WAJDA, Andrzej
Regista polacco del cinema e della televisione, nato a Suvalki il 6 marzo 1926. Tra i fondatori della "scuola cinematografica polacca" fiorita nell'immediato dopoguerra, ne sviluppa il tema romantico dell'eroe in lotta anche contro destini storici avversi in film quali Pokolenie (Generazione), 1955, Kanał (I dannati di Varsavia), 1957, Popioł i diament (Cenere e diamanti), 1958, Lotna (1959), Samson (Sansone), 1961, Popioły (Ceneri), 1965; accordando sempre felicemente il dato reale e spesso di cronaca con un'ispirazione e un'emozione che approdano in molti casi al lirismo. In seguito, dopo una riflessione amara e graffiante sugli ambienti intellettuali e i problemi della creazione artistica (Wszystko na spredaż, Tutto è in vendita, 1969) e un "grottesco" sui rapporti uomo-donna (Polowanie na muchy, Caccia alle mosche, 1969), approfondisce poeticamente il discorso iniziale sull'uomo di fronte alla vita e alla storia con il contributo determinante di testi celebri della letteratura polacca: in Krajobaz po bitwie (Paesaggio dopo la battaglia), 1970, da un racconto di T. Borowski; Brzezina (Il bosco delle betulle), 1971, da un romanzo di J. Iwaszkiewicz; Wesele (Le nozze), 1972, da un dramma di S. Wyspiański; Ziemia obiecana (La terra promessa), 1974, dal romanzo di W. Reymont. Con uno stile che, sempre più maturo e sicuro, mostra di saper dominare sia la rappresentazione corale, con caldi impegni linguistici, sia l'indagine psicologica individuale, con analisi sottile. Messe al servizio, in questi ultimi anni, di una meditazione accorata e polemica, ferma e rigorosa, su argomenti di lacerante attualità, come in Człowiek zmarmuru (L'uomo di marmo), 1977, revisione coraggiosa e cinematograficamente modernissima dell'età staliniana, e in Bez znieczulenia (Senza anestesia), 1978, rilettura, alla luce di oggi, di quella stessa età e dei guasti che ha provocato e provoca tuttora nelle coscienze. Il film più recente è Panny z Wilka (Le ragazze di Wilko), 1979, delicata e misteriosa elegia sulle relazioni dell'uomo con il tempo e con la morte, mediata ancora una volta da J. Iwaszkiewicz.
Bibl.: H. Trinon, A. Wajda, Parigi 1964; Cinema polacco, in Conoscersi, n. 40-41, Roma 1962; P. Haudiquet, Nouveaux cinéastes polonais, in Premier Plan, Lione 1963; Le cinéma polonais, in Image et son, n. 136-137, Parigi 1961, e n. 170-171, ivi 1964; J. Kuksiewicz, Le cinéma et la télévision en Pologne, Varsavia 1976; P.-L. Thirard, P. Michalek, B. Amengual, sui tre film più recenti, in Positif, n. 219, Parigi 1979, con indicazioni filmografiche e bibliografiche.