Vedi ANDROBOULOS dell'anno: 1958 - 1994
ANDROBOULOS (v. vol. I, p. 360)
Grazie al ritrovamento nel Museo Epigrafico di Atene di un lacerto (EM 4959) che completa una base marmorea circolare proveniente dall'area dei propilei di Atene, si è potuto leggere per la prima volta la firma dello scultore, Άνδρόβουλος έποίησεν. L'iscrizione dedicatoria della base (IG,II2, 3448) riguarda l'erezione di una statua rappresentante il demo degli Spartani, promossa dal demo degli Ateniesi. La firma dello scultore di tale statua, prima del rinvenimento del nuovo frammento, era stata arbitrariamente integrata nel Corpus come Euboulos (v. vol. III, p. 513). Sulla superficie superiore della base sono visibili due incavi con residui di piombo per il fissaggio della statua in bronzo: le tracce corrispondono probabilmente al piede sinistro e a un elemento verticale (forse un bastone o un'asta), posto davanti alla sezione sinistra della statua.
I caratteri dell'iscrizione avevano già fatto proporre una datazione dall'inizio alla metà del I sec. d.C. Tuttavia il movente di tale dedica va cercato nel momento politico in cui Atene si avvicinò a Sparta; e cioè, a quel che sappiamo, dopo la battaglia di Azio, quando Sparta era favorita da Augusto, mentre Atene, già partigiana di Antonio, era invisa al principe. Lo scultore, firmando ad Atene senza demotico, era probabilmente di questa città; uno dei molti artisti neoattici della prima età augustea.
Data la rarità del nome Androboulos ed essendo egli bronzista ateniese, verosimilmente di indirizzo neoattico, e avendo plasmato una personificazione del dèmos spartano, questo artista coincide probabilmente col bronzista omonimo ricordato tra i ritrattisti di filosofi da Plinio, che dipende da fonti neoattiche (Nat. hist., xxxiv, 86). È noto, infatti, che sotto il termine «filosofi» si comprendevano anche statue di varie personalità e possiamo includervi plausibilmente anche personificázioni quale il Demos, nel significato di Populus (IG, XIV, 987).
Bibl.: D. Peppas Delmusu, Υπογραφές καλλιτεχνών, in Στηλη. Τόμος εις μνημην Ν. Κοντολεοντος, Atene 1980, pp. 43°«439· - Cfr. inoltre F. Coarelli, II complesso pompeiano del Campo Marzio e la sua decorazione scultorea, in RendPontAcc, XLIV, 1972, p. 106, nota 33; A. Stewart, Attika. Studies in Athenian Sculpture of the Hellenistic Age (Suppl. Paper, 14), Londra 1979, p. 169; O. Alexandri-Tzachou, in LIMC, III, 1, 1986, p. 376, n. 4, s.v. Demos·, A. Corso, in G. Plinio Secondo, Storia Naturale, V, Torino 1988, pp. 213, 869.