RUDIGER, Andreas
Pensatore e scienziato tedesco, nato a Rochlitz il 1° novembre 1673, morto a Lipsia il 6 giugno 1731. Fu medico e professore di filosofia a Halle e a Lipsia.
Avversario della metafisica leibniz-wolffiana, ne combatté le dottrine, pur partendo da punti di vista alquanto eterogenei. Nel campo della gnoseologia e della logica fu soprattutto un empirista, intento a demolire l'innatismo del Leibniz e il razionalismo del Wolff con la dimostrazione della dipendenza del contenuto conoscitivo dai dati sensibili e della fecondità dei metodi inventivi e ipotetici contro la sterilità delle deduzioni rigorosamente logiche e matematiche. Nel campo della teoria del diritto naturale subì soprattutto l'influsso dell'illuminismo del Tomasio. Ma nonostante queste sue tendenze negative rispetto ad ogni razionalismo metafisico tenne fermo al concetto della trascendenza di Dio e fece dipendere dalla volontà di quest'ultimo ogni legislazione morale.
Tra i suoi scritti sono da citare: Disputatio de eo, quod omnes ideae oriuntur a sensione (Lipsia 1704); De sensu veri et falsi (Halle 1709, Lipsia 1722); Philosophia synthetica (Lipsia 1707, più volte ristampata e infine rielaborata col titolo Philosophia pragmatica, ivi 1723); Physica divina recta via ad utramque hominis felicitatem tendens (Francoforte 1716); Anweisung zur Zufriedenheit der menschlichen Seele als dem höchsten Gute dieses zeitlichen Lebens (Lipsia 1721 e 1726).
Bibl.: W. Carls, A. R.s Moralphilosophie, Diss., Halle 1894.