SACCO, Andreina.
– Nacque a Torino il 2 febbraio 1904, da Augusto e da Camilla Ferrero. Il padre era professore di scienze naturali e fisica alle scuole superiori.
Nella sua giovinezza ebbe l’opportunità di formarsi nel vivace ambiente culturale torinese di inizio secolo, dove all’affermazione della ginnastica corrispose la progressiva appropriazione femminile della coscienza di sé e l’elaborazione di una nuova immagine della donna.
Dal 1921 frequentò la Reale società ginnastica Torino. In tale associazione e nel locale Regio Istituto di magistero di educazione fisica era stata avviata, prima della Grande Guerra, la sperimentazione della ginnastica ritmica, introdotta nel capoluogo piemontese da Ernesto Ferraria, allievo di Émile Jaques-Dalcroze. Il tentativo fallì, ma l’insegnamento rimase come bagaglio culturale di un gruppo di atlete e insegnanti della scuola stessa. In questo Istituto Andreina Sacco si diplomò con lode nel 1921, con la tesi intitolata La ginnastica ritmica moderna e la sua possibile introduzione nella scuola. Negli anni successivi insegnò in vari istituti (a Racconigi, Brescia, Novara, Milano e Torino) e frequentò vari corsi all’estero. Pertanto la sua formazione fu decisamente europea, aperta alle influenze straniere.
La carriera atletica di Sacco iniziò nel 1922 con il primo posto nella gara di salto in alto durante le celebrazioni della vittoria della prima guerra mondiale. Nel 1923, in occasione del primo Campionato nazionale della Federazione italiana atletica femminile (FIAF) a Milano, conquistò la medaglia d’argento sempre nel salto in alto.
Otto volte campionessa nazionale di atletica leggera, detenne per sette anni il record italiano femminile di salto in alto e, per minor tempo, quelli di getto del peso e di lancio del disco e prese parte più volte alle rappresentative italiane nelle gare all’estero. Si dedicò inoltre a varie discipline sportive e nel 1924 portò alla vittoria del primo Campionato italiano femminile la squadra di basket del Club Atletico Torino. Tali risultati già nel 1937 le valsero la titolazione di un premio del dopolavoro aziendale SIP.
Dal 1927 iniziò un percorso di elaborazione teorica nel quale rivendicò il carattere ludico, atletico e agonistico dello sport e reclamò l’adozione di un unico indirizzo dell’atletica maschile e femminile, sostenendo la fusione della FIAF con la Federazione italiana di atletica leggera (FIDAL).
Nel 1930 conseguì il diploma di pianoforte a Torino. Tale formazione fu essenziale per il suo metodo di ginnastica ritmica e alla base della sua attività di compositrice di brani adottati per gli esercizi dalle federazioni di ginnastica italiana e internazionali.
Il 25 luglio 1931 sposò a Torino Mario Gotta, insegnante di educazione fisica e laureato in legge, storico docente dei corsi per maestre a Torino negli anni Trenta. Il loro sodalizio professionale e personale li rese il principale riferimento dell’educazione fisica e della ginnastica in Italia. Nel 1940 la coppia si trasferì a Roma, dove Sacco continuò l’attività di insegnamento nell’Opera nazionale balilla. Non ebbe figli ma una figlioccia, Chiara Lasi Giudice, cui fu molto affezionata.
Al termine della seconda guerra mondiale la ginnastica in Italia affrontò una grave crisi: in questa fase risultò rilevante l’apporto alla rinascita dell’educazione fisica e della ginnastica sia di Andreina, che nel 1949 prese parte alla commissione del ministero della Pubblica Istruzione per l’inquadramento degli insegnanti di ruolo di educazione fisica, sia del marito, che nel 1952 aprì e divenne direttore dell’Istituto superiore di educazione fisica (ISEF) di Roma, un’importante fucina di ginnasti, docenti e istruttori federali.
In occasione delle Olimpiadi di Londra del 1948 e della II Lingiade tenutasi a Stoccolma nel 1949, Sacco ebbe modo di apprezzare la moderna esecuzione delle squadre straniere, meno rigida e statica di quella adottata dalla squadra italiana. Nello stesso anno perfezionò la propria conoscenza della ritmica, iniziando a frequentare i corsi dell’Istituto Jaques-Dalcroze a Ginevra.
Da tali esperienze Sacco elaborò un genere di ginnastica ritmica nettamente sportivo, con fini e contenuti diversi dalla danza. Nel 1953 la nuova tecnica, sotto il nome di ginnastica femminile moderna, fu inserita ufficialmente nei programmi scolastici femminili. Dal Congresso internazionale di Parigi di educazione fisica e sportiva femminile di quell’anno iniziò a rivendicare le potenzialità della ginnastica ritmica quale strumento didattico. Il risultato più compiuto di tali riflessioni fu il testo Ginnastica e ritmo (Roma 1955, 1960, 1964).
A partire dalla metà degli anni Cinquanta Sacco diede avvio a una campagna per la diffusione del suo metodo, sia all’estero sia in Italia. A livello internazionale, l’affermazione del suo sistema ginnastico significò il passaggio alla ginnastica ritmica sportiva, di cui si disputò per la prima volta nel 1963 il Campionato mondiale con prove individuali e nel 1967 quello a squadre. Nel 1968 Sacco ottenne dalla Federazione internazionale di ginnastica l’incarico di seguire la ginnastica moderna nelle nazioni iscritte, tra cui l’Italia, dove la disciplina ottenne il riconoscimento ufficiale nel 1970.
Nel 1973 abbandonò l’insegnamento per dedicarsi alle attività federali: fu consigliere federale dal 1977 al 1980, membro del Comitato tecnico internazionale per la ginnastica artistica dal 1952 al 1976, presidente del Comitato tecnico internazionale della ginnastica ritmica dal 1972 al 1980 e componente dei comitati organizzatori dei campionati del mondo e dei giochi olimpici fino alle Olimpiadi di Mosca del 1980. Fu insignita con la Stella d’oro al merito sportivo del Comitato olimpico nazionale italiano (CONI).
Morì a Roma il 22 luglio 1988.
Fonti e Bibl.: Archivio storico della città di Torino, Scheda anagrafica individuale di S. A. in Gotta; L’ultima giornata allo Stadium della Festa della Vittoria, in La Stampa, 6 novembre 1922; I campionati atletici femminili, ibid., 7 maggio 1923; Il campionato femminile di basket-bal vinto dal Club Atletico Torinese, ibid., 11 febbraio 1924; I premi Pizzini, Sacco, Vivenza, ibid., 5 ottobre 1937.
E. Zambruno, Le farfalle d’oro s’impossessano del PalaRuffini, in La Stampa, 3 dicembre 2005; M.R. Rosato - A. Tinto, L’esercizio di squadra dell’Italia ai campionati d’Europa: sintesi storica dalle origini ad oggi, Torino 2008; Donnaèsport 1861-2011. Storie di donne e di sport nell’Italia unita, a cura di M. Canella et al., Modena 2011, p. 84; C. Falco, Più brave per forza. Storie di donne e sport dal Novecento a oggi, Torino 2015; D. Guazzoni, La partecipazione piemontese al Congresso internazionale di educazione fisica di Parigi del 1913, in Studi piemontesi, XLIV (2015), pp. 475-487.