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MARVELL, Andrew

di Gian Napoleone Giordano Orsini - Enciclopedia Italiana (1934)
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MARVELL, Andrew

Gian Napoleone Giordano Orsini

Poeta inglese, nato il 31 marzo 1621 a Winestead (Yorkshire), morto a Londra nell'agosto 1678. Suo padre era un prete anglicano; egli venne educato alla scuola di Hull e poi a Cambridge, dove si laureò nel 1638. Poi fece il "Grand Tour" dell'Europa nel 1642-46, visitando Olanda, Francia, Italia e Spagna. Nel 1645 era a Roma. Ritornato in patria, nel 1650 divenne precettore della figlia di Lord Fairfax, andando ad abitare nella casa di campagna dei Fairfax a Nun Appleton nello Yorkshire. In questi luoghi amenissimi, in una casa circondata da un giardino ricchissimo di fiorì (il nobile lord aveva una passione per i tulipani e le rose), M. trascorse due anni (1650-52), i più felici della sua vita, componendo quelle poesie idilliche che lo pongono tra i più squisiti lirici dell'Inghilterra. Il resto della sua vita fu dedicato ai pubblici uffici: nel 1657 divenne l'assistente di Milton nel segretariato latino, e strinse con lui un'amicizia che solo la morte doveva interrompere. Dal 1659 fino alla morte fu deputato della città di Hull alla Camera dei comuni.

Nei diciotto anni che fu in parlamento, era avvenuta la restaurazione: ma questo evento, che tante cose sconvolgeva, non disturbò il M. Egli era un temperamento equilibrato e tollerante che, pur glorificando Cromwell, sapeva apprezzare la nobiltà di Carlo I (cosa che non riuscì mai al suo amico Milton) e pur riconoscendo la monarchia ne criticava gli abusi. Questa equanimità singolare in tempi così faziosi, come gli giovò durante la vita, così dà rilievo alla sua figura davanti al giudizio della posterità, che vede in lui il rappresentante di un'Inghilterra pacifica e indipendente pur nell'imperversare delle lotte civili, e il precursore d'una mentalità umana e tollerante nel campo religioso.

Le opere di M. si possono dividere in quattro gruppi: le liriche, scritte per lo più nel 1650-52; le satire politiche, composte dopo la restaurazione; le corrispondenze politiche in prosa (News-letters) dirette ai suoi elettori (1660-1678); e gli opuscoli polemici su questioni ecclesiastiche scritti tra il 1672 e il 1677.

Le liriche esprimono un sentimento idillico del paesaggio vivissimo e spontaneo, un amore della natura per sé stessa quale non si trova in nessuno dei suoi predecessori e che precorre l'atteggiamento wordsworthiano, ma serbandosi semplice e puro da elementi teologici. Nella lirica più lunga, dedicata appunto alla villa di lord Fairfax, Appleton House, egli passa in rassegna le bellezze della campagna, descrivendo, con tocchi concreti e originali, gli uccelli nei boschi e celebrando un'unione estetica con la natura non senza un certo garbato humour che lo salva dalle astrattezze del misticismo. Questa medesima ricchezza di immagini pittoriche, sontuose, colorite, accarezzate con un godimento estetico che si traduce a volte in un leggiero sorriso, si ritrova nei Thoughts in a garden, ove descrivendo le bellezze del giardino, il M. vi s'immedesima al punto da "annullare tutto il creato in un verde pensiero nell'ombra verde". Altre ricche immagini sensuose costellano The Bermudas, evocazioni degli splendori tropicali della natura. Il tono leggiero e sorridente costituisce la grazia della sua lirica all'amante ritrosa (To his coy mistress), che comincia trattando il consueto motivo anacreontico del godimento della bellezza presente con una scherzevolezza freschissima, per poi finire con intensità quasi angosciosa, incitandola a strappare il piacere "con aspra lotta, attraverso le ferree porte della vita". E ancora nella Definition of Love il M. dice che il suo amore "fu generato dall'impossibile e dalla disperazione", rasentando anche qui lo stile dei poeti "metafisici" del Seicento.

La Horatian Ode upon Cromwell's Return from Ireland (1650; alcaica, mentre quasi tutte le precedenti sono composte in distici ottonarî) esalta Cromwell, ma contiene anche la celebre descrizione della morte serena di Carlo I. Le satire politiche fustigano la corruzione pubblica del regno di Carlo II, e si estendono gradualmente fino ad attaccare la dinastia. Le corrispondenze politiche sono lettere che Marvell scrisse ai suoi elettori per tenerli al corrente delle notizie del giorno, condotte con grande regolarità e frequenza per diciotto anni. Tra gli opuscoli polemici vi è The Rehearsal Transprosed, in cui il M. attacca il Parker, sostenendo l'opportunità della tolleranza religiosa.

Ediz.: Complete Works in prose and verse, a cura di Grosart, voll. 4, 1872-75; Poems and satires, a cura di C. Aitken, voll. 2, 1892; edizione minore, "The Muses' Library", 1898; Miscellaneous Poems, Londra 1923; Poems and letters, a cura di H. M. Margoliouth, Oxford 1927, voll. 2. Quest'ultima edizione contiene le poesie per Cromwell nel testo della copia dell'edizione del 1681 che si trova nel Museo Britannico.

Bibl.: R. Poscher, A. M.s poetische Werke, in Wiener Beiträge zur englischen Philologie, XXVIII, Lipsia 1903; A. Birrell, A.M., in The English Men of Letters Series, Londra 1905; A. M., Tercentenary Tribute di A. Birrell, T. S. Eliot, E. Gosse, J. C. Squire, ecc., Oxford 1921. Il saggio dell'Eliot venne ristampato nel suo volume Homage to J. Dryden, Londra 1924; P. Legouis, A. M., poète, puritain, patriote, Oxford 1928.

Vedi anche
poesia metafisica Nella letteratura inglese, genere di poesia, per larga parte d’ispirazione religiosa, fiorito nella prima metà del 17° sec. e contraddistinto da alcuni caratteri salienti, quali ingegnosità, concettismo, similitudini che avvicinano cose o idee tra loro lontane, caratteri che la fanno rientrare nel quadro ... Donne, John Donne ‹dḁn›, John. - Poeta e predicatore (Londra 1571 o 1572 - ivi 1631). È il principale dei poeti cosiddetti metafisici e, sebbene la sua coscienza appaia sempre divisa fra una tradizione medievale e il pensiero scientifico e critico che andava affermandosi, nella sua poesia supera ogni frattura o ... Pepys, Samuel Pepys ‹pìips›, Samuel. - Scrittore inglese (n. forse Londra 1632 - m. Clapham 1703). Semplice impiegato, fu chiamato a ricoprire varî uffici nei quali mostrò eccezionali abilità organizzative e amministrative, che gli valsero da ultimo la nomina (1673) a segretario dell'Ammiragliato. I grandi servigi ... Milton, John Milton ‹mìltën›, John. - Poeta inglese (Londra 1608 - ivi 1674). Il padre John (m. 1647), un notaio che aveva avuto aspirazioni artistiche e tendenza per la musica (compose salmi, mottetti, madrigali), gli fece studiare le lingue classiche, l'ebraico, l'italiano; dal precettore Th. Young, presbiteriano, ...
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    Poeta inglese (Winestead, Yorkshire, 1621 - Londra 1678). Laureatosi a Cambridge (1638), compì numerosi viaggi in Europa e infine si stabilì (1650-52), come precettore della figlia di lord Fairfax, a Nun Appleton nello Yorkshire; in questo pittoresco soggiorno compose le poesie idilliche che fanno di ...
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