LASKARÃTOS (Λασκαρᾶτος), Andréas
Poeta e scrittore greco, nato a Lēxoúrion (Cefalonia) nel 1811, morto ad Atene il 28 luglio 1901. Studiò a Corfù sotto A. Kálbos e V. Nannucci, poi a Parigi e a Pisa, dove si laureò in giurisprudenza. Abbandonata la carriera legale, si recò a Creta per studiarvi la lingua e raccogliere canti popolari. Nel 1845 pubblicava ad Atene Lixuri nel 1836 (Τὸ Ληξοῦρι εἰς τοὺς 1836), poemetto eroicomico su rivalità paesane a imitazione della Secchia rapita del Tassoni. Disgustato della società di Cefalonia e dall'insuccesso della sua candidatura politica, emigrò nel 1851 a Londra, dove impartiva lezioni di greco e d'italiano. Costretto a rimpatriare per motivi di salute, pubblicò, coadiuvato dalla moglie, I misteri di Cefalonia (Τὰ μυστήρια τῆς Κεϕαλληνίας, Cefalonia 1856; nuova ed., Atene 1924) ossia riflessioni sulla famiglia, la religione e la politica a Cefalonia, che suscitarono l'indignazione del popolo e del clero e furono scomunicati dal Sinodo ortodosso. L'autore riparò a Zante, poi a Londra, ritornando dopo un anno a Zante. Allora condusse nel suo periodico La lanterna (‛Ο λύχνος) violenti polemiche, per cui subì anche la prigionia, sulla quale scrisse in italiano Le mie sofferenze e le mie osservazioni sulle prigioni di Cefalonia (1860). Cessate le persecuzioni dopo la sua assoluzione davanti la corte d'assise (1869), il L. smorzò l'impeto battagliero e svolse una nuova attività letteraria.
Pubblicò allora la raccolta delle sue poesie (Στιχουργήματα δίαϕορα, Cefalonia 1872, Patrasso 1905; Atene 1915), quasi tutte satiriche e bernesche, in una lingua ricca d'idiotismi locali e in una metrica italianeggiante, di cui aveva tracciato le norme nella Versificazione (Στιχουργικὴ τῆς γρεκικῆς γλώσσας, 1865). Ma più che poeta e stilista, il L. è fine osservatore e profondo pensatore, quale si rivela nell'Ecce homo o Caratteri umani ('Ιδοὺ ὁ ἄνϑρωπος ἤ ἀνϑρώπινοι χαρακτῆρες, Cefalonia 1886, Atene 1927), negli Usi, costumi e credenze di Cefalonia (Atene 1924) e nei Pensieri (Στοχασμποί, Atene 1921). Molto interessanti I miei ricordi biografici, scritti in italiano, conosciuti solo attraverso la traduzione francese del Pernot. Un anno prima della morte il Sinodo revocò la scomunica.
Bibl.: G. Zerbos, 'Α. Λ., in Διαλέξεις περὶ ‛Ελλήνων ποιητῶν τοῦ ιϑ′ αἰῶνος (Atene 1916 e 1925), pp. 279-327; H. Pernot, Études de littérature grecque moderne, 2ª série, Parigi 1918, pp. 131-276.