JOHNSON, Andrew
Diciassettesimo presidente degli Stati Uniti, nato a Raleigh (Carolina del Nord) il 29 dicembre 1808 da famiglia povera, morto a Cartar County (Tennessee) il 31 luglio 1875. Dovette istruirsi da sé mentre guadagnava la vita come sarto. Stabilitosi a Greenville, nel Tennessee, entrò nella vita politica locale, combattendo i grandi proprietarî che mantenevano la schiavitù. Ma anche quando costoro aderirono al partito democratico, J., che come democratico era entrato nella Camera e nel Senato statale, rimase fedele al suo vecchio partito. Fu eletto alla Camera dei rappresentanti federale (1843-53), poi governatore del Tennessee (1853-57), infine senatore federale (1857-62). Nella questione della schiavitù si mantenne riservato, temendo che l'unione s'infrangesse. Perciò rifiutò, egli solo, di aderire alla secessione del Sud; nel 1862 Lincoln lo nominò governatore militare della parte del Tennessee ripresa dalle truppe federali, e il J. riuscì, dopo due anni, a stabilirvi un governo federale. In nome dell'Unione accettò la candidatura a vicepresidente, nel 1864, col Lincoln. Assassinato questo, J. gli succedette e ne adottò la politica di pacificazione, con minori riguardi per il partito repubblicano anelante a deprimere il Sud e costituirvisi a ogni modo una forte base elettorale con l'appoggio dei Negri. Di qui la serie dei suoi veti alle leggi di "ricostruzione" votate dal Congresso, e la lotta con questo, resasi ancor più grave con la Camera e il Senato eletti nel 1866. Nel 1867, nonostante il veto, fu approvato il Tenure of Office Act, che vietava al presidente di licenziare, senza il consenso del Congresso, qualsiasi funzionario nominato con l'approvazione di esso. Così, quando volle far dimettere il segretario della Guerra, Edwin M. Stanton, divenutoglí contrario, per sostituirlo col Grant, la lotta giunse al punto che il Congresso mise in istato d'accusa il J., che fu assolto il 16 maggio 1868, essendo però mancato un sol voto a formare la maggioranza di due terzi necessaria per la condanna. Caduta la sua candidatura nella convenzione democratica del 1868, e dopo avere, per il Natale, concesso un'amnistia a tutti coloro che avevano preso parte direttamente o indirettamente alla secessione, cessò dalla presidenza nel 1869. Dopo varî tentativi per rientrare nella vita pubblica, fu rieletto senatore nel 1875 pochi mesi prima della sua morte.
Bibl.: I discorsi, in Speeches, with a biographical introd. di F. Moore, Boston 1865; L. Foster, The life and speeches of A. J., New York 1866; U. S. Congress, Trial of A. J., Washington 1868, voll. 3; C. E. Chadsey, Struggle between President J. and Congress over Reconstruction, New York 1896; D. M. Dewitt, The impeachment and trial of A. J., ivi 1903; R. W. Winston, Andrew Johnson, Plebeian and Patriot, New York 1928.