Andriolo de Santi
Tagliapietre, scultore e architetto, nacque da Pagano in una data imprecisata prima del 1320. Incerta è l'identità con un Andriolus Sancte Crucis menzionato nel 1328 a Venezia (Paoletti, 1893, I, p. 48 n. 2). In questa città A. soggiornò per lunghi periodi, attivo soprattutto per committenti padovani e vicentini. Morì tra il 1372 e il 1375.
Di A. sono documentati due portali in S. Lorenzo a Vicenza (1342-1344), uno solo dei quali conservato (Gallo, 1949); nei documenti relativi a questo lavoro sono menzionati numerosi collaboratori, fra cui un Andrea, per una "cornice cum foliis circa portam".
A., definito protomagister, ideò probabilmente l'insieme ed eseguì il gruppo centrale nella lunetta. Nel 1351, assieme a due collaboratori (Albertus q. Ziliberti e Franciscus q. Bonaventurae) firmò il contratto per la tomba di Jacopo da Carrara in S. Agostino a Padova (oggi trasferita agli Eremitani) di cui sembrano autografe solo la figura giacente e le quattro mezze figure di angeli.Irrimediabilmente perduta è la 'capela', eseguita da A. nel 1364 sempre agli Eremitani. Nel 1372 A. firmò il contratto per la cappella di S. Felice al Santo a Padova; si può con tutta probabilità attribuire al maestro il progetto architettonico dell'insieme e delle tombe e l'esecuzione di due santi, Martino e Pietro, per la facciata. Resta ancora da precisare il ruolo che in questa impresa ebbe il suo collaboratore Giovanni, forse figlio dell'artista.
Alcune opere, che sembrano potersi stilisticamente collocare negli anni 1330-1370, non solo a Padova e a Venezia, sono state attribuite ad A. (Wolters, 1976). Per le notevoli affinità con le opere documentate e per l'alto livello qualitativo, pari a quello dei brani autografi, possono essergli attribuite: la tomba dell'ambasciatore fiorentino Duccio degli Alberti morto nel 1336 (Venezia, S. Maria Gloriosa dei Frari); la tomba di Ubertino da Carrara morto nel 1345 (originariamente nella chiesa di S. Agostino a Padova, oggi agli Eremitani), della quale sono probabilmente di A. il progetto e la figura giacente; il ritratto di Tito Livio (Padova, palazzo della Ragione, porta delle Debite); e, seppure con riserve, la Madonna della cappella Sanguinacci agli Eremitani, che forse faceva parte della 'capela' eseguita nel 1364.
Rimane ancora aperto l'assai complicato problema del ruolo svolto dai collaboratori di A. (Wolters, 1976, p. 166 ss.).
Lo stile di A., già ben definito nelle sculture del portale di S. Lorenzo, appare meno ricco nei dettagli rispetto a quello del suo più importante predecessore, l'ancora anonimo autore della tomba del vescovo Castellano Salomone (Treviso, duomo), e certamente inferiore allo stile di Filippo Calendario, autore, a partire dal 1341, della decorazione scultorea del palazzo Ducale di Venezia.Tuttavia A., usando forme tondeggianti e gesti precisi ed eloquenti, riesce a caratterizzare le fisionomie e gli atteggiamenti dei personaggi.
Ancora da precisare è il suo ruolo di capo bottega e di diffusore di un nuovo linguaggio; la sua prima opera documentata non offre, in realtà, considerevoli novità formali rispetto alla produzione, spesso anche dozzinale, del decennio 1330-1340. Tuttavia non è neppure del tutto da escludere un suo ruolo di innovatore, specialmente se si accetta l'identificazione di A. con l'Andriolo nominato a Venezia nel 1328. A., comunque, dovette essere uno dei tagliapietre veneziani più richiesti fuori Venezia, come dimostrano le ricchissime tombe dei Carraresi, alla cui decorazione pittorica contribuì il Guariento, e la cappella di S. Felice al Santo a Padova, eseguita per incarico di Bonifacio dei Lupi marchese di Soragna.
Bibliografia
P. Paoletti, L'architettura e la scultura del Rinascimento a Venezia, 2 voll., Venezia 1893.
G. Biscaro, Le tombe di Ubertino e Jacopo da Carrara, Arte 2, 1899, pp. 8-97.
A. Moschetti, Studi e memorie d'arte trecentesca padovana, II, Andriolo de Santi scultore veneziano, Bollettino del Museo Civico di Padova 21, 1928, pp. 281-297.
R. Gallo, Contributi alla storia della scultura veneziana, I, Andreolo de Santi, Archivio Veneto, s.V, 44-45, 1949, pp. 1-40.
W. Wolters, Appunti per una storia della scultura padovana del Trecento, in Da Giotto al Mantegna, cat., Padova 1974, pp. 36-42.
id., La scultura veneziana gotica (1300-1460), Venezia 1976, pp. 32-39, 116 ss. (con bibl.).
A. Sartori, Documenti per la storia dell'arte a Padova. Fonti 3, a cura di C. Fillarini, Vicenza 1976, p. 7 ss.
W. Wolters, Il Trecento, in Le sculture del Santo di Padova, Vicenza 1984, pp. 5-30.