BASTONA, Andriana
Vissuta tra la fine del sec. XVII e i primi decenni del XVIII, deve la sua notorietà agli esordi teatrali del giovane Goldoni.
Nel 1734 recitava con la compagnia Imer, diretta da Goldoni, alternandosi nella parte di prima donna con C. Collucci, detta la Romana. Di temperamento focoso e battagliero, mise spesso in difficoltà il giovane Goldoni, che pure ella seppe conquistare con le sue indubbie doti di attrice. Nell'autunno 1734 contribuì notevolmente alla buona riuscita della tragedia in versi Belisario rappresentata per la prima volta a Venezia al Teatro S. Samuele.
Goldoni nelle prefazioni alle commedie attribuisce generosamente il successo della tragedia agli attori, e in particolare a G. Casali e alla B.: "Teodora imperatrice, vana, superba e feroce non potea esser meglio rappresentata: la B. la sostenea a meraviglia, e s'investiva sì bene di quel carattere odioso, che più e più volte i gondolieri che erano nel parterre la caricavan d'ingiurie, ch'erano insulti alla parte rappresentata ed applausi alla brava attrice".
Il 17 genn. 1735 fu rappresentata, sempre al Teatro S. Samuele, ma stavolta senza successo, una nuova tragedia di Goldoni, Rosmonda; l'autore, convinto che la Rosmonda fosse "meglio scritta e meglio condotta del Belisario", attribuì l'insuccesso in parte al soggetto, ma in massima parte alla B., che lo aveva sollecitato insistentemente ad affidarle una parte "virtuosa ed eroica", per cui non era adatta. In realtà la B. aveva definitivamente compromesso con la sua esuberanza la buona riuscita dello spettacolo.
Venuta infatti a mancare per indisposizione la ballerina che soleva intrattenere il pubblico fra un atto e l'altro ballando la furlana "e gridando il popolo: furlana, furlana..., sortì la B., vestita all'eroica, e Rosmonda ballò la furlana", entusiasmando gli spettatori, ma rovinando completamente lo spettacolo, che ormai non poteva più ritrovare la necessaria atmosfera "virtuosa ed eroica".
Nello stesso anno non fu questa la sola occasione di screzi tra la B. e Goldoni. Poco dopo, infatti, avendo questi affidato ad una giovane servetta, la prediletta Ferramonti, l'incarico, di stretta pertinenza della prima donna, di recitare un "complimento" a inaugurazione della stagione, la B. protestò vivacemente, anche perché la novità introdotta da Goldoni la costringeva ad imparare, lei che da trent'anni ripeteva sempre lo stesso "complimento", un nuovo sonetto. Il putiferio da lei scatenato cessò improvvisamente per la repentina morte della Ferramonti.
Ormai vecchia e non, più adatta a sostenere il ruolo di prima donna, nel 1736 la B. fu sostituita dalla figlia.
Nata nel 1712, Marta Bastona fu educata dalla madre a calcare le scene, come scrisse il Bartoli, "in così, efficace guisa, che poté... acquistarsi il concetto ed il nome di famosa". Ancora giovanissima, intorno al 1730, sposò Gerolamo Focari (Focher, Foccheri), veronese, che successivamente si adattò, sempre nell'ambito delle compagnie nelle quali recitava la moglie, ai diversi mestieri di rammendatore, attore e suggeritore.
La B. fu in un primo tempo seconda donna, avvicendandosi con V. Miti, nella compagnia diretta da Antonio Franceschini detto Argante, che agiva a Venezia nel Teatro S. Luca, sostenendo onorevolmente la sua parte, anzi, a detta del Bartoli, "faceva de' scenici contrasti con molta vivacità di spirito e con un dialogo eloquente ed ottimamente condotto". Verso la fine del 1735, come prima donna nella compagnia di Gabriello Costantini detto l'Arlecchino di Spagna, fu a Napoli, dove nel teatrino di corte recitò in numerosissime commedie.
Nel 1736 la B. sostituì la madre nella compagnia Imer, con evidente soddisfazione del pubblico e di Goldoni, che le riservava grandi elogi, definendola nei Mémoires "excellente actrice, pleine d'intelligence, noble dans le sérieux et très agréable dans le comique". Nel 1743 a Genova, in seguito alla morte della giovanissima servetta A. Baccherini, la B., che aveva a suo tempo protestato vivacemente (neanche in questo seconda alla madre) contro Goldoni per aver affidato una parte di prima attrice a una servetta, portò sulle scene, con grandissimo successo, La donna di garbo.
Da questo momento si perdono le tracce dell'attività della B., che probabilmente abbandonò di lì a poco la compagnia Imer, passando forse in quella di Silvio Della Diana e di Antonio Vitalba, se vanno riferite a questo periodo, come pare verosimile, le notizie relative all'attrice riportate dal Bartoli senza alcuna indicazione cronologica.
