ANDREOZZI, Gaetano, detto Jommellino
Compositore, nato ad Aversa il 22 maggio 1755 da Gennaro e Candida Capone. Fu allievo del conservatorio di S. Maria di Loreto - e non della Pietà dei Turchini, come scrive il Florimo -, e in particolare, per la composizione, di Niccolò Jommelli, suo zio materno (da cui il soprannome), di Pietrantonio Gallo e Fedele Fenaroli. Il 28 febbr. 1779 fece eseguire in Roma alla Chiesa Nuova il suo componimento sacro Giefte, e non l'opera Giulio Cesare, come vuole il Piovano, rappresentata, invece, a Firenze nel 1790 al teatro della Pallacorda. Dall'elenco del Mooser non risulta alcuna opera dell'A. eseguita in Russia, mentre Didone abbandonata e Giasone e Medea, scritte, secondo il Fétis e il Florimo a (o per) Pietroburgo, andarono in scena certamente e rispettivamente a Pisa al teatro Prini, 30 apr. 1785 e 13 ag. 1791 a Madrid, teatro de Los Caños, e a Napoli, teatro S. Carlo, 4 nov. 1793. Dal 1781 al 184 l'A. compose opere per diversi teatri italiani. Hamilton tace affatto di lui, ma la notizia del Piovano, secondo cui l'A. avrebbe agito a Madrid al teatro de Los Caños del Peral nel 1791, viene, invece, confermata dal Cotarelo y Mori, che segnala a Madrid la presenza anche di un fratello dell'A., Cristoforo, musico e impresario della Compagnia dei Sitios Reales.
Il 5 maggio 1791, all'apertura del teatro, venne eseguita l'Angelica e Medoro dell'A., opera già rappresentata a Venezia al teatro S. Benedetto il 1 marzo dello stesso anno.
L'A. aveva l'incarico di maestro di clavicembalo della Compagnia dell'Opera para Los Caños, nella quale cantava anche la giovane moglie, Anna De Santi, che egli aveva sposato a Firenze nel 1786. L'Angelica fu replicata più volte e il 13 agosto venne rappresentata la già citata opera dell'A., Didone abbandonata, protagonista sua moglie. Non si ha alcun accenno all'opera Gustavo Re di Svezia, che, secondo il Piovano, l'A. avrebbe composto per Madrid. Nel 1792 l'A. ritomò, con la moglie, in Italia, per incompatibilità con il direttore del teatro spagnolo, Domingo Rossi.
Dal 1793 al 1801, l'A. fu a Venezia, Palermo e Torino, per farvi eseguire sue opere, in cui spesso cantava sua moglie. Dopo la morte tragica di lei, di ritorno a Dresda da Pillnitz (1802), l'A. passò a seconde nozze e si dedicò quasi esclusivamente all'insegnamento del canto (dopo il 1805), acquistando rinomanza tra la nobiltà napoletana. Nel 1806 tentò di diventare impresario del teatro S. Carlo per sei anni, ma le vicende politiche annullarono il suo progetto.
Le sue condizioni finanziarie andarono peggiorando, tanto che fu costretto a recarsi a Parigi nel 1825, dove la duchessa di Berry, Maria Carolina, figlia di Francesco I, re di Napoli, già sua allieva, gli diede appoggio economico, e dove l'A. morì il 21 o 24 dic. 1826.
Contemporaneo di G. Paisiello e D. Cimarosa, ma meno geniale, anche se di vena facile, l'A. fu compositore più di genere serio che buffo. Compose, oltre che opere, oratori e musica da camera. Secondo il Capri, l'A., "sulla base delle conquiste effettuate dal Sammartini, ma con maggiore ampiezza", ha trattato "la forma quartettistica con grande equilibrio e ricchezza inventiva, mostrando nella elaborazione delle parti una perizia che spontaneamente congiunge il libero moto di esse con la fusione organica dell'insieme, e accostandosi per questo rispetto ad Haydn". E il Della Corte, parlando di un documento che S. Di Giacomo trasse dall'Archivio dei padri filippini di Napoli - e cioè un manoscritto di un certo Agostino Gervasio, Osservazioni musicali intorno ai compositori napolitani, ricavate dalla conversazione col Signor Paisiello (Biblioteca dei filippini, segnatura: misc. mus. XXVI-XXV), che s'intrattenne con Paisiello, e prese appunti dei pensieri del compositore -, riferisce testualmente: "Dell'A., parente e discepolo di Jommelli, Paisiello dice che gode d'una reputazione straordinaria. Ha posto in musica la Passione di Gesù Cristo [Napoli, S. Carlo, 1789]. Ha composto per quasi tutti i teatri d'Italia. In Alemagna sono di lui sei Duetti per due soprani e basso. Tutto il mondo conosce la sua bell'aria: No! quest'anima non speri! Il signor Paisiello conosce anche di questo autore Sofronia ed Olindo [Napoli, S. Carlo, 17 febbr. 1788] e il Sesostri, rappresentato in Napoli nel 1801 [anche 1789]. Il celebre Mombelli vi recitava una grande scena".
