ANEMIA (III, p. 245)
Notevoli sono i progressi conseguiti nell'ultimo ventennio nel campo delle anemie. Le anemie si distinguono abitualmente in isocromiche, ipocromiche e ipercromiche, a seconda che i globuli rossi abbiano un contenuto in emoglobina uguale, minore o superiore alla norma; questa classificazione ha anche il pregio di rispecchiare bene le diverse patologie delle varie forme di anemia.
L'anemia isocromica, caratterizzata da una diminuzione parallela del contenuto emoglobinico e del numero degli eritrociti, si ha tipicamente nell'anemia postemorragica acuta, allorché si verifica una perdita improvvisa di sangue.
La presenza di un'anemia ipercromica, caratterizzata da un abbassamento in proporzione più elevato del numero degli eritrociti rispetto al contenuto in emoglobina e, inoltre, dalla comparsa nel sangue periferico di globuli rossi ricchi di emoglobina e più grandi della norma (megalociti), è sempre legata a una disfunzione del midollo osseo. Esempio tipico di anemia ipercromica è l'anemia perniciosa di Addison-Biermer. Per la sua funzione normale, il midollo osseo necessita di una sostanza, chimicamente ancora non definita, denominata principio antipernicioso, che si forma dalla unione di due sostanze diverse, l'una di provenienza esogena, "fattore estrinseco", contenuto negli alimenti, e l'altra endogena, "fattore intrinseco", originantesi dalla mucosa gastrica (Castle) (v. digerente, apparato, in questa App.). Questo principio antipernicioso passa attraverso l'intestino tenue e viene immagazzinato nel fegato a disposizione del midollo osseo che lo utilizza secondo le sue necessità. Nell'anemia perniciosa di Addison-Biermer si ha una deficiente produzione di fattore intrinseco e quindi una insufficiente produzione del principio antipernicioso, di entità tale da portare a una disfunzione del midollo osseo, caratterizzata dalla sostituzione alla normale eritropoiesi di un tipo patologico di eritropoiesi, detto megaloeritropoiesi, corrispondente a quello della prima fase della vita embrionale. Fra le anemie ipercromiche ricordiamo anche le forme perniciose sintomatiche.
Vi è poi una forma speciale di anemia ipercromica, molto rara, denominata "acrestica", legata alla mancata utilizzazione del principio antipernicioso sebbene esso venga normalmente prodotto ed immagazzinato.
Ben diversa è la patogenesi delle anemie ipocromiche, nelle quali si ha in proporzione maggiore diminuzione del contenuto emoglobinico rispetto al numero degli eritrociti. La molecola emoglobinica è costituita di ferro, nuclei pirrolici e globina: la deficienza di uno di questi costituenti - nella quasi totalità dei casi è interessato il ferro - conduce a un'insufficiente sintesi del pigmento sanguigno, e quindi ad ipocromia dei globuli rossi. Una deficienza di ferro - e quindi un'anemia ipocromica - può aversi in seguito ad un'alimentazione carenzata, a insufficiente contenuto in ferro o ad un disturbo della ionizzazione e della utilizzazione del ferro (specie in casi di achilia gastrica); o anche ad un'alterazione nell'assorbimento intestinale del ferro, per malattie del tubo digerente, specialmente dell'intestino tenue; o infine a perdite di ferro attraverso emorragie croniche. Le anemie ipocromiche sono molto più frequenti nelle donne, nelle quali i normali depositi di ferro sono soggetti a continue usure e possono più facilmente trovarsi esauriti, date le perdite di ferro con le mestruazioni, la gravidanza, il puerperio e l'allattamento. Ricordiamo le anemie ipocromiche da emorragie croniche, da resezione gastrica, da carenza alimentare e inoltre l'anemia ipocromica essenziale, la clorosi e, inoltre, l'anemia ipocromica del neonato.
La terapia, che è essenzialmente sostitutiva, è nettamente diversa secondo il tipo di anemia: l'anemia isocromica si curerà con trasfusioni di sangue, la ipercromica con fegato per via orale o meglio con estratti epatici per via parenterale, ad alto contenuto in principio antipernicioso, la ipocromica, invece, con preparati di ferro bivalente che sono i solo attivi.
Esistono poi forme anemiche, sia ipocromiche, sia ipercromiche che rispondono a una particolare patogenesi. Queste anemie, dovute a una iperdistruzione di globuli rossi, sono conosciute con il nome di emolitiche e possono essere costituzionali e sintomatiche (legate a cause tossiche, infettive, a iperfunzione splenica).
Una gravissima forma di anemia, detta aplastica, si determina poi nei casi di aplasia o anche di ipoplasia dei tessuti emopoietici, per cause diverse.