Qualche anno più tardi fu chiamata assieme al marito a Dresda nella compagnia di Giovanna Casanova, che seguiva la corte di Augusto III re di Polonia ed elettore di Sassonia nei suoi abituali spostamenti da Dresda a Varsavia.
Le prime notizie sicure sulla presenza della B. nella compagnia della Casanova risalgono al 3 ag. 1748, quando partecipò alla inaugurazione del nuovo Teatro reale di Varsavia con lo scenario Li tortosi immaginari. A Varsavia restò, con tutta la compagnia, nel corso dell'intera stagione (3 ag. 1748-24 genn. 1749), partecipando alla realizzazione di ben ventotto spettacoli diversi. Il repertorio era quello tradizionale della commedia dell'arte: si ricordano in particolare il pastiche melodrammatico di Giovanna Casanova con la musica di Salvatore ApoUíni, Le contese di Mestre e Malghera per il trono, che, rappresentato il 6 nov. 1748, voleva essere una parodia di certi melodrammi di Metastasio, nonché lo scenario Amor non ha riguardi.
Il 7 febbr. 1752 la B. partecipò a Dresda, interpretando la parte di Amelita "erede pretendente del trono di Battro", alla rappresentazione dell'opera Zoroastro, uno splendido spettacolo allestito da Giacomo Casanova, che per la circostanza aveva ridotto il libretto di L. de Cahusac e sostituito la musica di J.-Ph. Rameau con quella di certo J. Adam. A tale rappresentazione partecipò anche Girolamo Focari, interpretando "una voce che sorte dalla nuvola infiammata" e dimostrandosi all'altezza della sua parte.
Durante il carnevale del 1756 la compagnia della Casanova dette a Dresda quattordici rappresentazioni concludendo la stagione con la recita di La vedova scaltra di Goldoni, avvenuta il 26 febbraio. Lo scoppio della guerra dei Sette anni provocò poco dopo la chiusura del teatro. La corte cercò di aiutare economicamente i fedeli comici italiani concedendo una pensione anche a Girolamo Focari, ma dell'attività della B. non si hanno più testimonianze.
Comica di grande talento e abilità, la B. costituì, per tutto il periodo dei soggiorno in Sassonia e in Polonia, l'elemento dipunta della compagnia, ottenendo successi spesso superiori a quelli della stessa Casanova. Basti il riferimento al giudizio, più che lusinghiero, espresso su di lei da un anonimo recensore (da identificare con G. E. Lessing), in una nota sugli attori italiani a Dresda contenuta nei Beiträge zur Historie und Aufnahme, des Theaters, I, Stuttgart 1750, pp. 278 ss.: "è incontestabilmente la migliore commediante. La figura, la voce, tutto è a posto, tanto da piacere anche nella parti più antipatiche. Ha un portamento da regina. Nonè certo la più giovane della compagnia, ma si potrebbe giurarlo, tanta è la freschezza che riesce ancora a conservare sulla scena. E suo sguardo, la sua mimica, i suoi movimenti del capo e delle mani, il suo incedere, in breve, tutto il suo corpo l'aiuta a recitare in maniera perfetta. Riesce felicemente tanto nelle parti comiche quanto in quelle serie".
Di Giacinta Bastona, figlia di Andriana e sorella di Marta, si hanno notizie solo dal Bartoli, il quale riferisce che fu attrice e recitò in parti serie presso varie compagnie, con la sorella Marta e senza, ma sempre "stimata e ricercata dalle comiche compagnie".
Fonti e Bibl.: Per la Bastona madre e figlie in generale cfr.: F. Bartoli, Notizie istoriche de' comici italiani, I, Padova 1782, pp. 112 s., nonché le prefazioni di Carlo Goldoni ai diciassette tomi di commedie dell'ediz. venez. di G. B. Pasciuali, in Opere complete di C. Goldoni edite dal munic. di Venezia.., I, Venezia 1907, pp. 99 s., 104 s., 106, 119, 142; Mémoires de M. Goldoni..., ibid., XXXVI, Venezia 1936, pp. 190, 203 s.; L. Rasi, I comici ital., I, Firenze 1897, pp. 299-303; A. Gentile, Carlo Goldoni e gli attori, Trieste 1951, pp. 8, 9, 13 s. Per Marta Bastona in particolare cfr.: M. Fürstenau, Zu Geschichte der Musik und des Theaters ani Hofe der Kürfursten von Sachsen und Könige von Polen, II, Dresden 1862, pp. 228, 258, 269; F. A. Freih. ö Byrn, Giovanna Casanova und die Comici italiani am polnisch-sächsischen Hofe, in Neues Archiv für sächsischen Geschichte und Alterthwnskunde, I (1880), pp. 304-306, 308, 309, 312, 313; B. Croce, I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo decimottavo, Bari 1916, p. 167; Encicl. d. spettacolo, II, coll. 34 s.