Si ricordano, oltre quelle già citate, le opere: L'Equivoco (Firenze, teatro La Pergola, 8 giugno 1781), L'Arbace (Livorno, teatro S. Sebastiano, 12 sett. 1781), I Pazzi per disimpegno (Venezia, teatro S. Moisè, carnevale 1782), L'Olimpiade (Pisa, teatro Prini, primavera 1782), Bajazet (Firenze, teatro La Pergola, carnevale 1783), La Vergine del Sole (Genova, teatro S. Agostino, primavera 1783, o Palermo, teatro S. Cecilia, 1797, anche in Livorno, autunno 1799), Medonte re d'Epiro (Alessandria, teatro Comunale, autunno 1783), Amore industrioso (Firenze, teatro della Pallacorda, autunno 1783), Quello che può accadere (Venezia, teatro S. Samuele, carnevale 1784), Le tre fanatiche (Napoli, teatro del Fondo, carnevale 1785), Partenope sul lido etrusco (Lucca, teatro Castiglioncelli, 22 maggio 1785), Catone in Utica (Cremona, teatro della Società, 1786), Virginia (Genova, teatro S. Agostino, 27 dic. 1786), La Pace tra Amore e Imeneo (Firenze, teatro della Pallacorda, 11 sett. 1787), Agesilao (Venezia, teatro S. Benedetto, carnevale 1788), Arminio (ivi, fiera dell'Ascensione 1788), Teodolinda (Torino, teatro Regio, carnevale 1789), Giovanna d'Arco (Vicenza, teatro Eretenio, 27 giugno 1789), Artaserse (Livorno, teatro Nuovo degli Armeni, autunno 1789), La morte di Cesare (Roma, teatro Argentina, 27 dic. 1789), Il finto cieco (Napoli, teatro Nuovo, 1791), Amleto (Padova, teatro Nuovo, fiera del Santo, 1792), Gli Amanti in Tempe (Firenze, teatro della Pallacorda, 4 ag. 1792), Le Nozze inaspettate (Napoli, teatro dei Fiorentini, 1793), Ines de Castro (Firenze, teatro La Pergola, 8 sett. 1793), La Principessa filosofa, o sia il contraveleno (Venezia, teatro S. Benedetto, autunno 1794), Arsinoe (Napoli, teatro S. Carlo, 13 ag. 1795), Il Trionfo d'Arsace (Roma, teatro Argentina, 26 dic. 1795), Amelia ed Ottiero (Trieste, teatro Regio, autunno 1797), La mortedi Cleopatra (Palermo, teatro S. Cecilia, 1797), Argea (Torino, teatro Nazionale, carnevale 1799), Pamela nubile (Parma, teatro Ducale, carnevale 1800), Armida e Rinaldo (Napoli, teatro S. Carlo, 2 sett. 1802), Il Ritorno dei numi (ivi,teatro del Fondo, 1802) Il Trionfo di Alessandro (Napoli, 1803 ?), Piramo e Tisbe (ivi,teatro S. Carlo, 30 maggio 1803), Il Trionfo di Claudia (Firenze, teatro La Pergola, 8 sett. 1803), Sedesclavo (Roma, teatro delle Dame, 3 febbr. 1805), Il Trionfo di Tomiri (Napoli, teatro S. Carlo, quaresima 1807), Tutti i torti son dei mariti (Firenze, teatro del Cocomero, 7 giugno 1814), e gli oratori Isacco figura del Redentore (Jesi, autunno 1785), Saulle (Napoli, teatro del Fondo, 1794), Assuero, ossia la Regina Ester (Palermo, teatro S. Cecilia, quaresima 1798). Per la musica da camera si hanno: Sei Quartetti per 2 violini, viola e violoncello op. I, Firenze 1786; Tre Quintetti per 2 violini, viola, violoncello e flauto, Venezia 1793; Tre Quintetti per 2 violini, viola, violoncello e oboe, manoscritto s.d. (Venezia, Bibl. Museo Correr).
Bibl.: F. Florimo, La scuola di Napoli e i suoi Conservatori, III, Napoli 1882, pp. 22, 58-60, 503; IV, ibid. 1888, pp. 82, 188, 256, 258, 260, 262, 264, 356, 360; F. Piovano, Notizie storico-bibliografiche sulle opere di P. C. Guglielmi, in Riv. musicale ital., XVI (1909)., pp. 263-267; E. Cotarelo y Mori, Orígines y establecimiento de la ópera en España hasta 1800, Madrid 1917, pp. 336-339, 342; A. Della Corte, Paisiello, Torino 1922, pp. 48, 237; S. Di Giacomo, I quattro Conservatori di Napoli, I ,Palermo 1924, p. 195 n. 1; A. Capri, Il Settecento musicale in Europa, Milano 1936, p. 128; M. N. Hamilton, Music in 18th Century Spain, Urbana 1937; R. A. Mooser, Opéras, intermezzos, ballets, cantates, oratorios joués en Russie durant le XVIIIe siècle, Genève 1945; U. Prota Giurleo, "Jomellino" e Signora, in Nostro Tempo, IV(1955), n. 8, pp. 6-9; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker, I, pp. 143 144, e X, p. 399; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll.445-446 (citati, nella bibl., Gerber. Fétis e Schmidl); Encicl. dello Spettacolo, I, coll. 568-569; U. Manferrari, Diz. universale delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 41-44.