LAW, Andrew Bonar
Uomo politico britannico, nato nel New Brunswick (Canada) il 16 settembre 1858, morto il 30 ottobre 1923 a Londra. Era figlio di un ministro presbiteriano scozzese. Entrato negli affari, se ne ritrasse all'età di 42 anni per dedicarsi alla vita politica, aderendo al partito conservatore. Nel 1900 fu eletto deputato in uno dei collegi di Glasgow. Un suo discorso in risposta a un attacco di Lloyd George contro la condotta della guerra del Sud-Africa lo rivelò oratore, se non affascinante per virtù di eloquio e di forma, tuttavia di grande efficacia per la forza dell'argomentazione e la precisione e chiarezza della battuta. Convinto che il sistema libero-scambista non giovasse più al paese, parlò a favore del progetto di sir Michael Hicks-Beach per il dazio sui cereali, ciò che gli valse la nomina a segretario parlamentare del Board of Trade (Ministero del commercio), e in tale ufficio appoggiò caldamente la campagna protezionista di Chamberlain. Travolto nella disfatta dei conservatori del 1906, fu però rieletto in un'elezione parziale, e attaccò con energia i progetti di legge ultrademocratici di Lloyd George. Si distinse sempre per la sua moderazione, onde nel novembre 1911 fu eletto a unanimità leader dei conservatori nella Camera dei comuni. Continuò la sua critica stringente contro la politica del ministero radicale di Campbell-Bannerman, soprattutto contro il progetto di home rule per l'Irlanda.
Allo scoppio della guerra mondiale, il 2 agosto 1914, B. L., a nome di lord Lansdowne e degli altri capi conservatori, offrì al presidente del consiglio Asquith il pieno appoggio dell'opposizione in vista della gravissima crisi internazionale, e si dedicò intanto alla propaganda a favore del reclutamento per l'esercito. Nel 1915 accettò di far parte del ministero di coalizione come ministro delle Colonie. L'anno seguente, per dare maggiore unità d'azione al governo, appoggiò la proposta di Lloyd George che la condotta della guerra fosse affidata a un comitato di cinque ministri (War cabinet), tra i quali era anch'egli. Nella successiva crisi di gabinetto gli fu offerta la presidenza del consiglio, ma la rifiutò a favore di Llovd George, accettando invece il posto di cancelliere dello Scacchiere con seggio nel gabinetto di guerra predetto. Fu anche scelto a leader della Camera dei comuni per lasciare libero il presidente d'occuparsi esclusivamente della guerra.
Come cancelliere dello Scacchiere mostrò somma abilità nel finanziamento della guerra. Lanciò un grande prestito al 5%, nel 1917 che rese oltre un miliardo di sterline, e un secondo lo stesso anno sotto forma di buoni del tesoro a breve scadenza e a 7 e 10 anni per un ammontare illimitato e che rese fino al gennaio 1919 quasi un milione e mezzo di sterline; portò l'income tax a 6 scellini per sterlina e l'imposta sui sopraprofitti di guerra all'80%, aumentò l'imposta sulle grosse fortune e impose altre tasse. Nell'aprile del 1917 il gabinetto di guerra accettò il suo principio della preferenza imperiale. Durante tutto il corso della guerra si mantenne sempre equilibrato e sereno, sebbene due suoi figli vi fossero periti, si oppose con egual vigore sia al pessimismo sia al pacifismo, e sostenne sempre che non si potesse giungere alla pace sino a quando la Germania non fosse battuta e avesse coscienza di esserlo.
Alle elezioni del 1918 dopo la guerra rimase nel ministero ricostituito come lord Privy Seal e restando leader nei Comuni. Fu anche membro della delegazione britannica alla conferenza della pace. L'eccessivo lavoro recò nocumento alla sua salute e nel 1921 si dimise per darsi un po' di riposo. Tornò alla Camera in autunno per appoggiare le misure per la pacificazione dell'Irlanda. Era stato sempre favorevole a un accordo, ma insistette sulla necessità di mantenere l'ordine pubblico e di non costringere l'Ulster a un connubio indesiderato con gl'Irlandesi del sud. Non fu responsabile del trattato concluso con i ribelli nel dicembre 1921, ma una volta firmato, lo appoggiò alla camera e si adoperò perché l'Ulster lo accettasse.
Poi, convintosi che non poteva più appoggiare Lloyd George, il 19 ottobre 1922 fece un discorso in tal senso al Carlton Club, che fu il fatto decisivo che spezzò la coalizione. Lloyd George si dimise subito, e Bonar Law, rieletto leader ai Comuni, formò un ministero esclusivamente conservatore. Alle elezioni del novembre 1922 egli riportò la vittoria.
Si trovò subito di fronte a gravi difficoltà interne e internazionali; la disoccupazione e la propaganda sovversiva avevano assunto proporzioni allarmanti; a Losanna la Gran Bretagna, come le altre potenze dell'Intesa, subiva le conseguenze della politica orientale di Lloyd George, e le condizioni per la sistemazione del debito verso gli Stati Uniti, concordate da Stanley Baldwin (cancelliere dello Scacchiere) erano così onerose che L. fu riluttante ad accettarle. Si oppose alla politica francese nella Ruhr, mentre la Francia respinse il suo progetto per la sistemazione finanziaria con la Germania per le riparazioni, progetto che consacrava l'interdipendenza delle riparazioni tedesche e dei debiti di guerra interalleati, onde si effettuò quello che egli chiamò una "rupture cordiale". Peggioratagli la salute, dovette dimettersi il 20 maggio 1923.
L. fu il primo premier inglese che provenisse dal mondo degli affari. Le sue qualità più cospicue erano la forza di carattere, la rigida onestà, e il perfetto ed equilibrato buon senso.
Bibl.: V. il necrologio nel Times del 31 ottobre 1923.