ANDROMACA (᾿Ανδρομάκη)
Figlia di Eetion, sposa di Ettore. Come tale, famosa per la scena del commiato nel libro VI dell'Iliade. Nella leggenda posteriore essa diviene, dopo la conquista di Troia, schiava di Neottolemo (dramma di Euripide con la gelosia di Ermione) e, dopo la sua morte, sposa di Eleno (Vergil., Aen., iii).
Diverse rappresentazioni vascolari, nelle quali si vede il commiato di un guerriero dalla moglie e dal figlio, sono state riferite ad Ettore, A. ed Astianatte, ma senza sufficienti motivi. L'identificazione con A. è accertata da un'epigrafe su un cratere calcidese di Würzburg, il quale mostra Paride ed Elena come pendant di Ettore e Andromaca. Alla scena dell'Iliade deve essere certamente riferita la pittura di un soffitto nella Domus Aurea di Nerone: Ettore armato è in piedi, tranquillo, vicino a lui sono A. col figlio e la nutrice, mentre nello sfondo sono rappresentate le mura di Troia con le Porte Scee. Sulla coppa del vasaio Brygos, ornata dalla scena della Iliupersis, A., indicata da un iscrizione, difende con una dava brandita il proprio figlio contro i Greci. Anche altre simili rappresentazioni, sulle quali manca il nome, sono da riferire a Andromaca. Su alcuni sarcofagi romani rappresentanti il riscatto della salma di Ettore, A. compare, quale figura secondaria, insieme con Astianatte. Nelle miniature dell'Iliade Ambrosiana è raffigurata nella min. XXVI (addio di Ettore; ma non nella min. XXIV come indicava lo scoliaste bizantino che scambiava per essa Laodike, seguito dall'edizione facsimile del 1953).
Diversa da questa A. è l'amazzone di ugual nome. Sui vasi attici rappresentanti amazzonomachie sia a figure nere sia a figure rosse, non vi è alcun nome più frequente di quello di Andromaca. A volte essa è rappresentata sola, a volte in lotta sia contro Eracle e i suoi compagni sia contro gli Ateniesi guidati da Teseo. La sua figura si ritrova anche su un vaso italico a figure rosse con iscrizioni calcidesi.
Bibl: A. Klügmann, in Roscher, Lexikon, I, 6, 344. Moglie di Ettore: E. Langlotz, Griechische Vasen in Würzb., Monaco 1932, n. 160; J. D. Beazley, Red-fig., p. 245, i; S. Reinach, Répertoire de la peinture, p. 168, 2; F. Wirth, Römische Wandmal., Berlino 1934, tav. 8, b; Critica d'Arte, VI, 1941, tav. 10, 24; A. von Salis, Antike und Renassance, tav. 6. Amazzone: J. D. Beazley, Red-fig., pp. 30, 1; 212, 13; 606, 26; 698, 49; id., Etruscan Vase Paint., p. 196, 15; C. V. A., Brit. Mus., 3; III H e: tav. 36, 156, 4; III, I c: tav. 34 (227) 2; C. V. A., Louvre, 2; III H d: tav. 18 (67) 2; C.V.A., Cambridge, i, tav. 8 (246) 2; St. Gsell, Fouilles de Vulci, Parigi 1891, tavv. 5, 6; Monumenti dell'Inst., XII, 1840, tav. 8; K. A. Neugebauer, Vasen Führer durch das Antiquarium, Berlin, p. 46, n. 1848; p. 84, n. 2263; R. Bianchi Bandinelli, Hellenistic-Byxantine Miniatures, Olten 1955, p. 65.