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ANDREA

di Ovidio Capitani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
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ANDREA

Ovidio Capitani

Priore della Chiesa di Tenú, fu eletto vescovo di quella diocesi il 30 ag. 1316, ma ricevette la convalida papale il 7 settembre dello stesso anno, con una bolla nella quale Giovanni XXII lo autorizzava a considerarsi confermato nella carica dalla data di elezione, non riconosciuta immediatamente dalla Sede Apostolica soltanto perché essendo stato il pontefice coronato il 5 settembre, prima di quella data non avrebbe potuto far uso di una "bolla integra", come di consuetudine della cancelleria pontificia. Nello stesso senso Giovanni XXII scriveva al capitolo e ai fedeli della Chiesa di Terni. Ancora come "electus Interamnensis" A. è menzionato in una lettera del 20 apr. 1319 in cui Giovanni XXII comunica al clero ed al popolo di Terracina di aver trasferito A. alla sede terracinese, soggetta direttamente alla Sede apostolica. Del 25 nov. 1319 è la lettera "testimonialis" della consacrazione di A. a vescovo di Terracina. Il 2 ott. 1321 A. veniva creato vicario in spiritualibus del papa e gli si affidava il compito di inquisire e provvedere, nel caso fosse stato necessario, alle azioni correttive richieste dallo stato del monastero di S. Paolo fuori le Mura, senza però scomunicare l'abate. A. riceveva l'8 dic. 1321 l'incarico di annunciare ai fedeli della diocesi di Terracina e ai Romani che veniva concessa l'indulgenza solitamente accordata a coloro che partivano per la Terra Santa a tutti quelli che avessero combattuto contro i Recanatesi ribellatisi alla Chiesa.

Della normale amministrazione dei vicariato di A. sono testimonianza numerose lettere di Giovanni XXII: del 27 sett. 1322 per il conferimento di un canonicato a Lorenzo "quondam Processi de Urbe"; per lo stesso motivo, in favore di Angelo "de Bissiano", del 26 ott. 1322 ed in favore di Orso di Francesco Anguillara, del 10 febbr. 1323; il 10 apr. 1323 riceveva l'ingiunzione di riportare all'obbedienza verso il vescovo di Viterbo e Toscanella Angelo i fedeli di Montalto di Castro, incitati alla sedizione dal vescovo di Castro. Il 13 giugno 1323 A. riceveva l'ordine di assolvere Poncello Orsini, vicario di re Roberto a Roma, dalla scomunica in cui era incorso per aver fatto arrestare un abate che si rifiutava di rivelare chi avesse arrecato delle molestie e offese allo stesso Poncello e per aver fatto morire tra i tormenti un ecclesiastico, accusato di numerose malefatte.

Dal 13 apr. al 16 sett. 1323 A. riceveva comunicazione del conferimento di vari canonicati a Pietro "filio Manni de S. Gemino", a Pietro "Alexii de Urbe", ad Annibaldo "de Ceccano"; il 23 ottobre di quell'anno fu nominato insieme con il vescovo di Viterbo, Angelo, giudice conservatore per la chiesa di S. Lorenzo in Damaso. Fu incaricato di confermare la elezione di Agnese a badessa del monastero di S. Agnese fuori le Mura il 16 dic. 1323; il 28 marzo 1324 riceveva l'ordine di pubblicare la scomunica lanciata contro Ludovico il Bavaro ed i suoi seguaci. Il 31 genn. 1325 A. era ancora vicario in spiritualibus del papa, in quanto riceveva l'ingiunzione di destinare tutti i proventi e le oblazioni dell'altare maggiore di S. Paolo fuori le Mura all'esecuzione del mosaico sulla facciata della chiesa omonima. Il 14 febbr. 1325 sottentrava ad A. nella carica di vicario Angelo vescovo di Viterbo: se A. a quella data fosse morto è difficile dire con sicurezza. Successore sulla cattedra di Terracina fu creato Sergio Peronti il 21 maggio 1326.

Fonti e Bibl.: Jean XXII, Lettres communes, IV-V-VI, Paris 1909-1912, 1111. 14512, 14513, 16125, 16323, 16507, 16942, 17137, 17195, 17341, 17719, 18264, 18400, 18628, 19689, 20366, 25428, 25563; G. Ponzetti, Elenchus chronologicus vicariorum urbis in spiritualibus Maximorum Pontificum, Romae 1797, p. 25; A. De Boüard, Le régime politique et les institutions de Rome au Moyen Age, Paris 1920, pp. 313 s.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., II, col.1626 (con alcune indicazioni imprecise).

Vedi anche
vicario foraneo Il parroco preposto a uno dei distretti ( vicariati foraneo, vicario), comprendenti più parrocchie, in cui si può dividere una diocesi; ha un diritto di vigilanza sulle parrocchie a lui sottoposte e sui loro sacerdoti. abate Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), proprio degli ordini benedettini e delle loro varie ramificazioni. Il nome deriva dalla parola aramaica ābā, (➔ abba) intesa come «padre». conclave Luogo dove i cardinali, in clausura, procedono all’elezione del papa e il complesso dei cardinali che vi prendono parte. ● La sua origine si fa risalire alle singolari circostanze che accompagnarono l’elezione di Gregorio X: trascorsi già 18 mesi dalla morte di Clemente IV (29 nov. 1268), poiché i cardinali, ... Giovanni XXII papa Jaime Duesa (fr. Jacques Duèze, lat. Iacobus de Osa: Cahors 1245 circa - Avignone 1334), vescovo di Fréjus (1300), esperto giureconsulto, godé la protezione di Carlo II d'Angiò; cancelliere del regno di Sicilia (1308), vescovo d'Avignone (1310) e infine cardinale (1312), a Lione fu eletto pontefice (1316). ...
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