezze per pagare le milizie, A., che era feudatario di Pozzovetere e di Puccianiello e aveva diritti baronali su altre terre, riuscì con grande abilità a non inimicarsi l'imperatore, pur eseguendo in tutto gli ordini del papa che aveva ordinato ai vescovi del Regno di non sottostare alla requisizione.
A. morì intorno al 1251.
Fonti e Bibl.: I. F. Böhmer-J. Ficker, Regesta imperii, V, 1,Innsbruck 1881-1882, p. 547, n. 3109; Les Régistres de Grégoire IX, a cura di L. Auvray, I, Paris 1896, nn. 1154, 2032; Ryccardi de Sancto Germano Chronica,a cura di C. A. Garufi, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., VII, 2, pp. 186, 206; F. Ughelli-N. Coleti Italia sacra,VI, Venetiis 1720, coll. 482-484; L. Amabile, Il S. Officio della Inquisizione in Napoli, I, Città di Castello 1892, p. 43; C. Eubel, Hierarchia catholica, I, Monasterii 1913, p. 169; L. Mattei-Cerasoli, Di alcuni vescovi poco noti,in Arch. stor. per le provincie napoletane, XLIII (1918), pp. 375 s.; Catalogo dei vescovi casertani, a cura della diocesi di Caserta, Caserta 1953, pp. 13 s.