EGLĪTIS, Andrejs
Poeta lettone, nato a Laudona il 21 ottobre 1912. Poetava già a 12 anni nella solitudine della campagna, dove trascorse i primi vent'anni della sua vita; esordì con due raccolte di versi già maturati a lungo, Zelta vālodze (Il tordo d'oro, 1939) e Varavāksne (L'arcobaleno, 1940), ispirate alla vita della natura, in un mondo particolarmente intimo a contatto con le sensazioni ed immaginazioni della triste infanzia ch'egli trascorse. Motivi frequenti in questi versi sono la Natura e la Morte, motivi che affiorano e riecheggiano anche nel volume successivo Nīcība (La caducità, 1942). L'E. divenne poi il più forte combattente per la libertà della patria, il più fedele interprete di tutta la dolorosa epopea del suo popolo.
Esule a Stoccolma dal 1945. Le raccolte di versi si sono pubblicate a Stoccolma: Uz vairoga (Sullo scudo, 1945), Uguns vārdi (Le parole di fuoco, 1949), Nesaule (Il tempo senza sole, 1953), Vai vēl dievkociņž zied mates kapa laukā (Fiorisce ancora il cipressetto alla tomba della madre?, 1955); Otranto (1956). Ma il suo capolavoro resta il cantico Dievs, tava zeme deg (Dio, la tua terra brucia, 1943), musicato da tre compositori lettoni (Lūcija Gārute, Tālvaldis Kēniņš, Bruno Skulte).
Bibl.: V. Kalve, Mūžs un dziesma, in Uguns Vārdi, Stoccolma 1949; J. Andrups e V. Kalve, Essays Latvian Literature, Stoccolma 1954; E. Blese, St. della lett. lettone, in St. delle lett. baltiche, a cura di G. Devoto, Milano 1957.